"Nooo!" urlai guardando quelle due macchine.
Lasciai le mani di Leonardo e comincia a correre più forte che potevo. Il cuore mi batteva fortissimo. No, non poteva essere proprio la macchina dei miei genitori.
"Alessio!"
Quando fui vicina cominciai a piangere, non riuscivo a trattenere quelle lacrime, che scendevano una dopo l'altra bagnandomi le guance. Perché proprio lui? Perché ?
"Alessio!" andai vicino al finestrino della nostra auto rossa e cercai di aprire lo sportello per farlo uscire, ma era come se fosse bloccato. Provai con tutte le mie forze a tirare quella maniglia, ma non ci riuscii. Era impossibile da aprire.
"Scusa" dissi tra le lacrime, appoggiando una mano sul finestrino, lui allungò il braccio e fece lo stesso. Le nostre mani erano una sopra altra, ma c'era un vetro che ci separava e io non potevo fare niente per aiutarlo. Se avessi provato a spaccare il finestrino, avrei rischiato di ferirlo. Non volevo provocargli ulteriore dolore.
Mio fratello era imprigionato tra gli airbag della nostra macchina, era una tale sofferenza vederlo in quello stato. Rosso in viso, dalle sue labbra capivo che mi diceva di stare bene, di stare tranquilla. Ma come potevo stare tranquilla, come potevo mantenere la calma se la colpa di quell'incidente era tutta mia? Se io non avessi avuto questo dannato gesso sarei potuta tornare a casa benissimo da sola, invece lui, da bravo fratellone, era venuto a prendermi, perché sapeva che faticavo troppo a camminare reggendo il peso dello zaino in quelle condizioni.
"Soccorsi" riuscii a leggere dalle sue labbra.
Tornai lucida.
Ogni minuto era fondamentale per la sua preziosa vita.
Intorno alle due auto, si era riunita una folla di persone, ma nessuno aveva osato avvicinarsi alla nostra macchina, o almeno credevo così.
Dovevo chiamare il 118, i vigili, i carabinieri, i miei genitori, ma ero leggera, troppo leggera. Dove avevo lasciato il mio zaino?
Guardai a destra e a sinistra, ma non c'era. Che stupida, l'avevo lasciato al cancello.
"Torno subito Alessio, non ti abbandono qui." Dissi avvicinandomi di nuovo al finestrino.
Mio fratello non parlò, chiuse gli occhi in segno di approvazione e si sforzò di sorridere. Stava soffrendo, ma non voleva farmelo notare, non voleva farmelo pesare.
Mi girai e trovai di nuovo quei due occhi verde smeraldo a fissarmi.
"Stavi cercando questo?" Disse Leonardo con il mio zaino tra le mani.
Io annuii tra le lacrime e poi presi lo zaino per cercare il cellulare. Quando aprii la tasca anteriore mi cadde tutto per terra, il cellulare, i fazzoletti, il portafoglio, la mia bustina dove tenevo le cuffie, le chiavi di casa...
"Stai tranquilla." Mi disse Leonardo chinandosi per aiutarmi. Io non risposi. Non puoi dire a una persona di stare tranquilla in momenti del genere, peggiori solo le cose.
Quando presi in mano il cellulare per digitare il numero del 118, udii le sirene in lontananza, stavano arrivando ad aiutare il mio fratellone. Per fortuna, qualche anima buona tra i numerosi spettatori aveva chiamato i soccorsi.
A quel punto tornai da Alessio.
"Stanno arrivando a soccorrerti, dai, che sei forte." Dissi tra le lacrime, con la mano sul vetro, ma questa volta lui non rispose e non allungò la mano, accennò solo un sorriso debole. Il colorito rosso gli era sparito dal volto, stava diventando sempre più pallido.
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Petali di Ciliegio - Romeo + Giulietta
ChickLitIn fondo le cose più belle nascono sempre per caso ed è questo che accade anche a Natasha, la protagonista della storia. La sua vita s'intreccia con quella di un albero di ciliegio, che le sarà sempre caro perché fragile e allo stesso tempo forte co...