Capitolo 20 - Legame

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Giovanni pov



Ieri ci eravamo lasciati appena prima di entrare nelle rispettive case, mezzi spossati dal viaggio.
Stamani ho invitato Andre da me, mentre non c'è nessuno a casa e, come c'era da aspettarselo, lo sto attendendo; gli ho già lasciato cancellino e porta aperti.
Guardo annoiato fuori dalla finestra, piccoli boccioli affiorano dalla scorza marrone spento dei fragili rami, le primule son già spuntate dalla terra scura a lato del vialetto; la primavera inizia a risvegliarsi dal suo letargo durato 9 mesi.
Scorgo un qualcosa di rosso muoversi nello sfondo.
Dopo averlo messo a fuoco, riconosco i tratti arrotondati distintivi del suo volto: Andrea sta aprendo il cancellino di ferro, concentrato esclusivamente sui suoi movimenti.

Apro la porta d'ingresso, il ragazzo di fronte a me invece di rallentare il passo lo rende più deciso, senza rendermene realmente conto le sue labbra sono sulle mie, le muove senza timidezza, desiderose di me.
Il mio cuore ha accellerato dalla sorpresa ed appena dopo aver realizzato cosa stesse accadendo inizio a ricambiare il suo gesto, sorridendo nel mentre.
Senza interrompere il contatto, chiude la porta col piede e successivamente mi spinge leggermente verso il muro.
-Che ne dici di mangiare qualcosa? Non ho ancora fatto colazione io- propongo, appena finito il bacio.
-Lo sai che non mangio granché la mattina, però, se vuoi, ti posso sfamare io- rimango un attimo interdetto, ma non negativamente.
- Cioè, non pensare male, non troppo- rettifica, leggermente imbarazzato dalle sue precedenti parole.
- Beh, l'ultima volta siamo stati interrotti...- lo stuzzico.
Rimane sorpreso dalla mia provocazione.
Mi avvio verso la cucina, con Andrea che mi segue.
- Quindi ti è veramente piaciuto?- mi chiede, mentre riempio di acqua la teiera.
- Non saremmo arrivati a toglierci pure le magliette se non mi fosse piaciuto-
- Col senno di poi, pensavo che ti avessi costretto a farlo-
- Ti avrei fermato prima, ero solo...- prendo due tazze e relativi cucchiaini.
- ...non sapevo cosa fare, come reagire. Lo stesso accadde quella volta in macchina, posso solo pensare che io fossi spaventato, non so come altro dirlo- sento ancora il peso di quella serata gravarmi sul cuore.
- Ma poi abbiamo risolto, e ti dirò, ne è valsa la pena soffrire: ora sono davvero felice-







Andrea pov



Giovanni, imbarazzato, cerca di nascondere un sorriso, dedicandosi nel rovesciare il tè nelle due tazze appena di fianco a lui.
- Ha fatto in fretta l'acqua- esclamo incuriosito.
- Beh, quando usi quella già calda del rubinetto, tutto è più veloce; inoltre per il tè verde non serve che bolla, altrimenti diventa amaro-
Rimango sempre piacevolmente sorpreso da questi suoi momenti da insegnante, anche se non lo do a vedere.
Mi porge la tazza, sul tavolo son già presenti dei biscotti e lo zucchero.
Sussegue una silenziosa pausa, nel mentre sorseggiamo l'infuso.
- Quindi è come se stessimo insieme?- domanda insicuro Giovanni.
Rimango colpito, sento nascere un po' d'imbarazzo mentre rispondo: - Non lo posso sapere io, ma mi piacerebbe molto se lo fosse, dal mio lato sai già cosa vorrei -.
Il suo viso è diventato più serio, pensieroso, come se stesse immaginando mille cose contemporaneamente.
- Va bene- risponde infine, conciso.
La felicità mi riempie il corpo, la sento scorrere nelle vene, più calda di ogni sorso di tè bevuto nella mia vita.
- Quindi vedi di non addocchiare qualcuno o qualcun'altra, ok?- sorride scherzoso.
- Tranquillo, voglio solo te-

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora