Do you miss her?

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Presi il treno e arrivai a casa, vidi una macchina, era quella di Lilith, suonai il campanello e mamma aprì la porta.
"Tesoro" mi abbracciò e ricambiai l'abbraccio.
"Oh mio Dio, hai un aspetto terribile" disse riferendosi al mio trucco.
"Non avevo lo struccante con me" mi giustificai ed entrai dentro dove vidi gli altri.
"Seeelllennaa" la mia amica corse verso di me per poi abbracciarmi.
"Ehi" la strinsi forte a me.
"Com'è andata? Come sta Justin?" Chiese e nel frattempo salutai anche papà e quel cazzone di mio fratello.
"Non mi importa nulla di quello stronzo" sbuffai sonoramente.
"Ora, se mi scusate, vado a farmi una doccia e a dormire, sono stanca" vidi la mia amica guardarmi confusa, me ne andai di sopra senza aspettare che dicessero qualcosa.
Mi feci una doccia molto veloce, eravamo noi a pagare le bollette, mi asciugai i capelli ma non del tutto, mi guardai allo specchio e sospirai mentre scuotevo la testa, dolsi tutto il trucco dal volo e sospirai di nuovo.
Se quel coglione pensava che sarei stata male per lui, si sbagliava di grosso.
Avrei voluto che quella frase fosse vera e che non l'avevo detto in preda alla rabbia.
Mi sdraiai e mi addormentai poco dopo, quando mi svegliai c'era silenzio a casa, scesi di sotto e non vidi nessuno, solo un foglietto con scritto che erano andati a fare la spesa, sospirai pesantemente e andai in cucina, presi una bottiglia di birra per poi aprirla, ne bevvi un sorso e feci una faccia disgustata, come facevano a berla? Era quello che mi chiesi ma lo feci anche io, ne bevvi ancora un po'.
"Da quand'è che bevi?" Sentii la voce di mio fratello.
"Pensavo fossi con mamma e papà" dissi sorpresa e bevvi un sorso di birra
"Lo sai che odio fare la spesa" si avvicinò a me, mi tolse la bottiglia dalle mani anche se cercai di  impedirglielo.
"Non ti lascerò farti del male" scosse la testa e sbuffai, buttò il resto della birra nel lavandino.
"Cosa è succeso?" Chiese e roteai gli occhi.
"Non fingere ad essere il fratello iperprotettico che non sei" dissi acidamente e lo sentii sospirare.
"Ti ho lasciato odiarmi, insultarmi, non parlarmi, ma ora basta!" Alzò la voce.
"È vero ho fatto cazzate, e continuo a farle ma sono sempre tuo fratello, Selena!" Roteai gli occhi.
"No, non roteare gli occhi con me, Selena" era arrabbiato, parecchio.
"Faccio tardi a scuola, levati Mason" lo sorpassai e andai in camera, mi vestii e cambiai l'orario.
Non guidai.
Andai a scuola a piedi, avevo bevuto, dovevo fare andare via dolore, ma era una cazzata, tutti avevano mentito, l'alcol non fa andare il dolore, non sarei mai riuscita a stare meglio, però dovevo fingere di stare meglio.

Arrivai a scuola, passai un po' di tempo con Matt e Lilith, decidemmo di andare in giro dopo scuola, era da tanto che non lo facevamo.
Il tempo passò lentamente, finalmente finì anche l'ultima campanella, andai in cortile e aspettai Matt e Lilith, li aspettai a lungo ma non li vidi arrivare, sentii vibrare il telefono e vidi che era un messaggio di Lilith.
Da: Lili
Scusaci, siamo in punizione
Sgranai gli occhi incredula ma non risposi, sapevo che non potevano usare il telefono.
Sospirai e cominciai ad andare a casa, passai davanti al bar e decisi di comprare delle patatine con i soldi che mi rimanevano, entrai dentro e sgranai gli occhi quando vidi Jason.
"Gomez" disse senza nemmeno girarsi
"Come facevi a sapere che ero io?" Chiesi corrugando la fronte.
"C'è uno specchio davanti a me" indicò lo specchio del bar mentre continuava a bere il suo drink senza nemmeno girarsi.
"Pensavo fossi in Canada" ero perplessa.
"Quando ho chiamato l'ho fatto da qui" annui incerta e ordianai qualunque cosa Jason stesse bevendo.
"E così Justin de ne andanto" si girò verso di me.
"Sti gran cazzi" sbuffai e mi guardò sorpreso ma poi annuì.
"Fingere che non ti importa non ti aiuterà" roteai gli occhi.
"E chi finge?" Chiesi, stavo per prendere il bicchiere ma lui fu più veloce di me.
"Ah ah, non è carino quando le ragazze bevono" bevve il mio drink in un sorso.
"Non ho mai detto che voglio essere carina" risi nel sentire quella frase.
"Che Dio aiuti Justin" corrugai la fronte non capendo.
"Quando sei arrabbiata hai un carattere terribile" spiegò e sbuffai.
"Non sono arrabbiata"
"Lo so" quello li aveva qualche rotella fuori posto.
"Soffri, vorresti metterti a piangere, ma le lacrime non escono, così incanali tutte le tue emozioni nella rabbia" aveva ragione ma ero troppo orgogliosa per dirlo.
"È una scelta di merda, ti sembrerà stare per bene per qualche giorno, poi crollerai, tutto tornerà più forte di prima e ti distruggerà" lo guardai negli occhi cercando di capire come faceva a saperlo.
"Io l'ho sempre fatto" fece spallucce e disse al barista di riempire di nuovo il suo bicchiere.
"Perché voi ragazzi potete bere e la gente vi trova hot mentre quando siamo noi ragazze, la gente ci ritiene delle stronze zoccole?" Chiesi e rise.
"Perché voi ragazze avete qualche serio problema mentale" rispose e lo colpì sulla spalla.
"Stronzo"
"Non sto scherzando, voi trovate hot qualunque cosa pericolosa che un ragazzo fa" risi anche io.
"Giusto, giusto" gli diedi ragione.
"Quindi domani cominciano le vacanze di primavera?" Chiese e annui sbuffando.
"Dovresti essere al settimo cielo" scossi la testa.
"No, la scuola mi distrae dal pensare ai fatti miei" sospirai e mi passai le mani tra i capelli.
"Ti va di venire in Messico?" Chiese ghignando e sgranai gli occhi.
"Che cavolo dovrei fare in Messico?" Chiesi a mia volta.
"Fare compagnia a Jason"rispose ovvio e risi.
"Scordatelo" scossi la testa.
"Dai, il Messico è divertente" lo guardai scettica.
"Anche se volessi, i miei non mi lascerebbero" sbuffai.
"E come vuoi" roteò gli occhi.
"Che ci fai qui?" Chiesi e ordinò un altro drink.
"Qui nel bar o qui in America?" Chiese e feci spallucce.
"Entrambe" risposi.
"Sono in America perché devo andare in Messico" rispose a una delle due domande e bevve un sorso della bevanda alcolica.
"E qui nel bar per piangermi addosso" corrugai la fronte e scosse la testa.
"Non voglio parlarne" finì il drink e si alzò in piedi.
"Dove vai?" Chiesi.
"Ti ho risposto mille volte fino ad ora" roteò gli occhi, era ubriaco.
"Devo andare in Messico" rispose sbuffando.
"Sei ubriaco" scossi la testa alzandomi.
"Non lo sono" rise e sbuffai per poi chiamare un taxi.
"Dov'è il tuo hotel?" Gli chiesi e corrugò la fronte per poi ridere.
"Non ho mai detto di stare in un hotel" mi colpii la fronte con la mano.
"Dove diamine vorresti dormire?" Chiesi.
"In una fossa profonda sette metri dove posso starmene in pace" rispose.
Era decisamente.
"Vieni qua, tu devi darti una svegliata" lo presi per il braccio per poi trascinarlo al bagno, accesi l'acqua del lavandino per poi bloccarlo e farlo riempire, eravamo nei bagni degli uomini, alcuni di loro mi guardavano male, invece quelli perversi mi guardavano in modo inquietante.
"Hey, coglione, smettila di guardarla o giuro su Dio che ti strappo gli occhi e te li faccio ingoiare" minacciò uno che continuava a guardarmi da un po'.
"Cerchi rogna?" Chiese lui e Jason fece un passo in avanti, lo afferrai per la mano e fui sorpresa quando sentii la sua stringere la mia.
"Senti, vattene, non vuole dare noia a nessuno" sospirai e quel tipo guardò male Jason.
"Jason" lo chiamai e si girò verso di me.
"Rilassati, tieni il corpo rilassato e non agitarti" corrugò la fronte ma lo fece, lo afferrai dietro il collo per poi far affondare il suo volto nell'acqua gelida, quando cominciò a dimenarsi capii di esserci riuscita.
Lo lasciai andare e mi guardò in modo terribile, aveva un'espressione assassina.
"Tu sei pazza!" Venne verso di me.
"Hey, ti ho appena salvato da una che sarebbe stata una rissa!" Mi difesi.
"Mi stavi per uccidere!"
"Non eri fu quello che voleva stare in una fossa profonda sette metri dove potevi startene in pace?" Chiesi acidamente e scosse la testa.
"Sei una Bastarda" serrò la mandibola.
"Andiamo, sarà venuto il taxi" scosse la testa.
"Ti sembro uno che prende taxi?" Chiese
"Casa mia è lontana, coglione"
"La maggior parte dei tassisti sono serial killer, scusa se cerco di non farmi uccidere" roteò gli occhi.
"Lo sei anche tu, Jason" lo vidi distogliere lo sguardo.
" sali in quel dannato taxi e vattene a casa" mi guardò negli occhi, di nuovo quello sguardo.
"Jason" lo chiamai.
"Jason niente, vattene a casa Mia" corrugai la fronte e solo allora si accorse di ciò che aveva detto.
"Selena, volevo dire Selena" si corresse.
"Ti manca?" Chiesi e mi guardò ovvio.
"Tu che dici?" Rispose con un altra domanda.
"È come chiederti se ti manca quel coglione di Justin" aggiunse e scossi la testa.
"A me non manca" rise nel sentire le mie parole.
"Te lo chiederò domani, vedrai che la risposta sarà diversa" sospirai pesantemente e distolsi lo sguardo.
"Tu non capisci" scossi la testa.
"Invece capisco benissimo"
"Mio padre faceva parte parte della Swat, teoricamente sta per Special weapons and tactics, ma in realtà era una squadra suicida, e lo odiavo"
"Non andava in guerra" scosse la testa in segno di disapprovazione.
"Era molto peggio della guerra, quei terroristi che sta combattendo Justin a confronto di quelli che vivono qui, sono pezzi di pane"
"Ogni mattina pregava di tornare a casa sano e salvo, aveva il corpo pieno di cicatrici, gli urlavo contro di odiarlo perché era egoista, perché non pensava a me e Alex, è morto e non gli ho mai detto quanto lo amassi" mi sentii in colpa, aveva avuto una vita di merda.
"Non fare lo stesso con Justin, Selena" sospirai e distolsi lo sguardo.
"E poi, tutti noi andiamo in guerra" corrugai la fronte.
"La vita di ogni giorno è una guerra" aggiunse e lo stetti a guardare curiosa di ciò che stava per dire.
"Lottiamo per rimanere vivi, avvolte uccidiamo per rimanere vivi, proteggiamo i più deboli, avvolte anche con le armi, la vita è una guerra"
"Wow, sei profondo" rise
"Pff non sono parole mie" risi anche io.
"Ovviamente"
"Ora io vado, ho da fare" annui soltanto.
"Non salire nel taxi, sono pericolosi" scossi la testa incredula.
"Sei paranoico"
"No, sono stato in prigione a lungo, nella parte di massima sicurezza, la maggior parte erano tassisti"
"Penso.. penso che andrò a piedi" rise per poi salutarmi.

Quando andai a casa rimasi un po' con la mia famiglia visto che non passavo del tempo con loro da un po', quando si fece tardi andai in camera, indossai il pigiama ed entrai a letto, vidi che avevo un messaggio di Lilith su Facebook.
Lilith Salvatore: scusaci per oggi😩❤
Selena Gomez: tranquilla, cosa avevate combinato?😂❤
Lilith Salvatore: Matt ha detto alla prof di matematica che urla troppo e io gli ho dato ragione😂
Selena Gomez: voi state fuori😂❤
Non rispose più, sospirai pesantemente e misi via il telefono, stavo per addormentarmi quando sentii vibrare il telefono.
Era una chiamata da parte di un numero protetto;

Era Justin.

Ignorai la chiamata finché non smise di suonare.

Presi il telefono e mandai un messaggio.

Quando partiamo per il messico?

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