not coming

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Selena's p.o.v.
Indossai l'abito nero che mi prestò la madre di Justin, legai i capelli in una coda bassa e sospirai pesantemente, la porta della stanza si aprì e vidi Justin.
"Dove pensi di andare?" Mi chiese.
"Al funerale, insieme a te" risposi  ovvia e lui si avvicinò a me mentre scuoteva la testa.
"No, non verrai" mi guardò negli occhi e corrugai la fronte.
"Cosa?" Chiesi non capendo.
"Non verrai" non gli diedi retta e uscii dalla stanza per poi scendere le scale, vidi anche gli altri e uscirono quando videro Justin dietro di me.
"Ascoltami, dannazione" alzò un po' la voce.
"Tu non verrai, verranno tutti i nemici di Henry per assicurarsi che sia morto, è pericoloso, non posso dare il supporto alla sua famiglia mentre proteggo te" distolsi lo sguardo.
"allora perché viene tutta la tua famiglia?" Chiesi.
"Papà porta i bambini da zia e poi viene" spiegò.
"E io che dovrei fare? Starmene qui da sola?" Chiesi acidamente.
"Non da sola" corrugai la fronte.
"Con chi?" Chiesi non vedendo nessuno e sentimmo la porta aprirsi.
"Me" sentimmo la voce di Jason e guardai Justin incredula.
"Torno questo pomeriggio" mi baciò la fronte per poi uscire subito dopo.
Sospirai e caddi a peso morto sul divano, chiusi gli occhi e poi li riaprii, guardai Jason e lo vidi togliere la pistola da dietro la schiena, si tolse anche il giubbotto e vidi che aveva la maglietta sporca di sangue, per poco pensai che avesse ucciso qualcuno ma vidi che la maglietta era attaccata al suo corpo, ciò mi fece capire che era ferito. Non dissi niente e andai in camera per poi cambiarmi, tornai di sotto e lo vidi mentre usava il telefono, alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
"Non prendertela con lui" lo guardai male ma non dissi niente, lo vidi fare una smorfia di dolore e corrugai la fronte.
"Stai sanguinando"
"Me ne sono reso conto" disse acidamente e roteò gli occhi, spostò la maglietta, vidi un taglio, sembrava profondo.
"Che cavolo hai fatto?" Chiesi riferendomi anche allo zigomo rosso e il labbro spezzato.
"Ho fatto a botte" rispose e mi alzai per poi avvicinarmi a lui.
"Alzati" mi guardò confuso ma si alzò comunque, gli feci segno di venire con me, andammo in bagno e gli dissi di sedersi per poi prendere la cassetta di pronto soccorso che avevo visto mentre mi facevo la doccia.
Mi girai verso di lui e sospirai.
"Togli la maglietta" lo vidi ghignare e roteai gli occhi.
"Imbecille" sbuffai e lui rise.
Lo vidi togliere la maglietta e vidi che lui non aveva tanti tatuaggi come Justin, bagnai con l'alcol il cotone per passarlo sulla ferita.
"Perché Justin è venuto da te?" Gli chiesi ma non rispose, pigiai più forte sulla ferita e fece un verso di dolore.
"Jason" lo richiamai, sembrava in uno stato di trance, corrugai la fronte.
"Jason!" Lo chiamai ancora.
Respirava affannosamente, cominciai a preoccuparmi ma poi tornò alla normalità.
"È tutto ok" presi dei punti lui mi guardò.
"Hey, quelli fanno male" lo indicò.
"Meglio così" ghignai.
"Perché Justin è venuto da te?" Gli chiesi di nuovo ma non rispose, misi uno dei punti sulla ferita e lo vidi stringere tra le mani il tessuto della sua maglietta.
"Ti consiglio di rispondere" lui rise
"Io ti consiglio di non farmi arrabbiare" mi guardò negli occhi.
"Voleva solo sapere come superare la morte di qualcuno" rispose e corrugai la fronte.
"Perché tu?" Chiesi.
"Vuoi che ti faccia la lista delle persone che sono morte?" Chiese acidamente.
"Mamma, papà, mio fratello, Mia, mia figlia" lo guardai dispiaciuta, lo ero veramente.
"Dovresti stargli vicino ma quando dice di lasciarlo stare, fallo"corrugai la fronte e finii di mettergli i punti.
"E qualunque cosa succeda, dagli la possibilità di spiegare" non capivo dove voleva andare a parare.
"Non capisco"
"È questo il punto, non capirai mai ciò che sta passando, non fino a quando succederà anche a te".
"Pensavo che tu odiassi Justin" lui rise nel sentire quella frase.
"Infatti, ma secondo una persona siete adorabili insieme" sorrise per poi mettersi la maglietta.
"Sei diverso dalla prima volta che ti ho incontrato" si alzò in piedi e mi guardò.
"Te lo avevo detto che avevo disturbo da personalità multipla"
"Posso chiederti una cosa?" Chiesi e annuì.
"Risponderai sinceramente?" Chiesi ancora e rise.
"Sono Jason McCann come osi chiedermi una cosa del genere?" Chiese e sospirai sconfitta.
"Ovvio che no" lui annuì dandomi ragione.
"E se Justin cambiasse?" Chiesi di punto in bianco.
"Tutti cambiano, fa parte dell'essere vivi" rispose guardandomi negli occhi.
"Solo i morti non cambiano" mi leccai le labbra.
"Io non voglio che cambia, potrebbe diventare cattivo, potrebbe diventare come.." Non finii la frase pensando al fatto che lo avrei ferito.
"Me, potrebbe diventare come me" finì la frase al posto mio.
"Hey, non sono così male, tutto ciò che ho fatto l'ho fatto per la mia famiglia" corrugai la fronte.
"Certo, uccidi i poliziotti per la tua famiglia" roteai gli occhi e mi guardò male.
"La mia famiglia è morta per colpa dei poliziotti" non lo sapevo, avevo sempre creduto che fossero stati uccisi da criminali.
"Ma tuo padre era un poliziotto" corrugai la fronte ricordando quando lo disse a Justin.
Sentimmo un forte rumore e poi un altro, come se qualcuno avesse rotto una finestra.
"Dove tiene Justin le armi?" Mi chiese e lo guardai confusa.
"Che ne so io" risposi.
"Stai vicino a me" mi ordinò e annui, entrammo nella stanza dove il vetro era rotto e guardò fuori dalla finestra per poi spostarsi molto velocemente.
"Merda" bisbigliò ma lo sentii comunque, si diresse verso l'armadio e cominciò a cercare le armi, prese una mitragliatrice e mi lanciò la pistola, la presi al volo prima che cadesse.
"Cosa me ne faccio? Non la so usare" mi guardò incredulo e mi lanciò anche i proiettili.
"Sei la futura moglie di un criminale e non sai usare una pistola?" Chiese incredulo.
"No!" Risposi ovvia.
Si avvicinò a me e mise i proiettili nella pistola.
"Carica, mira, spara" mi fece vedere e mi guardò.
"Hai capito?" Chiese e annui roboticamente.
"Che succede?" Chiesi
"Cerca di non parlare" mi guardò negli occhi, subito dopo si lanciò su di me e impedì a un proiettile di colpirmi.
"Jason" lo chiamai
"Ora mi sono rotto le palle" si alzò velocemente e impugnò la mitragliatrice.
"Non ucciderli!" Lo vidi avvicinarsi alla finestra e cominciare a sparare, mi portai le mani alle orecchie senza mai far cadere la pistola.
Era questo che Justin aveva vissuto?  non lo biasimavo del fatto che sembrava diverso.
Sentii le mani di qualcuno sui miei fianchi, cercai di urlare ma mi tappò la bocca, Jason nemmeno se ne era accorto, era impegnato a fare fuori quelli fuori e a pararasi dai proiettili nemici.
E se andasse lui in guerra al posto di Justin?
Non aveva nessuno da perdere.
Mi sentii trascinare mentre mi dimenavo, diedi una gomitata alla persona dietro di me e cominciai a correre per le sclae.
"JASON!" Urlai più che potevo ma mi afferrò per la caviglia e caddi a terra facendo spattere lo zigomo sulla scala, fece un male della madonna ma ero stata fortunata del fatto che le scale erano in legno, se fossero state di marmo sarebbe stato molto peggio, mi girai verso di lui e quando vidi la pistola davanti a me chiusi gli occhi, perché mi faceva questo? Era uno dei ragazzi di Justin, perché?
Aprii un occhio e vidi Jason dietro di lui che puntava la mitragliatrice a Scott.
"Mettila giù" gli ordinò ma non gli diede retta, lo vidi caricare la mitragliatrice.
"Siamo nella merda per colpa tua, troietta" detto questo lo colpì con la pistola alla testa e Scott cadde a terra.
"Non si trattano così le ragazze" lo guardai incredula e sospirai sollevata e feci la prima cosa che mi venne naturale fare, lo abbracciai, fece cadere la mitragliatrice e fui sorpresa quando mi strinse forte a sé.
"GOMEZ!" Sentii la voce di Kai e poi dei passi, alzai lo sguardo e lo vidi.
"Che diamine è successo?" Chiese mentre guardava Scott a terra.
"Dove cazzo è Justin?" Chiese acidamente
"Non era con voi?" Chiede Jason e Kai scosse la testa.
"Non è venuto" rispose e sgranai gli occhi.
Lo vidi avvicinarsi a Scott e afferrarlo per i capelli.
"KAI!" Lo richiamai.
"Come cazzo hai osato" lo fece cadere giù dalle scale.
"Oh mio Dio" mi portai le mani alla bocca facendo cadere la pistola a terra.
Scese le scale e lo afferrò per la maglietta per poi farlo sbattere contro la parete.
"ATTACCARE CASA MIA" urlò per poi dargli un pugno.
"SAI LE REGOLE, RAZZA DI COGLIONE, LEI NON SI TOCCA" lo colpì ancora.
"Sia tu che Justin state perdendo la testa, abbiamo bisogno di soldi Kai" lo spintonò e Kai lo afferrò per il collo, metteva paura.
"Jason, lo ucciderà" scosse la testa.
"Non sono affari miei" lo guardai incredula.
"Non sono suo fratello, non ho il diritto di dirgli cosa fare o meno"
"Non devi toccarmi, stronzo" sentimmo dei passi e vidi correre verso di noi loro madre insieme al marito.
"Kai!" Lo richiamarono.
"Lo sai che Justin ti ucciderà appena saprà cosa hai fatto" la sua voce era fredda.
"Facciamo così, lo faccio io al posto suo" prese la pistola da dietro la schiena.
"Perché te la prendi tanto? Henry è morto per colpa sua" quello sembrò fargli perdere la testa.
"Kai" sentimmo la voce della sorellina ma la ignorò.
"Salutami Henry" caricò la pistola sotto lo sguardo di tutti.
"MALACHAI!" era un urlo disumano.

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