Capitolo 2 - Confessione di dubbi

3.6K 201 46
                                    

Andrea pov

E' inutile nascondergli qualcosa, mi conosce troppo bene, ormai.
-Ho dei dubbi riguardo ad Erica- mi sento vulnerabile.
-Dubbi riguardo a cosa, di preciso?-
-Alla nostra relazione. Trascino la cosa da un pochetto ormai, ma ora la situazione sta peggiorando: continuo a sentirmi in colpa, sento che manca qualcosa, non sono più felice come all'inizio- Ho bisogno di buttarle fuori.
-Quindi non credi di amarla come prima? Come mai?- abbassa leggermente la tonalità della voce.
-Non lo so, ma non vorrei farle male- Prendo un profondo sospiro.
-Lei non centra, sono io solamente che ho questi problemi- rimango in silenzio, fissando parti vuote della camera.
-E per la seconda domanda?-
Non posso esternargli ciò che sto iniziando a provare per lui.
-Non lo so, forse è solo un momento no- mento.
-Guardami e ripetilo- Incrocio il suo sguardo serio, le sue iridi sono scure come un bosco notturno, le sue labbra serrate.
Come faccio? Sa perfettamente quando mento.
Interrompo la vista di quel viso dalla mandibola squadrettata, tornando nervosamente ad ammirare il nulla cosmico della stanza.
-Andrea, eddai!- Mi rimprovera, sbuffando.
Faccio un respiro, poi una pausa e muovo la testa verso di lui.
Mi sento male.
-Una persona a cui non davo troppa attenzione si è rivelata molto dolce e gentile con me...- Spero di eluderlo con questa mezza verità.
-Va bene. Ma promettimi che risolverai la cosa, non mi piace vederti così- Mi minaccia, anche se l'ultima parte ha avuto l'effetto di rincuorarmi, almeno un poco.
-E come dovrei fare?-
-Valuta cosa provi per Erica e per quella ragazza. Come hai detto, visto che è qualcosa che ti trascini da un po', devi risolvere la faccenda, capisci se è solo "una cotta", ok?- Finalmente sfoggia un tono calmo, gli si addice di più.
"Per quella ragazza".
Sento i muscoli irrigidirsi, il cuore dimentica un battito, infliggendomi una sensazione terribile.
Senza accorgermi, Giovanni si è chinato su di me, per accogliermi in un abbraccio.
La tensione scompare, mi sveglio dal mio piccolo periodo di trance.
Sento i miei sentimenti scorrere come un torrente in piena, superando l'argine della mia volontà di non farli trasparire all'esterno.
Il respiro si fa profondo, lo stringo timidamente a me, mentre i miei occhi si rendono lucidi.
-Tranquillo, sai che ci sono qui io, sempre- Quella frase mi riempie di gioia, ma allo stesso tempo mi fa capire che ciò che provo per lui è autentico.


Giovanni pov

Finita la cena da Andrea decido di tornare a casa.
Mentre percorro la via noto il cielo: nero, quasi privo di stelle a causa della luce artificiale e da un lieve manto di nubi.
Mi viene in mente una frase che lessi per caso tempo fa:
"Ogni tanto le persone dovrebbero fermarsi un attimo e portare lo sguardo al cielo, non sanno cosa si perdono".
Effettivamente dovrei iniziare a farlo, certe volte fermarsi ad assaporare dei momenti che ci sfuggono così è immensamente appacificante.
Chissà, magari Andrea ha proprio bisogno di momenti simili, che lo distacchino dal presente e dai problemi.

Ripenso inevitabilmente a quello che è accaduto prima, non voglio che il mio migliore amico stia male! Mi fa imbestialire!
Chi sarà stato a mandarlo in confusione, sarei curioso di conoscerla, anche se non sarebbe sua la colpa di quello che sta vivendo Andrea.
Avrebbe dovuto aprirsi subito con me, piuttosto che tenersi tutto dentro, ma d'altronde col carattere che si ritrova...
Son felice che alla fine si sia comunque sfogato, non deve sopportare questa cosa da solo.
Senza accorgermi mi ritrovo davanti al citofono di casa mia, suono.
Una volta entrato appendo il giubbotto e mi dirigo nella mia camera.
Sospiro, sento ancora il peso dei pensieri.
Mi accingo a mettermi il pigiama.
Tolgo la maglietta, noto che ci sono ancora i segni delle sue lacrime.
-Andrea...- Stringo leggermente il vestito, avvicinandolo al petto.

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora