Capitolo 8 - Nevischio

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Andrea pov

E' passata una settimana ormai da quando io ed Erica ci siamo lasciati.

E' mattina, guardo fuori dalla finestra: piove.
Uh, ma che bello, proprio oggi che dobbiamo uscire.
Mi dedico qualche ora al montaggio del lavoro che abbiamo svolto ieri, mentre mangio qualcosa preso a caso dalla cucina.
Velocemente arriva mezzogiorno, e poi pomeriggio.
Ho domandato ai nostri amici se era meglio rimandare a causa del tempo, ma hanno scartato prepotentemente l'idea.
Di conseguenza indosso jeans ed un maglione abbastanza pesante, il cappotto, ed esco per raggiungere Giova.
Con mia sorpresa scopro che la pioggia si stava lentamente trasformando in neve, formando un nevischio.
Raggiungo casa sua e suono, in pochi secondi apre la porta e percorre la breve distanza verso la macchina.
-Genio, non mi hai aperto- gli urlo.
-Scusa, ma se tanto adesso esco con l'auto- mi lascia lì, in balia del gelo.
Per fortuna è veloce a tirarla fuori dal garage, salgo.
-Saresti potuto venirmi a prendere direttamente a casa, almeno non mi bagnavo- borbotto.
-Non mi è venuto in mente, però potevi scrivermelo- ed anche sta volta riesce a trovare una valida scusante; sbuffo.
-Dormito bene? O è solo l'Andrea rognoso?- ride.
-Boh, mi era venuto naturale-
-Spero si metta a nevicare per bene-
-Nah, non mi piace molto la neve- fisso fuori dal finestrino.
-Questa mi è nuova!- mi giro verso di lui, fissa sorridente la strada, con fare sicuro.
-Odio quando mi entra nei vestiti, non lo sopporto-
-E solo per questo la odi? Io la trovo bellissima, piccoli cristalli, un qualcosa di così effimero e bello. Di notte poi è stupendo, quando resta ancora la luce e crea tipo l'effetto seppia- Lo ascolto, sembra come ispirato.
-Che poeta, potresti scriverci un libro- lo sento ridere nuovamente.
-Seh, certo. E poi magari chiudiamo il canale- ascoltare le sue risa mi rende felice.

Giunti al parcheggio, notiamo che abbiamo un solo ombrello.
-Ma non ne tieni sempre uno in macchina?-
-Si, infatti. Me lo avrà rubato mia madre- Mostra una faccia titubante.
C'incamminiamo, insieme, sotto il mio ombrello.
Tutto sommato è una mezza fortuna che sia andata così, almeno mi è vicino.
Arriviamo al locale, un piccolo pub dalle tinte calde e scure; ora che ci penso è un luogo perfetto dove rintanarci in una giornata come questa.
Scorgo la neve scendere sempre di più, ma senza riuscire ad attaccare al suolo.

Giovanni pov

Dopo aver finito la piacevole chiaccherata accompagnata da birra e cibo random  usciamo, salutando gli altri nostri amici, e ci dirigiamo nuovamente in macchina.
-Come si è già fatto scuro- vocifera Andrea, guardando il manto nero sopra di noi.
-Già, ma in questo periodo è normale che succeda, sai, siamo in inverno-
-Lo so, non sono scemo- vedo una nuvoletta bianca formarsi davanti al suo viso.
Raggiungiamo la macchina, mezza bianca dalla neve.

Rivolgo un veloce sguardo alla mia destra: il biondino fissa ancora il mondo oltre il vetro, col suo insolito, ma ultimamente frequente, fare pensieroso.
-Tutto bene?- ricevo un mugolio di consenso.
-Non sembrerebbe. Mi da fastidio che non mi dici tutta la verità-
-Ti ho detto tutto ciò che ti posso dire- ora sembra un po' più freddo il suo tono.
Sospiro.
-Perchè voi persone dovete essere così complicate alcune volte? Soprattutto te, sei un caso particolare-
-Scusa? E te che saresti? Come se te poi fossi così semplice...- controbatte mezzo scazzato.
-Pensavo di essere abbastanza semplice, in realtà. Perchè dici il contrario?-
-Il tuo modo di fare! E' strano, cazzo. Mi abbracci, ti comporti come se dovessi farmi da balia quasi. Però non sto dicendo che è un male, è solo insolito- Noto che Andrea fa fatica ad esporre la cosa, inceppandosi un paio di volte.
-Semplicemente sei il mio migliore amico, ma se ti fa sentire strano posso anche smetterla subito- Mi sento leggermente deluso.
-No!- una piccola pausa di silenzio.
-Non voglio che tu smetta di farlo- il suo tono è dispiaciuto, vorrei guardarlo in faccia ma non posso distrarre gli occhi dalla strada coperta dalla melma di acqua e neve.

Passano molti minuti, accompagnati esclusivamente dal rumore della strada e dalla musica proveniente dalla radio.

-Giovanni, ferma la macchina- Andrea mostra uno stato di serietà spaventoso, m'inizio seriamente a preoccupare, fa quasi paura.
-Stai male? Ti viene da vomitare?- provo a domandargli, ma avverto che non è quello il caso.
-Per favore, Giovanni- raramente usa il mio nome completo, se poi lo ripete in solo due frasi allora è qualcosa di davvero serio.
-Ok- cerco uno spiazzo ai bordi della strada.

Sotto la soglia del visibile [Camperkiller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora