I Will

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"Ti prego, no" non si fermò, prese la borsa da terra e uscì dalla porta, sentivo come se qualcosa si fosse strappato da me, come se una parte del mio cuore non ci fosse più.
Caddi in ginocchia mentre le lacrime mi rigavano il volto, piansi a lungo, sentivo come se non potessi respirare, ricordo che volevo correre da lui e salire con lui in quel maledetto aereo ma non potevo, sapevo che non potevo.
Indossai di nuovo la felpa che mi aveva dato per dormire, presi lo zaino e uscii da quella stanza, salii in macchina e cominciai a guidare verso scuola.
Arrivai davanti alla scuola e vidi Lilith insieme Jocelyn, sospirai e continuai a camminare verso il mio armadietto, tutti parlavano del fatto che le truppe americane erano in difficoltà, molti degli studenti avevano i propri famigliari arruolati nell'esercito, sospirai pesantemente sapendo che lui poteva  morire da un momento all'altro.
Vidi avvicinarsi quel figlio di puttana a me, distolsi lo sguardo e cominciai a camminare, non volevo aver niente a che fare con lui.
"Selena!" Mi chiamò ma lo ignorai.
"Sel!" Mi chiamò ancora e roteai gli occhi visto che mi stava dando noia.
"Piccola" mi morsi il labbro inferiore e chiusi gli occhi, faceva ancora male.
"Gira a largo, imbecille" sentii la sua voce e mi girai, sospirai quando vidi Jason e non Justin.
"E tu saresti?" Chiese e lui ghignò.
"Uno che ti spacca la faccia se non ti levi dalle palle" rispose a ucidamente, lui alzò un sopracciglio e quando vidi che stava per aggredirlo lo lasciai fare, se lo meritava, lo prese per la maglietta e lo fece sbattere contro gli armadietti.
"Stai lontano da lei" lo guardò male.
"Jason!" Lo chiamai e si girò verso di me, lo lasciò andare e si guardò intorno visto che tutti lo stavano guardando.
"Dobbiamo parlare" sbuffai sonoramente e andai vicino a lui, sotto lo sguardo di tutti.
Camminammo uno a fianco dell'altro e andammo nel retro della scuola, per poco pensai che voleva uccidermi ma  vidi che non era armato.
"Chi altro avete fatto arrabbiare?" Chiese e corrugai la fronte.
"Non lo so" risposi e roteò gli occhi.
"Lo sai che mi irriti?" Chiese e sbuffai.
"Ma sei bipolare?" Chiesi e scosse la testa.
"Soffro di personalità multipla" rispose e sgranai gli occhi.
"Ora, visto che ho dovuto promettere a Justin di proteggerti, sai di chi è la macchina?" Mi mostrò la foto e la guardai bene.
"È la macchina dei fratelli di Lilith" lui corrugò la fronte e annuì.
"Bene, vado ad ucciderli" piegò la foto per poi metterla in tasca.
"No! Non lo farai" alzai un po' la voce e lui rise.
"Non sono Justin, non mi tieni in guinzaglio come a lui" mi guardò negli occhi e scossi la testa.
"Non lo tengo al guinzaglio" lo guardai negli occhi anche io.
"Ah, Più tardi dovrai darmi la risposta" cominciò ad allontanarsi dopo avermi dato le spalle.
"Avevi detto una settimana, domani è l'ultimo giorno" si girò verso di me e ghignò.
"Wow, davvero mi hai creduto?" Rise e lo fulminai con lo sguardo.
"Non mi metti paura McCann" mi guardò sorpreso.
"Strano, prima in corridoio ti è preso un colpo" rise di nuovo e roteai gli occhi.
"Pensavo che fossi Justin" mi difesi.
"Justin è partito, Selena" mi guardò negli occhi.
"Tu sei potente, fallo tornare a casa"
"Hai ragione, sono potente" si leccò le labbra e mi fece ricordare Justin ancora di più.
"Ma non ci guadagno niente" detto quello se ne andò e io andai in classe.
Tutti mi guardavano come se fossi un alieno e la prof mi sgridò visto che ero in ritardo.
Mentre facevamo religione io ascoltavo musica, io non ero proprio in vena di ascoltare la lezione e in più la canzone era così bella. Il video fa vedere  un ragazzo che è in guerra mentre la ragazza a casa che lo aspetta, si mandavano lettere tutti i giorni ma un giorno i suoi commilitoni gli fanno un brutto scherzo e mandano alla ragazza una foto del ragazzo con una tipa,  non la stava tradendo, erano solo amici ma lei non sapeva, lei quando la vede piange molto e quando cade si porta dietro la candela che cadendo fa bruciare tutto, il ragazzo che sta tornando a casa, visto che è stato ferito, vede la casa in fiamme e corre dentro, quando la porta in ospedale le sta al suo fianco finché non si sveglia.
La canzone si chiama "Me Fal" che significa perdonami.
Mi tolsi le lacrime dalle guance e anche le cuffie visto che la prof mi chiamava.
"Selena, stai bene?" Mi chiese e scossi la testa.
"Il mio ragazzo è partito per la guerra, quindi no, non sto bene" risposi e vidi Lilith rigarsi verso di me e sgranare gli occhi, si alzò velocemente per poi venire da me e abbracciarmi.
"Andrà tutto bene, starà bene" mi rassicurò mentre mi accarezzava i capelli.
"Volete uscire?" Ci chiese la prof dolcemente e annuimmo.
Uscimmo in corridoio e andammo in bagno, mi abbracciò di nuovo e prese un grosso respiro.
"Mi dispiace, sono stata un egoista" scossi la testa e tolsi le lacrime dal volto.
"Hanno detto che Bill ti ha parlato oggi" corrugò la fronte e roteai gli occhi.
"A dir la verità mi ha chiamato ma l'ho ignorato" risi e anche lei.
"Questa è la mia ragazza" battemmo il cinque e sorrisi.
"E poi Jason lo ha aggredito" sospirai ma lei rise.
"Si merita una statua solo per questo" risi nel sentire quella frase ma poi mi ricordai della foto che mi aveva fatto vedere e del fatto che sarebbe andato ad ucciderli.
"Mi ha fatto vedere una foto, era la macchina dei tuoi fratelli, era davanti a casa mia" la guardai negli occhi.
"Di notte" aggiunsi e sospirò.
"Avevo paura che ti succedesse qualcosa, così ho detto a loro di spiarti" spiegò e sorrisi ma poi sgranai gli occhi.
"Dove sono?" Chiesi e lei mi guardò confusa.
"A casa, perché?" Chiese non capendo.
"Ha detto che li avrebbe uccisi" lei sgranò gli occhi.
"Cosa?" I suoi occhi diventarono lucidi.
"Andiamo" la presi per mano per poi correre fuori anche se sapevamo che saremmo andate nei guai.
Salimmo nella sua macchina e cominciò a guidare molto velocemente.
Mentre lei guidava mi arrivò un messaggio da parte di un numero sconosciuto.
Da: sconosciuto
I soldi sono dentro al vaso vicino alla porta.
Sgranai gli occhi, chi diamine era quello?
"Chi cavolo è questo, ora?" Chiesi esasperata.
"Come fai?" Chiese Lilith.
"A fare cosa?" Chiesi a mia volta.
"A vivere in tutto questo" rispose e sospirai.
"Sto impazzendo, mi sento perennemente in pericolo" mi passai le mani tra i capelli e lei fermò la macchina davanti a casa dove c'era un'altra.
"Non dobbiamo aggredirlo, ci ucciderebbe in un nanosecondo" mi leccai le labbra.
"Dobbiamo parlargli" lei sgranò gli occhi.
"Non so se sai chi Jason McCann sia!" Alzò un po' la voce.
"Fidati di me" scesi dalla macchina
Entrammo dentro e lo vidi davanti au fratelli di Lilith.
"Jason" lo chiamai ma mi ignorò.
"Jason" lo chiamai di nuovo.
"Sapevo già il perché erano lì" caricò la pistola.
"Sel" la mia amica mi chiamò a bassa voce.
"Allora tutto questo non ha senso" mi avvicinai a lui.
"Invece sì, è divertente" puntò la pistola al più piccolo dei fratelli.
"Bello il fatto che si chiamano Damon e Stefan Salvatore, proprio come su The Vempire Diaries"
"Jason, ti prego, sei meglio di così" ero dietro di lui.
"No, a dir la verità sono molto peggio"  presi un grosso respiro e pensai a ciò che Justin mi aveva detto, aveva promesso alla moglie che non avrebbe mai più ucciso.
"Ricordati ciò che mi hai promesso, Jason" senti il suo respiro accelerare.
"Sei morta" appoggiai la mano sulla sua spalla.
"Se fossi morta, non lo sentiresti" dissi con un tono calmo.
"Penso che devo uccidere anche il tuo di ragazzo, visto che gli avevo detto di non dirlo a nessuno" presi un grosso respiro.
"Sei tu il mio ragazzo" era da stronza e lo sapevo ma avrei fatto di tutto per proteggere le persone che amavo.
"Metti giù la pistola" misi la mano sulla sua e mi lasciò abbassare il suo braccio, fece cadere la pistola e le sue mani  cominciarono a tremare, lo guardai negli occhi che erano lucidi, era quello l'altro Jason.
"Mi dispiace" vidi Lilith correre dai fratelli per poi abbracciarli.
"È tutto ok, è tutto ok" sospirai pesantemente.
"Ti avevo promesso che sarei cambiato"
Credeva veramente che fossi sua moglie?
Forse non avrei dovuto farlo, lo avrebbe ucciso.
"E lo hai fatto, lo hai fatto" fui sorpresa quando mi strinse forte a sé ma ricambiai l'abbraccio.
Ci sedemmo a terra e appoggiai la schiena a terra mentre lo tenevo stretto a me.
"Mi dispiace tanto"  gli accarezzai i capelli senza dire niente.
"Non vorrei farlo" corrugai la fronte, si alzò velocemente per poi prendermi per il collo.
"Pensi veramente che sia così stupido?" Chiese mentre cercavo di respirare.
"Insomma, è vero, quel lato di me è estremamente instabile, emotivo, perso" mi guardò negli occhi.
"Jas..." scosse la testa e rise.
"Jason non farlo" ghignò.
"Ciò che dicono tutti" sentivo l'aria mancare nel mio corpo.
"E infatti non lo farò, Justin tornerebbe per uccidermi, e francamente voglio vivere, ho una lunga lista di persone con cui vendicarmi" allentò la presa.
"Sì o no?" Chiese
"Sì" risposi mentre continuavo a dimenarmi, lui mi lasciò andare e caddi a terra, feci un enorme respiro.
"Sposerò Justin"

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