Fucked up

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Quando tornai a casa notai che non c'era nessuno a casa, mandai un messaggio a mio fratello e gli chiesi dove fossero ma non rispose, sospirai e mandai l'ennesimo messaggio a Bieber, nemmeno lui rispose.
Il giorno seguente quando mi svegliai sentii la voce di mamma e quella di mio fratello, scesi di sotto dopo essermi preparata per scuola, quando li vidi sorrisi e li abbracciai mentre loro mi guardavano confusi.
"Justin ha detto che parlerà con i suoi ragazzi, e pagherà lui i debiti" loro sgranarono gli occhi e mamma mi abbracciò di nuovo.
"O mio Dio" sorrisi e ricambiai l'abbraccio, finalmente era tutto alla normalità.
"Io ora vado a scuola se no faccio tardi" loro annuirono e cominciai a camminare verso scuola, non vedevo l'ora di raccontare tutto a Lilith.
Mentre camminavo mi guardavo intorno, quando vidi una macchina, come quella che aveva all'inizio Justin, presi il telefono per vedere se mi avesse risposto ma non fu così, sospirai e provai a chiamarlo, il telefono suonò a vuoto.
Arrivai a scuola e andai verso la bacheca per vedere i risultati dall'esame che avevo fatto per ricevere la borsa di studio, quando non vidi il mio nome i miei occhi diventarono lucidi, non sarei andata al college come tutti gli altri, il mio sogno era andato a farsi cagare.
Mi sentii abbracciare e ricambiai l'abbraccio.
"Mi sei mancata, piccoletta" sorrisi e lo guardai negli occhi.
"Ho avuto da fare, Matt" lui sorrise soltanto.
"Come vanno le cose con il tuo ragazzo?" Chiese e sospirai.
"È complicato" risposi e sospirò anche lui.
"Ma al momento è alla fine dei miei problemi" guardai la bacheca davanti a me.
"Mi dispiace tanto" feci spallucce cercando di non pensarci.
Quando suonò la campanella andai in classe, gli altri parlavano a lungo dei risultati dell'esame, erano quasi tutti arrabbiati, gli argomenti erano stati cambiati senza avvisarci.
Loro continuarono a parlarle mentre io fissavo il telefono, avevo paura, poteva essere in pericolo a causa mia, i suoi uomini erano strani da quello che avevo capito, chi diavolo farebbe a botte con il proprio capo?
E se lo avessero ucciso?
E se la sua proposta li avesse fatti arrabbiare?
Sospirai pesantemente pensando al fatto che era inutile farsi domande se le risposte non potevo averle.
Vidi la porta aprirsi ed entrare Lilith, solita ritardataria.
Venne verso di me, mi alzai per poi abbracciarla.
"Raccontami tutto" disse sedendosi accanto a me.
"Mi ha laciata andare" lei sgranò gli occhi incredula.
"Oh mio Dio" sorrise felicemente ma io non lo feci.
"Sel, dovresti essere al settimo cielo, non ce lo avrai tra i piedi" corrugò la fronte non capendo.
"Sì, dovrei, ma ho paura che gli sia successo qualcosa" mi guardava confusa e sospirai.
"Mi aveva detto che mi avrebbe chiamato se qualcosa fosse andato male" lei fece spallucce e sorrise.
"Forse è andato tutto bene e quindi non ti chiama" suppose e la guardai negli occhi.
"Oppure è andato tutto malissimo e lo hanno ucciso"distolsi lo sguardo.
"Parliamo di altro, tipo del tuo compleanno" sorrise e anche io.
"Ho visto il tuo post dove mi hai fatto gli auguri" sorrisi ampiamente e la abbracciai di nuovo.
"Avvolte vorrei sosposarti" risi nel sentire quella frase, fui felice del fatto che la prof non ci diceva di stare zitte.
"Ora ti faccio vedere le foto" tirai il telefono fuori dalla tasca e lei sgranò gli occhi quando lo vide.
"Me lo ha comprato lui" spiegai e poi le feci vedere le foto.
"Wow" sorrideva ampiamente e anche io.
"Certo che eri felice per essere una che stava con un ragazzo che eri stata forzata a sposare" sorrisi dolcemente.
"È una brava persona, in realtà" mi guardò sorpresa.

Stavo tornando quando vidi di nuovo quella macchina, era nello stesso posto, per una frazione di secondi pensai che era lui ma poi mi ricordai che l'aveva venduta e che aveva promesso alla madre che non se ne sarebbe andato più.
Arrivai a casa e dopo aver pranzato silenziosamente andai in camera, feci i compiti, guardai se mi avesse risposto, andai a farmi la doccia, guardai se avesse risposto, feci uno spuntino, guardai di nuovo ma non aveva risposto.
Mi sentii chiamare da mio padre, andai in salotto e lo vidi tenere in mano una busta, vidi lo stemma dell'università e sgranai gli occhi, lui invece mi abbracciò.
"Sono fiero di te" sorrise per poi baciarmi la fronte, non capivo, non avevo passato l'esame.
Mi ricordai la sua domanda, ecco perché lo voleva sapere!
"Justin" dissi a bassa voce e papà corrugò la fronte.
"Cosa?" Chiese non capendo
"È stato Justin" risposi ma continuò a non capire.
"Io non ho passato l'esame" mi guardò sorpreso.
"Quando ero da lui mi aveva chiesto che materia volevo studiare" sospirai e sorrisi per poi correre in camera mentre papà mi chiedeva dove stessi andando.
Gli mandai un messaggio.

A: Bieber
Ecco perché me lo hai chiesto! Dio, grazie veramente tanto, sei il migliore!

Feci un grosso respiro e poi sospirai, forse Lilith aveva ragione, forse era andato tutto benissimo.
Andai a letto e proprio come prima guardai se avesse risposto ma non lo aveva fatto, avrei voluto prenderlo in calci in culo.
A: Bieber
Se avessi i soldi per venire di nuovo in Canada, ti prenderei a calci in culo.

Sospirai guardando il telefono.

A: Bieber
Ho paura che ti sia successo qualcosa.

A: Bieber
Buonanotte

Solo dopo che mandai il messaggio vidi il cuore, mi colpii la fronte con la mano e sospirai, ero abituata ad usare i cuori troppo spesso.
Mi alzai dal letto e misi il telefono in carica, tornai a letto e mi addormentai subito dopo anche se avevo mille pensieri per la testa, ero stanchissima e avevo un mal di testa pazzesco.
Mi svegliai nel cuore della notte varie volte, visto che non riuscivo a dormire camminavo per la casa, andai in cucina e bevvi un po' d'acqua, quando mi girai vidi mamma con una scopa in mano.
"O mio Dio!" Lei accese la luce e sospirò.
"Pensavo fosse un ladro!" Si giustificò.
"Mi hai spaventata a morte" mi portai una mano al cuore.
"Anche tu" mi guardò e poi corrugò la fronte.
"Torno a letto, notte" lei sorrise per poi darmi un bacio sulla guancia, era tutto come prima, da quando ero tornata non li avevo ancora sentiti litigare.
Tornai a letto, stavo per addormentarmi di nuovo ma sentii vibrare il telefono, mi alzai dal letto troppo velocemente, mi girava la testa, per arrivare fino alla scrivania mi mutilai, era troppo buio, andai a sbattere contro all'armadio e anche contro il comodino, il mignolo faceva un male della madonna.
Quando vidi il suo nome sorrisi e risposi.
"Justin" feci un sospiro di sollievo.
"Siamo nella merda"

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