23 - Legati da un filo rosso

104 18 62
                                    


Vanessa si offrì di accompagnarmi all'ospedale, ma non accettai, certa di stare abbastanza bene. Ero un po'... un pochino tanto, stordita.

Invece alla fine vinse lei...

No! No! No!

Non potevo trovarmi sul lettino dell'ambulatorio della misericordia, con davanti un signore di mezz'età con i pantaloni gialli, una ragazza in divisa giallo ciana e Vanessa alla mia sinistra, colei che mi aveva salvata e aveva insistito per portarmi a farmi visitare, nonostante io non volessi.

"Signorina, stai bene." Disse il dottore dopo avermi visitata. "Le uniche due cose che posso constatare è che hai avuto un abbassamento di pressione a causa dello shock provocato dall'incidente e hai preso una bella botta. Hai subito un trauma cervicale, per cui dovrai portare un collare al collo per qualche settimana."

"Grazie mille, dottore. Per quanto di preciso?"

"Venti giorni. Per ora te ne diamo noi uno provvisorio, ma ti faccio la ricetta e appena lo hai comprato in farmacia torna qui che te lo sistemo io o un mio collega."

"Perfetto, grazie."

"Un attimo solo che poi ti faccio andare, devo segnare i tuoi dati sul computer. Marica mi aiuti te?" disse rivolgendosi alla ragazza, una volontaria, che annuì e si sedette davanti al computer. "Io non sono molto bravo con quegli aggeggi." Aggiunse poi l'uomo dai pantaloni giallo fosforescenti.

In seguito, iniziò a farmi delle domande, nome, cognome, data di nascita... e la ragazza riportava tutti i dati sul computer. Tutte facili da rispondere, fino a che non mi bloccai su una:

"Scusami mi puoi riferire in modo preciso la dinamica dell'incidente?"

"Beh ecco.. io.. Stavo per attraversare la strada, ho controllato che non arrivasse nessuno, ma poi improvvisamente ecco un'auto che sfrecciava alla velocità della luce. Per fortuna che c'era Vanessa a salvarmi." Dissi rivolgendole un sorriso di immensa gratitudine e lei ricambiò.

"Dovresti andare dai carabinieri allora, a fare una denuncia."

"Non mi ricordo molto bene.."

"Nemmeno qualche dettaglio?"

"Forse sì, l'auto nera, l'uomo che conduceva coi capelli e baffi scuri.."

"Bene, è già qualcosa. E poi hai una testimone." Disse guardando Vanessa, che fino a quel momento era stata muta come un pesce.

"Ma io ho visto poco e niente." Parlò lei.

"Ma quel poco conta."

"Secondo me non ha senso fare una denuncia, in fondo non sappiamo niente.. secondo me non importa." Disse lei con un'espressione preoccupata, che cercava di nascondere, fingendosi sicura di quel che stava dicendo.

"Come non importa?" riprese il medico. "Potrebbe fare del male a qualche altra vita!"

Io, che ero d'accordo col dottore, iniziai ad alterarmi e a insospettirmi dell'atteggiamento di Vanessa, ma ero troppo debole e ancora presa dalla botta, che lasciai perdere.

"Vedremo, dottore, grazie. Ci penserò."

Dopo che ringraziai nuovamente il dottore e la volontaria, arrivò mia mamma a prendermi e a portarmi lontana dall'indecifrabile Vanessa, con cui però ero in debito.

°°°

Finalmente in camera mia, chiamai Leo e gli raccontai di essere caduta, evitando di andare nei dettagli per non farlo troppo preoccupare e rassicurandolo di stare bene, che mi occorreva solo riposo.

Petali di Ciliegio - Romeo + GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora