cry

4.7K 197 12
                                    

Selena's p.o.v.
Il giorno seguente mentii ai miei genitori e dissi che dovevo entrare due ore dopo, dovevo prepararmi psicologicamente a non essere insieme a Lilith, lei era come una sorella per me, mi era sempre stata accanto, probabilmente è l'unica che era sempre stata sincera con me.
Mi alzai dal letto e mi guardai allo specchio, sembravo uno zombie, avevo dormito più del solito ma avevo fatto tantissimi sogni, non ricordavo cosa avevo sognato ma ricordavo soltanto che erano orribili.
Dopo essere stata al bagno tornai in camera e mi vestii velocemente, non feci caso a cosa indossare, mi truccai pesantemente nel tentativo di coprire le occhiaie, mi legai i capelli come ero solita fare quando ero giù di morale o arrabbiata.
Arrivai a scuola dopo una ventina di minuti, vidi Lilith parlare insieme a Matt, la paura mi assalì, avevo il terrore che gli stesse raccontando tutto, presi un grosso respiro e tornai a camminare visto che poco prima mi ero fermata, mi avvicinai a loro e li salutai sorridendo.
"Hey" cercai di sorridere e Matt sospirò.
"Non sei brava a fingere i sorrisi Sel" distolsi lo sguardo quando Lilith se ne andò, sospirai pesantemente e mi appoggiai agli armadietti.
"Avete litigato?" Corrugò la fronte e annui.
"Più o meno" risposi.
"Se vuoi ci parlo io con lei" scossi la testa, volevo limitare le loro conversazioni riguardanti me.
"No, tranquillo, me ne occupo io" gli diedi un bacio sulla guancia e andai dietro a Lilith.
"Lili!" La chiamai quando la vidi entrare nel bagno, entrai anche io e la guardai.
"Dobbiamo parlare" lei scosse la testa.
"No, non dobbiamo" mi guardò negli occhi.
"Se hai paura che dirò qualcosa riguardo Justin, tranquilla non lo farò" scosse la testa.
"Voglio stare da sola, ho cercato di fingere che questo sia normale, ma non lo è!" Distolsi lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore.
"Pensavo di aver voltato pagina, ma io davvero non ci riesco, mi hanno rapito a causa tua" la guardai negli occhi e vidi i suoi diventare lucidi.
"Io ti voglio bene, Sel, ma io non voglio avere paura che mi capiti qualcosa a causa della mia migliore amica" annui dandole ragione.
"Ma non accadrà"
"Quello lì mi stava per uccidere  e se non fossero venuti in tempo, lo avrebbe fatto" alzò un po' la voce.
"Sai quanto è stato difficile per me vederti essere trascinata via e non poter fare niente?" Alzai la voce anche io.
"Sel, è meglio se la finiamo qui, non voglio litigare" una lacrima scese dalla mia guancia e annui soltanto, lei passò accanto a me per poi andare il classe.
Rimasi lì immobile per un po', finche non sentii suonare la campanella, mi sistemai un po' il trucco e andai in classe.
Mentre la prof spiegava tutti parlavano, non ce la facevo più a sentirli parlare, sentivo la testa scoppiare e le loro stupide voci peggioravano la situazione.
"Ma vi state zitti?" Chiesi e la prof si girò.
"Grazie, Gomez, ma sta a me a dirlo" mi rimproverò e roteai gli occhi.
"Beh, lei non lo fa mai" dissi acidamente e sembrò arrabbiarsi.
"Esci fuori" indicò la porta e presi la borsa per poi uscire.
Odiavo quando succedeva, tutta la tristezza si trasformava in rabbia e la rabbia si trasformava in lacrime seguite da pianti isterici.
Andai nella palestra, unica zona che era vuota, mi sedetti a terra appoggiando la schiena alla parete e poi la testa sulle braccia che avevo sopra le ginocchia.
Le lacrime mi rigavano il volto mentre il bisogno di urlare aumentava, mi faceva male tutto, la testa, la schiena, e il centro del petto, avevo perso l'unica persona che mi era sempre stata vicina, la persona a cui avevo promesso una amicizia eterna.
Pensai a tutte le volte che avevamo litigato, a tutti i 'ti odio' finti che ci eravamo dette, ai momenti felici, i pianti, le risate e la prima volta che avevamo provate a fumare, risi nel ricordare quel momento, per poco non ci soffocavamo.
Le ore passarono lentamente, quando finalmente suonò la campanella, mi alzai in piedi e misi tutto dentro la borsa molto velocemente.
Andai in corridoio sgranai gli occhi quando lo vidi, misi bene la borsa e corsi verso di lui per poi abbracciarlo, ovviamente appena arrivati a casa lo avrei ucciso con le mie stesse mani.
"Wow, e io che avevo portato i fiori per farmi perdonare" lo sentii ridere poi ricambiò l'abbraccio.
"Ti servirà molto di più, Bieber" lo guardai negli occhi.
"Lo so, lo so" mi porse i fiori e li presi per poi annusare il loro profumo.
"Dammi le chiavi, andiamo a pranzare" mi porse la mano e scossi la testa.
"No, non voglio, voglio stare da sola e in più in questo momento ti odio" alzò un sopracciglio e lo vidi mettere le mani in tasca e estrarre delle chiavi.
"Non dovresti tenerle nella tasca della felpa, potrebbero rubartele" sbuffai roteando gli occhi, nemmeno me ne ero accorta.
Si guardò negli occhi e corrugò la fronte.
"Perché ci guardando tutti?" Chiese confuso e feci spallucce.
"Tutti sanno che sei stato a salvare me e Lilith" risposi e annuì incerto, camminammo fuori all'edificio e lui entrò in macchina, sospirai e lo feci anche io.
In quel momento potevo urlagli contro, nessuno ci avrebbe sentiti.
"Allora? Dove ti va di andare?" Chiese e lo guardai malissimo.
"A casa, ho già risposto prima" risposi acidamente e lo sentii pichiettare il dito sul volante.
"Smettila, mi da noia" lo sentii sbuffare.
"Giuro che ti strangolo" sbuffò ancora.
"C'è qualcosa che posso fare?" Chiese altrettanto acidamente.
"Andartene" risposi e guardai fuori dal finestrino.
"Se lo facessi porterei via tutto con me" mi girai verso di lui e lo guardai incredula.
"Smettila di minacciarmi" lui scosse la testa.
"Non lo sto facendo"
"SÌ, INVECE! SMETTILA DI FARLO PERCHÉ COSÌ NON SEI D'AIUTO, JUSTIN!" Urlai e lui tirò con forza u freni a mano, la macchina di fermò di colpo e sentimmo vari clacson suonare.
"Ti ho detto mille volte, Gomez, non urlarmi contro" mi guardò negli occhi.
"Sono buono e gentile ma ho un limite anche io, sono venuto qui per evitare di sentire le persone che mi urlano contro, quindi o ti stai zitta o ti stai zitta" lo guardai incredula, non credevo che avesse un lato del genere.
Sentimmo l'ennesimo clacson dietro di noi e quello sembrò far traboccare il vaso.
Scese dalla macchina velocemente e andò dietro la macchina, lo vidi aprire lo sportello dell'altra macchina e far scendere un signore, abbassai il finestrino per poter sentire meglio.
"Signore, so benissimo di essere fermo in mezzo alla strada, quindi si limiti a sorpassare senza rompere tanto le palle" sospirai, e distolsi lo sguardo.
Dopo poco salì di nuovo e mise in moto senza dire niente.
No, quello non aiutava per niente.
Lo sentii sospirare più volte, si leccò le labbra e prese un grosso respiro.
"Scusa" lo guardai incredula.
"E non lo dico tanto per dire, mi dispiace veramente" non dissi niente, le sue scuse mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall'altro.
"Ero arrabbiato e me la sono presa con te anche se tu non c'entravi un cavolo" continuai a non dire niente.
"Sel" mi richiamò e sbuffai.
"Non mi importa un cazzo delle tue scuse" sentii sbuffare anche lui.
"Chi lo avrebbe mai detto, McCann aveva ragione" lo guardai confusa.
"Avrò bisogno di molta pazienza"
"Hai parlato con Jason?" Chiesi e annuì.
"Non è poi così male"
"Cerro, parlerete di come sgozzare Lilith" dissi acidamente mentre roteavo gli occhi.
"Pensavi veramente che gli avrei fatto uccidere Lilith?" Chiese incredulo.
"Sì" risposi e fermò la macchina davanti a un ristorante.
"Hai praticamente chiesto a un serial killer di farlo!" Dissi esasperata.
"Era una prova" corrugai la fronte e lui sospirò.
"Mi sono sempre chiesto il perché non mi aveva sparato, si è lasciato uccidere" lo guardavo senza capire.
"Non ha ucciso nemmeno Lilith, aveva detto a quel tipo di farlo" aggiunse ma continuavo ad essere confusa.
"Eppure Jason è un abile assassino a sangue freddo, così ho cominciato a pensare, a ricordare ogni singolo dettaglio" si leccò le labbra.
"Indossava la fede" si tolse la cintura e si girò verso di me.
"E con questo?" Chiesi non capendo dove volesse arrivare.
"Aveva promesso alla moglie che non avrebbe più ucciso" distolsi lo sguardo.
"Stai dicendo che Jason McCann? Un ragazzo spietato, con seri problemi mentali, stia mantenendo la promessa fatta alla moglie e hai usato come cavia la mia migliore amica?" Chiesi incredula e lui annuì.
"Proprio così" rispose come se nulla fosse e scossi la testa.
"Tu hai più problemi di lui" rise e mi guardò negli occhi.
"Devo sapere i punti deboli dei miei nemici" disse e sospirai.
"Anche loro litigavano come noi?" Chiesi guardando davanti a me.
"Jason e la ragazza?" Chiese e annui.
"Sì, anche molto più di noi due" mi girai verso di lui e lo guardai.
"E si sono sposati comunque?" Chiesi incredula e lui sorrise.
"Si amavano" rispose e sospirai.
"Perché eri arrabbiato?" Chiesi e sospirò.
"Ho litigato con Kai, con papà" sospirò di nuovo.
"Ho litigato con tutti" corrugai la fronte ma scosse la testa.
"Non voglio parlarne" annui soltanto.
"Comunque sia Lilith ha detto che bon dirà niente a nessuno" mi morsi il labbro e i miei occhi diventarono lucidi.
"È tutta colpa tua se non siamo più amiche" lo guardai negli occhi e scosse la testa.
"Se vi volevate bene come dici, non dovresti preoccuparti, chi ti ama torna sempre" parlava in modo così cauto in quel momento, avvolte mi sembrava bipolare.
"No, chi ti ama non se ne va"
"Avvolte non siamo noi a decidere se dobbiamo andarcene o meno" corrugai la fronte e guardai davanti a noi, solo allora mi ricordai che era il posto dove avevamo ballato.
"Perché mi hai portato nel posto dove abbiamo ballato la prima volta?" Chiesi confusa e distolse lo sguardo, prese un grosso respiro e tornò a guardare i miei occhi.
"Perché molto probabilmente sarà il posto dove balleremo per l'ultima volta" rispose, scossi la testa.
"No, no, no, l'ultima che balleremo saremo vecchi, senza denti e balleremo durante i nostri ultimi momenti insieme" lo vidi sorridere amaramente.
"Devo partire" corrugai la fronte.
"Che significa che devi partire?" Chiesi.
"Parto per la guerra"

Marry you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora