Capitolo 12 - Fuggire

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Andrea pov



Le tre passate, vedo i numeri con gli occhi socchiusi, per via della prominente luce che emette lo schermo e delle precedenti lacrime.
Non riesco a dormire, sono agitato, furioso, triste, depresso e chi più ne ha ne metta.
Posso anche scordarmi un futuro con Giovanni! Non vuole avere a che fare con uno schifoso bisex? Va benissimo, che si fotta! Vedra quanto posso essere stronzo.
Resisto alla tentazione di malmenare tutto ciò che ho a portata di mano, limitandomi ad alzarmi per andare a prendere da bere.

Ritorno in camera.
Per caso noto che sulla mia sedia è presente una felpa, ma non mia; se la sarà dimenticata Giova.
La prendo, in breve impeto di nervosismo, ma poi decido di stringerla a me, fino a portarla vicino alle labbra, dove si bagna con le piccole lacrime che dolorosamente emergono dal fondo dei miei sentimenti cupi ai miei occhi.
-Mi manchi...-
Continuo a spingere il capo grigio sul mio viso; avverto che pian piano mi sto tranquillizzando, riesco a sentire il suo leggero odore accarezzando il tessuto.
Ripongo la felpa sulla spalliera della sedia e mi corico nel letto, con quel senso di protezione, e mi addormento.




Mi sveglio un'altra volta presto, i raggi provenienti dai buchi della tapparella sono accecanti.
Passo l'intera mattinata a non fare nulla, resto nel letto a pensare e a guardare video e la home di facebook.

Decido di scrivere a Matteo, ho bisogno di staccare.
-Ciao matte come va?-
-Ehi Andre tutto bene te-
-Scusa se te lo chiedo così, ma ti andrebbe di vederci? Ultimamente non sto molto bene emotivamente-
-Che è successo?-
-Ho lasciato Erica e ho litigato con giova per motivi personali...-
-Ah mi dispiace! Vieni pure, se vuoi puoi stare da me anche per qualche giorno-
-Grazie matte, posso prendere il treno anche oggi, ti va bene?-
-Sì sì tranquillo, portati dietro qualcosa comunque-
-Sì lo so, mi porterò il solito zaino-
-Ok bene, verso che ora pensavi di arrivare?-
-Verso tardo pomeriggio/sera, penso, per te va bene?-
-Si, ti verrò a prendere in macchina come al solito-
-Ok, grazie. Avevo davvero bisogno di prendermi una pausa...-
-Quando sei qui se vuoi ne parliamo, ok?
Vedremo :)-
-Ahh che ansia la vita ahaha. Dai, ti aspetto. Dovrai raccontarmi la tua soap opera u.u-
-Ahaha lo sembra veramente, bruttiful-
-Ahahah-
Vado in sala ad informare mia madre.
-Ma dire le cose prima no? Sempre all'ultimo minuto- non rispondo.
-Dai, ok. Ti porto io- sospira, per poi sorridermi.
-Grazie mamma- ricambio il sorriso.

Arriva l'ora di andare.
Mia madre mi lascia di fronte alla scalinata della stazione.

Salgo sul treno
Prima che le porte si chiudino guardo fuori, il complesso di edifici e colori; Giovanni, perchè mi hai detto quelle parole? Perchè siamo in questa situazione di merda...?
Lascio volare questi pensieri, finchè non vedo i grandi pannelli metallici muoversi, scontrandosi delicatamente e tagliando fuori il mio triste mondo.
O almeno, lo spero.

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora