Capitolo 19 - Ritorno, insieme

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Andrea pov

- Grazie per l'ospitalità!-
- Già, e anche per il cibo- Giovanni ride.
- Ma figuratevi! E poi così ci siamo divertiti ed abbiamo pure fatto dei video assieme- Matteo sembra di buon umore, è quasi appoggiato alla colonna vicino all'ingresso sorvegliato dai controllori.
- Allora torneremo a farti visita per derubarti, ok?- sorrido.
- E la prossima volta andremo al quel sushi, non accetto un no-
- Ok ok, ma attenti a ciò che fate- si riferisce all'evento del divano, sicuramente.
- Comunque, eravate già una coppietta, anche prima di questa vacanza- si mette a ridere, divertito da sé stesso.
Rimaniamo un attimo in imbarazzo, davvero noi due sembriamo una coppietta?! Onestamente non vorrei che si notasse all'esterno.
Siamo già due ragazzi "ritardati", che fanno "gLi iUuttuBbErs", ci mancherebbe solo un "ci piace il cazzo" sulla lista.
Anzi, dovrei dire, almeno per me, "sono cotto un altro ragazzo".
Dovrò parlare meglio a Giovanni, per chiarire per bene cosa siamo: negli scorsi giorni abbiamo solo sfiorato l'argomento, ma ci siamo ripromessi di non andare con nessun altro, od altra, in ogni senso.
Riemergo dal mio pensiero e mi rivolgo al nostro interlocutore.
- Non è vero, dai! Comunque, per ora, non dirle ad altri di questa cosa- sorride, come se avesse già previsto la domanda.
- Ovviamente, non sono così scemo ad andare a dire in giro gli affari degli altri-

Finiti gli innumerevoli saluti, passiamo oltre al blocco di controllo e saliamo sul treno che già aspettava fermo al suo binario.
Ci sistemiamo: un posto a quattro, con un tavolino in mezzo, siamo uno affianco all'altro.
Sistemiamo i bagagli e ci accomodiamo.
- Secondo te riesco a fare qualche video?- chiedo.
- Lascia, ne ho già caricato qualcuno; pubblicazione programmata- rimango stupito.
Esulto per questo miracolo, mi guarda felice.

Giovanni pov

Sono orgoglioso, anche se è una cavolata, ma vedere Andrea felice mi procura davvero una bella sensazione.
Inizia il viaggio di ritorno, prendo il mio cellulare e ci attacco le cuffie, le indosso e mi abbandono alla musica.

Una botta mi fa riprendere in parte coscienza; mi sono addormentato? Non apro gli occhi, c'è troppa luce.
Sento la metà sinistra del viso più calda rispetto al resto, ed inoltre appoggia su qualcosa di morbido e dal buon odore.
Istintivamente, similarmente ad un gatto, mi struscio per rendermi più comodo, avverto solo il suono della mia barba  che sfrega.
Aspetta...
Spalanco le palpebre e guardo, senza muovermi troppo da esser notato, su cosa mi sto poggiando: la spalla di Andrea!
Cavolo, che cosa imbarazzante.
Per nostra fortuna non c'è nessun altro vicino a noi, ed inoltre, deducendo che in caso contrario il ragazzo su cui mi sono addossato mi avrebbe lanciato via, non ci dovrebbe essere nessuno nemmeno in lontananza.
Addocchio il paesaggio fuori dal vetro, noto il riflesso di Andrea sorridere ingenuamente.
La sua espressione mi contagia, decido di richiudere gli occhi e di risistemarmi il viso nella sua felpa.

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora