Sto ritornando a Dortmund e no, non perché mi sono lasciata con Robert, assolutamente.
Sto ritornando a casa appunto per trasferirmi da lui. Abbiamo deciso insieme di provare a convivere e Marco ci ha dato la sua benedizione, ad una sola condizione: mi deve amare incondizionatamente.Marco è sempre stato molto protettivo con me, è sempre stato il mio super eroe perché mi proteggeva da tutto e da tutti, si prendeva la colpa per ciò che facevo anche se a volte lo facevo andare nei guai. Per questo la sua opinione per me è molto importante, sapere che lui è felice perché io sono felice.
Poche volte abbiamo litigato per davvero io e Marco, poche volte siamo stati giorni senza parlarci.
E non mi sembrava giusto rimanere a Monaco senza più tornare a Dortmund, senza salutare per bene mio fratello, promettendogli che io tiferò sempre per lui, che sarà sempre il primo calciatore del mio cuore e che ad ogni partita metterò la sua maglia. Perché quella rossa, io, non la indosserò mai.Arrivo a casa e già mi sento meglio, più felice, sapendo che questa sarà sempre casa mia, anche tra 100 anni, anche quando sarò sposata e con dei figli.
Robert è il mio posto sicuro, la mia fortezza, le braccia in cui sprofondò ogni notte.
Ma Dortmund sono le mie origini e niente e nessuno me le potrà portare via.
Entro in casa e vedo la scena di sempre, una di quelle che mi mancheranno di più: Marco che gioca a PlayStation sul divano.
«Sono qui.» dico scompigliandogli i capelli e lasciandogli un bacio sulla guancia.
Marco mette pausa e si alza abbracciandomi. «Alex già sta su, ha deciso di aiutarti per il trasloco.» dice dopo aver sciolto l'abbraccio.
Annuisco e salgo in camera. Alex ha riempito la stanza di scatoloni e carta per l'imballaggio. È una pazza, per questo l'adoro. C'è anche Sophia sdraiata sul letto, a contemplare l'armadio e le foto che circondano la stanza. «Pensavo che non tornassi a salutarmi.» dice la spagnola, incrociando le braccia al petto.
«My twin, non devi mai dubitare di me!» rispondo abbracciandola di slancio. Mi era mancata la mia complice e so bene che continuerà a mancarmi come l'aria.
Alex tossisce per ricordarci che c'è anche lei qui, apriamo le braccia e lei ci si butta addosso. Questo abbraccio di gruppo è di sicuro quello che mi fa commuovere di più, e dopo mi tocca andare a salutare la squadra, non immagino quante lacrime verserò.
Il pomeriggio passa così: tra una chiacchiera e l'altra, meno abiti nell'armadio, molti scatoloni chiusi, le foto appese ormai hanno lasciato solo l'alone sul muro che ne era tappezzato, le mensole dei libri vuote, i CD rinchiusi con cura nel mio baule dei ricordi, le lettere di Robert tutte in una busta solo per loro.
Già mi manca casa e ancora non sono andata via, ma c'è Robert che mi aspetta e la nostalgia si fa più dolce, lasciando solo il sapore di un love sconforto.Quando ormai tutto è pronto, vado da mio fratello, ha deciso che dovevo andare con lui agli allenamenti e salutare tutti e lo trovo estremamente giusto, loro fanno parte della mia famiglia.
«Allora, siete pronte?» domanda Marco a me e alle altre, prendendo sotto braccio Alex.Annuiamo insieme e ci dirigiamo alla macchina. «Marco, domani verrà la ditta per i traslochi, devi fargli solo vedere gli scatoloni e loro portano via tutto.» lo avverto una volta in macchina.
«Lo so, non sono così stupido.» dice borbottando, mettendo su una faccia troppo tenera, infatti Alex non perde tempo a baciarlo.
Io e Sophia alziamo gli occhi al cielo per poi scoppiare a ridere, ormai conosciamo troppo bene la nostra compagna e una reazione di questa era normale.
«Allora, sei pronta a vedere tutti?» domanda la spagnola, riferendosi in particolare al portiere. Faccio una piccola smorfia e non rispondo, mi dispiace davvero per Roman, ma il mio cuore è il mio faro e la sua luce, il mio amore, mi illuminava la via e la destinazione e tutto ciò mi portava da lui.
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Proteggiti da Me || Robert Lewandowski
Fiksi Penggemar«Non amo tanto i complimenti Un po' me li meriterei Per averti preso in giro Anche solo immaginando Occhi che non sono i tuoi...»