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Io e Marco siamo seduti sul divano: io con i piedi appoggiati sul tavolino, un pacco di patatine accanto a me, una bibita di Coca-Cola tra me e mio fratello e un libro sulla mia pancia;
Marco, invece, ha i piedi ben piantati per terra, il joystick tra le mani e un espressione concentrata sul viso, gioca a FIFA e sta cercando di battere il Bayern in una partita online.

«Lewandowski di merda!» urla calciando lontano il tavolino. «Già mi sta sul cazzo poi mi fa pure perdere.» mormora a denti stretti, dopo aver subito un goal.

«Potresti evitare di nominarlo? Grazie.» sbuffo irritata, alzandomi dal divano. Per me il suo nome è impronunciabile, non riesco neanche a sentirlo che il cuore mi fa ancora male.
«Alla fine, con Alex?» domando curiosa, cercando di cambiare argomento.

Marco esulta per un suo goal poi si gira e mi guarda sorridendo. «Stiamo insieme. Ieri ci siamo baciati e ha detto che già ne aveva parlato con Mario del fatto che stavamo uscendo ed era felice per noi.» spiega felice.
Marco è un ragazzo dal cuore d'oro e sono felice che abbia trovato una ragazza come Alex, lo rende felice e si vede.
«Verrà allo stadio il 5 marzo: Borussia - Bayern.» dice guardandomi di sfuggita.

Ormai i miei occhi sono puntati su di lui. So già dove vuole andare a finire, ma la mia risposta è no.
Vado in cucina e chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, ho 25 anni ma mi comporto come una bambina quando c'è lui di mezzo.

Sento due braccia stingermi in un abbraccio e vari baci sui capelli. «Non piangere. Se non sei pronta non venire, ma ti prego non piangere.» sussurra Marco stringendomi di più a sé.

Non mi sono accorta di star piangendo fin quando Marco non me l'ha detto, fin quando non mi ha stretto tra le sue braccia.
«Sai che per me è difficile.» mormoro asciugandomi una guancia. «Vorrei venire a vedere la partita, guardarti giocare, indossare la tua maglia, o quella di Roman. Ma non riesco.» abbasso lo sguardo sconfitta.
È da così tanto che non vado a vedere una partita e un po' mi sento in colpa verso mio fratello.

Marco mi accarezza una guancia e stringe le labbra. «Dovresti pensare ad andare avanti. Ormai ti frequenti con Roman, non dovresti più pensare a quello. Vieni allo stadio, non starai sola, ci sarà anche Alex e lei sa tutto. Quindi capirà se te ne vorresti andare. Ma lotta, fai vedere che non ti sei fermata a lui. Perché se non reagisci non guarirai mai.»

«Ho un fratello filosofo e nemmeno lo sapevo.» rido abbracciandolo. Ho ancora le lacrime agli occhi e cercano di uscire in tutti i modi. Ma ho anche mio fratello accanto e come un soldato difende il mio cuore.

...

Cammino nel parchetto vicino al centro commerciale, devo incontrarmi con Alex, bere qualcosa con lei e poi andiamo a fare shopping.
Ho bisogno di distrarmi, di non pensare al fatto che, tra nemmeno due settimane, andrò allo stadio e rivedrò lui.

Marco ha detto che devo reagire, non posso stare ferma e aspettare che i cocci del mio cuore si rimettano insieme da soli. Il mondo si muove e devo muovermi anch'io per restare al suo passo, non sono eterna, non posso continuare a deprimermi, sebbene lui è stato l'amore della mia vita.

Robert l'ho amato dal primo giorno che l'ho visto, da quando i suoi occhi chiari e freddi hanno incontrato i miei. Il suo dolce sorriso, le mani quasi sempre fredde, il suo corpo marmoreo eppure caldo.
Ufficialmente siamo stati solo un anno fidanzati, ma io non potrei mai dimenticare tutti i baci rubati, gli abbracci che pensavo fossero sinceri, le notti passate insieme con l'ansia e la paura che Marco ci poteva scoprire. Il mio cuore sa bene che un anno non è stato niente paragonato a tutto ciò che abbiamo vissuto prima.

Il mio amore non può essere misurato in tempo. Perché io appartenevo a lui già dalla prima volta che mi ha sorriso.

Arrivo da Alex con un sorriso sul volto e gli occhi lucidi, devo reagire è vero, ma pensare al passato mi fa star bene. Quando i ricordi ancora non fanno male, quando il cuore apprezzava ciò che faceva.

«Marika!» urla Alex per farsi vedere, mi guardo attorno fin quando non vedo la piccola Götze alzare la mano e salutarmi.

Corro da lei e mi siedo sulla panchina sotto il chioschetto delle bibite, ordiniamo due milk-shake e ne beviamo il contenuto. «Allora...» inizio a parlare curiosa come sempre. «...Tu e Marco?» lascio in sospeso la domanda per assumere un espressione maliziosa.

Alex diventa rossa e cerca di coprirsi con i suoi capelli castani. «Bhe... Stiamo insieme, tutto qua.» risponde timida, ma la sua domanda non mi soddisfa. La guardo con un sopracciglio alzato aspettando tutti gli scoop della serata. «Mi ha portato a cena fuori e mi ha regalato le rose. Era bellissimo con la camicia. Poi abbiamo fatto una passeggiata e lui si è dichiarato. Era così carino imbarazzato. E niente ci siamo baciati e dio se lo amo.» parla senza sosta, gli occhi luminosi, il sorriso sulle labbra.
Sembra una 15enne innamorata.

«Mario come l'ha presa?»

«Bene. È felice che stia con Marco ma allo stesso tempo è preoccupato visto che è il suo migliore amico.»

«Ha paura che se dovesse succedere qualcosa tra voi due anche il loro rapporto si rovinerebbe.» parlo sicura di ciò che dico. Purtroppo è sempre così: quando si ferisce una persona che amiamo indubbiamente ci allontaniamo da chi le ha fatto del male.

«Andiamo a fare shopping?» chiede Alex alzandosi.

Annuisco e la prendo sotto braccio. «Negozi stiamo arrivando!» esclamo con voce buffa, scaturendo le risate mie e della mia compagna.

Proteggiti da Me || Robert LewandowskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora