why not?

4.8K 183 9
                                    

Selena's p.o.v.
Avevano dato il permesso di entrare nella sua stanza, visto che gli altri dormivano, decisi di andare io.
Entrai nella stanza e lo vidi con gli occhi chiusi, guardai le varie macchine a cui era collegato, trascinai la poltrona vicino a lui, mi sedetti e presi la sua mano.
"Mi stai spaventando, Justin" sospirai e i miei occhi diventarono lucidi.
"Non ti azzardare a morire" scossi la testa.
"Vorrei sentire la tua voce"  sorrisi amaramente.
"Avevi detto di saper cantare" lo guardai dolcemente e sospirai.
"Ti voglio bene" mi morsi le labbra e presi un grosso respiro.
"E voglio ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me" una lacrima mi rigò il volto.
"Mi hai salvato la vita più volte"
"Mi hai comprato un bellissimo telefono" coninciai ad elencare le cose che aveva fatto da quando lo avevo conosciuto personalmente.
"Mi hai permesso di venire in un paese bellissimo" sorrisi amaramente.
"Mi hai fatto trascorrere un compleanno bellissimo"
"Mi hai fatto abbracciare un koala" sorrisi ampiamente quando lo sentii stringere la mia mano ma poi divenne una smorfia di dolore.
"E sono quasi morto" sentii la sua voce.
"Mi fai male" cercai di liberarmi dalla sua presa.
"Dove sono i ragazzi?" Chiese lasciando la mia mano.
"Fuori, dormono" risposi e lo vidi togliersi l'ago della flebo.
"Ma che fai? Sei quasi morto!" Cercai di fermarlo.
"Per colpa di chi?" Chiese la sua voce era fredda, sembrava quella di Jason.
"Sono qui per colpa tua" mi alzai dalla poltroncina e lui si alzò dal letto.
"Stenditi" cominciai ad indietreggiare.
"Sarei dovuto stare con mio fratello" mi guardò negli occhi mentre si avvicinava.
"È QUASI MORTO PERCHÉ IO ERO QUI" urlò
"NON TI HO DETTO IO DI VENIRE!" Urlai anche io mentre una lacrima scese dal mio occhio.
Quando sentii la parete dietro di me, cominciai ad agitarmi, mi stava mettendo paura, non lo avevo mai visto così.
"Non ti azzardare mai più ad urlarmi contro" non urlò ma fece molta più paura di prima.
"Justin, ti prego, basta" lo suppliciai
"Mi metti paura" altre lacrime mi rigarono il volto.
"Non mi importa, non mi importa un cazzo" toccò la mia guancia.
"Justin" sospirai sperando di sparire, lo sentii ridere'
"Pensi davvero che ti farei del male?" Chiese e aprii gli occhi che avevo chiuso poco prima.
"Sì" risposi sinceramente.
"Te l'ho detto migliaia di volte che non ti farei mai del male"
"Ma sei bipolare?" Chiesi e scosse la testa.
"Mi ci vuole poco per calamari" rispose per poi sedersi accanto a me.
"E mi ci vuole molto poco per arrabbiarmi" lo sentii sospirare e mi strinse forte a sé.
"Mi hai fatto male prima" sospirò di nuovo.
"Ho sempre messo la mia famiglia prima di tutto, spesso anche prima di me stesso" si leccò le labbra.
"E l'unica volta che non l'ho fatto, mio fratello stava per morire, mi ha fatto mandare fuori di testa" si giustificò, non chiese scusa come mi aspettai.
"Non mi chiederai scusa?" Chiesi e scosse la testa.
"Non chiedo scusa quando non mi sento in colpa" rispose e sgranai gli occhi.
"Non sono ancora del tutto calmo, Gomez, è meglio se smetti di fare domande" annui soltanto e poi mi ricordai ciò che aveva detto Jason a Henry.
"Come sta Jason?" Chiese e sospirai.
"Paralizzato ma vivo" risposi.
"Mi ucciderà" scossi la testa sentendo quella frase.
"Ha detto a Henry che voi siete a posto" corrugò la fronte.
"Vi lascerà in pace" distolsi lo sguardo non riuscendo a reggere il suo.
"Ha detto che è grato del fatto che lo hai quasi ucciso" corrugai anche io la fronte.
"Quel ragazzo non è normale" scossi la testa dandogli ragione.
"E a voi?" Chiese e non risposi.
"Selena" mi richiamò e sospirai.
"A noi non ci lascerà in pace a meno che.." non finii la frasebe presi un grosso respiro.
"A meno che non abbiamo legami parentali con te, visto che non siamo parenti, siamo fottuti" dissi in un sospiro.
"A meno che non ci sposiamo" girai la testa e lo guardai.
"Ed ecco che torna tutto come all'inizio" sospirai

Era passata un mese, Kai si era finalmente operato, secondo Justin non era cambiato niente ma lui era un tipo molto pessimista, un po' come me.
Jason ci aveva dato tempo un'altra settimana per trovare una soluzione, se non lo avessi fatto sarebbe venuto ad uccidere tutti noi.
Sapevo che l'idea di Justin era l'unica soluzione ma non volevo costringerlo, e in più non volevo sposarmi con uno per cui non provavo amore ma soltanto una devota ammirazione nei suoi confronti.
Arrivai a scuola, scesi dalla macchina e la guardai attentamente, sorrisi ampiamente, avevo finalmente imparato a guidare, non avevo la patente, costava troppo fare il corso, guidavo grazie agli insegnamenti di Bieber e ovviamente in una delle sue macchina.
Entrai dentro e vidi i volantini sulle pareti, c'era un ballo in onore al nuovo preside, non sapevo che fare, non avevo nessuno con cui andarci.
"SELENA!" Sentii le voci dei miei migliori amici, mi girai e poi corsi verso di loro, abbracciai prima Matt e poi Lilith.
"Amore mio" sorrisi ampiamente.
"Hai visto? Ci sarà un ballo" disse felicemente, dopo il rapimento era stata strana, aveva paura persino della sua stessa omba ma ora stava benissimo.
"Ho visto" risposi e Matt mi guardò confuso.
"Quanta allegria! Hai un motivo per far portare il culo del tuo ragazzo qui" indicò il pavimento, lui non sapeva niente ovviamente.
Risi e scossi la testa.
"Al mio ragazzo non escono i soldi dal culo" risero entrambi
"Voi con chi andate?" Chiesi a loro due mentre andavamo in classe.
"Io con il mio ragazzo" rispose ovvia e Matt fece il finto offeso.
"Mi tradisci così velocemente? Me ne ricorderò" risi e mi sedetti sulla sedia del mio banco.
"Viene Selena con te" mi indicò.
"Nah, il suo ragazzo mi spaventa" risi di nuovo.
"È un militare non un criminale"
Infatti.
era entrambi.
Quelle furono le frasi che pensai.
La prof entrò in classe e cominciò a spiegare.
Dopo otto lunghe ore suonò l'ultima campanella, salutai i miei amici e mi diressi verso la macchina, mi guardai intorno sentendomi osservata, io, a differenza di Lilith, non mi ero ripresa, avevo il terrore di incontrare Jason, sapevo che era in città, persino da una sedia a rotelle mi spaventava a morte, sapevo che persino da in prigione era riuscito a rifarsi una gang e in più aveva comandato tutti i prigionieri di New Orleans, persino quelli più pericolosi di lui, era come se tutti avessero paura di lui, da quello che diceva Justin, persino da morto ce l'avrebbe fatta pagare.
"Dietro di te" sentii la sua voce alle mie spalle, mi girai e sgranai gli occhi quando lo vidi in piedi, lui ghignó.
"Cosa vuoi?" Chiesi e vidi tutti gli altri intorno a noi che si facevano gli affari propri.
"Ucciderti, mi sembra ovvio" fece spallucce ed entrò in macchina, io non mi mossi.
"Muovi il culo, Gomez" presi un grosso respiro, volevo mettermi ad urlare, mi chiedevo ancora come faceva ad essere libero.
"Non ci provare ad urlare" sembrò leggermi il pensiero, sbuffai e salii in macchina, con le mani tremanti accesi la macchina.
"Ci avevi dato un'altra settimana" lo sentii ridere.
"Non sono veramente qui per ucciderti, voglio capire quali problemi affliggono la tua piccola mente"indicò la mia testa e io sgranai gli occhi.
"La mia? Ma ti sei visto?" Chiesi e fece spallucce.
"Se dovresti vivere ciò che ho vissuto io, saresti molto peggio di me" mi guardò negli occhi.
"Comincia a guidare" mi ordinò, presi un grosso respiro e lo feci.
"Sono qui per aiutarti" risi nel sentire quella frase.
"Potresti sparire se vuoi aiutarmi" gli consigliai e scosse la testa.
"Ho detto che voglio aiutare te, non la tua famiglia" sospirai pesantemente.
"Ma che problemi hai? Sposa Justin e fine della storia" non capii il perché lo volesse così tanto.
"Chi non sposerebbe Justin?" Chiese retorico.
"Persino io lo sposerei" lo guardai per poco e poi tornai a guardare la strada

Marry you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora