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. cris

Sette ore.
Era sette ore che ero in fila, ma tra massimo un minuto e sarebbe toccato a me.
Mi tremavano le mani e le ginocchia, e il cd rischiava di scivolare tra le dita.
Senza che me ne potessi rendere veramente conto, le guardie mi strapparono il cd dalle mani e mi spinsero poco delicatamente in avanti.
Finii tra le braccia di qualcuno che poi identificai come Fede, ma io continuai a guardare oltre la sua spalla per vedere chi ci fosse.
E lo vidi.
Il mio cuore cominciò a battere talmente velocemente che per un attimo ebbi paura che potesse sbalzarmi fuori dal petto.
Un uragano pieno dei suoi messaggi, delle immagini del primo abbraccio in cui mi aveva stretta. Mi dava alla testa.
E non ci capii niente quando poi mi strinse tra le braccia, pensai "sì, io qui ci sono già stata; ero felice". Pensai che con la guancia incollata al suo petto ci sarei potuta stare tutta la vita, che dopotutto tutto si sarebbe potuto aggiustare se avesse continuato a stringermi così.
-Ciao, piccola Cris.- Sentii in mezzo all'uragano e al suo profumo.
-Ben..- Sussurrai portando una mano alla bocca e stringendo gli occhi per evitare di piangere.
-Piccola va tutto bene ora, okay? Sei qui con me, non ti può succedere niente.- Mormorò posando la mia testa sul suo petto. E lo sentii benissimo nonostante le più di mille voci intrecciate attorno a me.

C'eravamo solo noi due.
Il resto era andato via.

facebook / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora