Capitolo 10 - Elaborazione

2.8K 184 62
                                    

Andrea pov


Mi sveglio, quasi di soprassalto; sento i vestiti leggermente appiccicosi, sto morendo di caldo.
Tiro velocemente in dietro le coperte, in cerca di aria.
Sono ricoperto dal sudore, mi passo una mano sul viso, nel tentativo di migliorare la situazione.

Raccolgo il cellulare e guardo le ore: 7:03, non ci sono messaggi di Giovanni, la cosa mi conforta ma mi preoccupa allo stesso tempo.
Mi prendo degli abiti puliti dall'armadio e mi dirigo in bagno, chiudo la porta a chiave e mi spoglio.

Magari se facessi un po' di esercizio fisico non guasterebbe, potrei diventare più attraente, chissà poi se a Giova piacerei di più con o senza peli.
No, aspetta, cosa cazzo sto dicendo? Dev'essere l'ora...

Entro nella doccia e regolo la temperatura dell'acqua, mi abbandono sotto il bollente getto, mentre ripenso alla sera prima.
Quel bacio, ora cosa penserà di me? Pensa davvero che sia stato accidentale?

La sensazione di rilassamento mista alla stanchezza mattutina mi fa vagare, facendomi venire in mente domande ben più fantasiose.
Gli sarà piaciuto? E se avessi continuato? M'immagino la scena, con mille varianti, con finali inaspettati, tragici, fino ad ipotizzare come conclusione di farlo nel retro della sua macchina.

Quest'ultima cosa non avrei dovuto proprio pensarla.





Giovanni pov


Sono nel mio letto, Andrea è mezzo straiato su di me, mentre mi accarezza il torso; rimango un attimo shoccato, ma resto immobile.
Il ragazzo si alza e mi bacia a stampo.

-Che ne dici se facessimo un viaggio da qualche parte, solo tu ed io?- mi domanda con voce suadente.
-Mi hai baciato...- le parole escono come automatiche.
-Ovvio. Perchè, non posso più?- enfatizza le sue parole posando nuovamente le sue labbra sulle mie, muovendole lentamente.

Mi tiro su, sedendomi.
-Andrea, fermati! Che cazzo fai?- sono confuso ed un poco spaventato.
-Sono il tuo ragazzo, si può sapere che cos'hai?- la sua risposta mi lascia di stucco; io, gay, con lui come ragazzo? Qualcosa non va, ho bevuto o assunto droghe di recente?
Vedo la scena sfumare, scomparire.

Sbatto un paio di volte gli occhi: sono in un paesaggio innevato, di sera, mentre abbraccio Andrea; sono ritornato a poche ore fa.
Lo vedo scattare col viso verso di me, ma stavolta mi allontano prima che lui riesca a baciarmi.

-Scusa, non volevo!- si giustifica.
-Scusami tu, ma semmai io non volevo- rispondo senza pensare.
-Bene, se non mi vuoi mi cercherò qualcun altro- avverto una forte tristezza nelle sue parole.
-No, aspetta!- La candida neve si è trasformata in una pioggia scura, quasi nera, avverto il forte scroscio sulla mia testa.

-Non sei felice?- un sussurro mi penetra nell'orecchio, Andrea è alle mie spalle.
-Sono io il ragazzo che ti piace?-
-Non dire scemenze! Come se avessi lasciato Erica per uno come te, che preferisce scoparsi una nuova ogni volta che ti va, povere poi quelle che hai illuso, senza essere stato chiaro fin da subito, vi fate le fotine tutti carini, ma in realtà non te ne fregava poi granché, vero?- pronuncia, con tutto il sadismo che ha in corpo.

-Non capisco, di cosa stai...- mi giro, sono di nuovo in camera mia, o meglio, appoggiato allo stipite della porta che da verso di essa.

Il lampadario è spento, dietro di me arriva un fascio di luce che si estende fino al mio letto; scorgo il mio migliore amico dormire beatamente nel mio posto, coperto solo da un leggero lenzuolo.
M'incammino verso di lui e mi siedo sul ciglio, istintivamente gli passo la mano sul viso, accarezzandolo dolcemente.

-Giova!- Sento qualcuno che mi chiama dall'altra camera, roteo la testa, ma non scorgo nessuno dal corridoio; che me lo sia sognato?
Rigiro lo sguardo verso il mio amico dormiente, ma mi ritrovo in macchina, mi vedo appoggiato alla portiera e con i vestiti fradici, ma stavolta non sono direttamente io, è come se spiassi la scena dal parabrezza, dai finestrini e da qualunque specchio contemporaneamente.

-Beh, un posto carino dove stare in camporella- Ridacchia andrea, seduto al mio fianco.
-Già, ma è leggermente lontano- sorrido

-Neanche troppo. Se non hai voglia di guidare ti ci porto io, in futuro- mi rivolge uno sguardo malizioso.

-Tu che guidi? Sarebbe un miracolo- controbatto.
-Beh, ma per te sarei disposto a fare anche di peggio- si avvicina a pochi millimetri da me.
-Vuoi sapere una cosa?-
-Cosa?-
Si avvicina al mio orecchio, e con una voce al limite della censura esclama: -Non sai cosa ti farei!-
Mi bacia.




Apro lentamente gli occhi, strusciandomi contro il materasso; dov'è sparito il cuscino?

Faccio leva con le braccia, scorgo il morbido rettangolo compresso alla testiera del letto, ne approfitto per stendermi, mettendomi in pose poco sensate.

Non ricordo praticamente nulla di quello che ho sognato fino a pochi minuti fa.
Assonnato, riassesto il cuscino, per poi lasciarmi cadere su quest'ultimo.

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora