What?

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Justin's p.o.v.
Sentivo la sua voce chiamarmi, mi morsi il labbro e appoggiai la testa sul muro mentre i miei occhi diventarono lucidi, non potevo parlare o avrebbero scoperto che non ero al fronte con gli altri.
"Justin se sei tu, ti prego, di qualsiasi cosa" presi un grosso respiro ma non dissi niente.
"Se questa è una sorta di vendetta giuro che ti vengo a menare" sorrisi debolmente.
"Mi dispiace tanto, ho fatto la stronza senza capire che tu stai male quanto me" la sentii sospirare.
"Ti amo" chiusi la chiamata e sospirai pesantemente, presi dei grossi respiri, almeno stavo un po' meglio, mi era mancata la sua voce.
"Bieber" sentii la voce del sovrintendente, chiusi gli occhi sperando di sparire.
"Ha risposto?" Chiese e annui.
"Sì, sì ha risposto" risposi e sorrise.
"Bene, ora vai dagli altri, stanno partendo per andare a liberare la città qui vicino" corrugai la fronte ma feci come mi disse, odiavo prendere ordini dagli altri, corsi verso i ragazzi e salimmo tutti nel camion.
Fu difficile raggiungere la città, se così si poteva chiamare, fummo attaccati varie volte ma fu facile metterli fuori gioco.
Pensammo fosse tutto finito ma poi si sentì un forte rumore, il furgone si alzò da terra, molti cademmo fuori da esso, nemmeno si fermarono per farci salire, continuai a rotolare finche non sentii un  dolore atroce alla testa, era forte ma non era niente a confronto con quello che provavo nel petto per via delle costole.
Mi alzai in piedi con un po' di difficoltà, mi guardai intorno ma non vidi nessuno dei ragazzi, non pesi tempo a chiamarli, se ci fossero stati li avrei visti, provai a contattare la caserma con la radio trasmittente ma non funzionava.
"Merda" Bisbigliai e cominciai a camminare senza sapere dove stessi andando.
Camminai a lungo finché non vidi una specie di capanna, c'erano dei bambini che correvano davanti ad essa ma appena mi videro corsero dentro mentre urlavano il nome di una persona.
"Jason?" Sentii una voce, ero convinta che la mente mi stesse tirando brutti scherzi per via della botta che avevo preso poco prima, poi mi accorsi che mi aveva chiamato Jason e non Justin, mi focalizzai sulla ragazza davanti a me, era impossibile.
Caddi a terra senza forze.
Aprii gli occhi e vidi uno dei bambini di prima.
"È sveglio!" Disse il bambino, cercai di mettermi seduto, con un braccio mi aiutavo ad alzarmi mentre con l'altro mi strofinavo gli occhi.
"Vai a giocare con gli altri" sentii di nuovo quella voce, il bambino uscì e vidi la donna sedersi al posto suo.
"Chi sei?" Chiese acidamente mentre la guardavo.
"Justin" risposi mentre mi toccavo la fronte ma mi accorsi che cera una benda.
"È il massimo che potevo fare con ciò che esiste in questo posto" annuì soltanto mentre mi massaggiavo le tempie.
"Prima mi hai chiamato Jason" corrugai la front e la vidi distogliere lo sguardo, sgranai gli occhi incredulo.
"No, è impossibile" scossi la testa.
"Ha detto che eri morta" la sentii sospirare
"Quindi lo conosci" dedusse.
"Conosceva mio fratello" spiegai.
"Kai" annui soltanto.
"Come fate ad essere uguali?" Chiese confusa.
"Tu sei identica alla mia ragazza" sgranò gli occhi.
"È assurdo, lo so" la testa faceva male proprio come le costole.
"Almeno tu non sei un criminale come lui" roteò gli occhi.
"Perché crede che sei morta?" Chiesi e distolse lo sguardo.
"Mia" la richiamai.
"I poliziotti pensavano che sarebbe stato meglio così, Jason sarebbe stato più malleabile, lo avrebbero usato a loro piacimento" sgranai gli occhi.
"Jason non si lascia usare da nessuno" dissi confuso e scosse la testa.
"Non quello che conosci tu" sospirò.
"Glielo hai lasciato fare?" Chiesi incredulo.
"No, certo che no, amavo Jason!" La guardai confusa.
"Mi dissero che era morto, che si era suicidato, non era la prima volta che ci provava, in prigione era impazzito" prese un grosso respiro.
"Mi dissero di andarmene e se no i suoi nemici se la sarebbero presa con me, mentre venivamo in questo posto di merda dissero che avevano mentito, Jason era vivo e vegeto"
"Potevi scappare"
"Ci ho provato un milione di volte ma poi ho perso le speranze" scossi la testa.
"Jason sta male, pensa che tu sei morta"
"Non posso farci niente"
"NON PUOI FARE NIENTE PERCHÉ SEI TU CHE NON VUOI FARE NIENTE!" Urlai perdendo la pazienza.
"DATTI UNA CALMATA" urlò anche lei.
"Tu non lo hai visto"
"Conosco Jason, so bene come mi sente, ma io sto male tanto quanto lui"
"A me non sembra, te ne stai qui, circondata da bambini, mentre i federali ti proteggono" la vidi roteare gli occhi.
"I federali non stanno proteggendo nessuno" corrugai la fronte.
"Ascolta, non puoi capire, e non conosci Jason, non sai cosa farebbe se scoprisse che i poliziotti gli hanno mentito"
"Li ucciderebbe tutti" dedussi e lei annuì.
"E non sai cosa farebbe a me se scoprisse che sono viva"
"Non ti farebbe mai del male" corrugai la fronte.
"Jason è pazzo, Justin, ovvio che lo farebbe"
"Jason darebbe la vita per te"
"Che ne sai?" Chiese.
"Io lo farei per la ragazza che amo" risposi.
"Tu e Jason non siete la stessa persona" scossi la testa .
"Forse ora non lo siamo, ma all'inizio lo eravamo, era un normalissimo ragazzo canadese come me, costretto a fare scelte di merda per aiutare la sua famiglia come me, ma poi la sua vita è andata a puttane e lui è cambiato" mi alzai in piedi.
"Dove vai?" Chiese.
"Devo contattare gli altri, tre o quattro siamo caduti dal camion" risposi.
"Ti consiglio di non uscire, e pieno di soldati dell'isis"
"Allora è questa la città che dovevamo liberare" dedussi prendendo il Kalazhnikov.
"Come pensi di sopravvivere fino a quando troverai gli altri?" Chiese
"So badare a me stesso" mi avvicinai alla porta e poi mi ricordai di una cosa.
"E la bambina?" Chiesi girandomi verso di lei, vidi i suoi occhi diventare lucidi e distogliere lo sguardo.
"È morta per davvero" dedussi e lei annuì.
Selena's p.o.v.
Eravamo arrivati in Messico, aveva lasciato la macchina davanti a un bar che era pieno di tipi che sembravano conoscerlo.
Stavamo camminando per le strade della piccola città, i bambini giocavano a pallone in mezzo alla strada, avvolte passavano macchine con cecchini affacciati alle finestre, anche le persone che camminavano erano armati fino ai denti, c'erano spacciatori che vendevano droga a persone della mia età.
In quel paese la criminalità sembrava essere legale.
"Quindi non ha detto niente?" Chiese Jason e scossi la testa.
"Sapevo che era un tipo vendicativo ma non lo credevo così tanto vendicativo" sospirai e mi girai verso di lui, era strano, facevano quaranta gradi, si moriva di caldo eppure lui aveva una camicia nera, i jeans neri e le scarpe dello stesso colore.
"Forse non doveva essere lì quando ha chiamato" lo difese e sbuffai.
"Non difenderlo"
"Non lo sto facendo, è un cazzone" risi nel sentire quella frase.
"Però forse hai ragione tu"
"Splendore, ho sempre ragione" lo vidi ghignare e lo colpii scherzosamente.
"Soltanto ora"
"Come vuoi tu" fece spallucce.
"È assurdo"
"Il fatto che siamo passati dal me che ti vuole uccidere a noi che andiamo in Messico insieme?" Chiese e annui.
"Come se fossimo amici da anni" aggiunsi.
"Non sono sempre stronzo" annui dandogli ragione.
"Già, per esempio ora sei strano, sembri triste" 
"Lo sono" disse dopo aver preso un grosso respiro.
"Se vuoi possiamo parlarne"
"Ho già vari psicologi, ne ho abbastanza di parlarne" lo sentii sbuffare.
"Ma non hai un amico con cui parlarne"
"Ricordati che sono quello che voleva ucciderti, non essere gentile"
"Sei acido" roteai gli occhi.
"Ieri ti avevo detto che te lo avrei chiesto oggi" si leccò le labbra.
"Ti manca Justin?" Chiese e sospirai.
"Da morire" sospirai pesantemente
"Almeno tu potrai rivederlo" ci fermammo davanti ad una casa dove c'erano tante persone vestite di nero, piangevano.
"È oggi" dedussi.
"Aspettami qui"
Scossi la testa, non ci potevo credere che era oggi l'anniversario della sua morte, ecco perché ieri e oggi era stato diverso dal solito, mi maledii mentalmente per quello che avevo detto la mattina.
"No, vengo con te"
"Sei uguale a lei, Selena, non credo che aiuterebbe"
"Pero ti ha aiutato" puntualizzai.
"Faccio subito, poi andiamo in giro"
"Fai con comodo"
"Mia?" Sentimmo una voce e ci girammo a guardare.
"No, io non sono Mia, sono.."non finii la frase visto che guardava Jason in cagnesco.
"McCann" disse acidamente.
"Che diamine ci fai qui? Prima ci chiami dicendo che Mia è viva e poi vieni con questa qua?" Chiese e corrugammo la fronte sia io che Jason.
"Mia cosa?"

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