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L'allenamento del Bayern è finito ed io aspetto sugli spalti Robert che esce dagli spogliatoi.
Mentre accendo una sigaretta, cosa che faccio raramente solo per rilassarmi, messaggio con Marco, vuole che torno a casa, nonostante stesso lui mi abbia detto di perdonare Robert.

A volte non lo capisco proprio.

Sbuffo il fumo nel cielo, notando le nuvole bianche che coprono il manto azzurro e non posso far altro che pensare a Robert. Questi giorni con lui sono stati fantastici, stiamo parlando di tutto ma non tocchiamo mai gli argomenti del passato o del futuro.
Vogliamo vivere il presente e ciò che ne verrà da questa storia fatta di alti e bassi.

Sento dei passi avvicinarsi a me, alzo lo sguardo e incontro le iridi castane di Mario, mi sorride dolcemente e si siede al mio fianco. Con lui c'è una ragazza è bionda, ha gli occhi chiari e un sorriso timido sulle labbra. «Marika, allora è vero che hai perdonato Robert.» dice Mario, nascondendo la sorpresa.

Lui sa bene come sono stata dopo il tradimento. È da lui che sono andata dopo aver scoperto tutto, dopo essere scappata da Robert.
«È una sorpresa anche per me...» ammetto sorridendo.

La biondina al suo fianco si schiarisce la voce, forse per ricordare a Mario della sua presenza o semplice far si che la presenti. Mario l'abbraccia e le dice qualcosa all'orecchio, li guardo e non posso far altro che pensare a Marco e Alex e a quanto siano carini e che mi mancano.
Come mi mancano Sophie e Roman, già Roman...

«Marika, lei è Charlotte, la mia ragazza.» Mario la presenta, lo guardo incredulo, Marco non mi aveva detto che il suo migliore amico si fosse fidanzato e neanche Alex me l'aveva accennato.

Alzo un sopracciglio, dopo aver stretto la mano di Charlotte e punto il dito contro il ragazzo. «Tu ti sei fidanzato?! E mio fratello lo sa?» chiedo scherzando.
Mario annuisce, una scintilla nei suoi occhi quando parlo di Marco e sorrido soddisfatta. «E non ha fatto scenate di gelosia?! O mio dio, Alex gli ha fottuto il cervello. Io pensavo che fosse solo una copertura perché amava te.»

Una risata generale si scatena tra di noi, ho sempre adorato l'amicizia tra Marco e Mario, sono stupendi insieme, anche se quando quest'ultimo è andato al Bayern tutti ci siamo rimasti male, peggio di quando l'ha fatto Robert.

Ed eccolo; il protagonista dei miei pensieri ci raggiunge con il sorriso sul volto. Sorride sempre da quando sono qui con lui. Mi dà un bacio sulle labbra e saluta Mario. «Come mai ridevate così tanto?» chiede dopo un po'.

«Delle scenate di gelosia di Marco verso me e Charlie.» risponde Mario, stringendo a sé la ragazza.

Robert scuote il capo, sorridendo sotto i baffi. «Come se tu non le avessi fatte quando Marco si è messo con Alex.» dice ridendo.
Tutti guardiamo Mario maliziosamente e lui diventa rosso fuoco, Charlotte gli da un bacio sulla guancia e lui sorride felice.

Robert mi stringe la mano, chissà se anche lui pensa al nostro inizio, quando anche noi eravamo così spontanei e innocenti.

Prima degli errori e delle incomprensioni, prima della lontananza, eravamo così: ingenui e follemente innamorati.

«Oggi verrà Marco, non so se te l'abbia detto.» Mario lo annuncia all'improvviso, diventando serio tutto ad un tratto. «Venite a cenare da me?» chiede infine.

Robert ed io ci lanciamo uno sguardo di intesa e annuiamo contemporaneamente.
Quando Marco viene a Monaco non è mai un buon segno.

...

Robert è nervoso da dopo gli allenamenti, da seduto le sue gambe tremano e da alzato non fa altro che andare avanti e indietro senza fermarsi un secondo. Capisco ciò che prova, ci siamo già passati quando siamo usciti allo scoperto, quel 22 gennaio di due anni prima.

Mi guardo la mano, sorridendo nostalgica. Ammetto che mi manca l'anello, festeggiare con Robert gli anniversari o i giorni qualunque, con lui era sempre festa, mi decantava sempre il suo amore, ma erano rare le volte in cui me lo dimostrava di proposito, ma i piccoli gesti mi bastavano perché era lui che mi bastava, e mi basta ancora.

Lui.
I suoi occhi.
Il suo amore.
La sua anima.
Il mio cielo.

«Ho più ansia ora che durante le partite.» sussurra quando si siede accanto a me, sul divano.
I muscoli tesi, i gomiti sulle ginocchia, le mani intrecciate l'una con l'altra e le vene delle braccia in evidenza.

Gli accarezzo le mani, il braccio, la spalla, il viso. I suoi occhi sono mare in tempesta: si legge tutto ciò che prova talmente sono limpidi. «Rob, non ti preoccupare, Marco capirà.»

«Allora perché ha nascosto le lettere che ti avevo inviato? Perché non ti diceva che venivo a Dortmund per incontrarti?» chiede, guardandomi dritto negli occhi. Queste domande sono lecite, ma credo di sapere la risposta, perché me ne parlò a Pasqua.

«Non mi voleva perdere. Aveva paura che tornando con te me ne sarei definitivamente andata dalla sua vita. Insomma: prima parte Mario, poi tu. Ora il mercato dice che se ne andrà anche Hummels...» spiego, sentendo nel cuore un peso che prima non avevo.

Mio fratello sta male e io penso a me...

«Le stesse voci di mercato parlano del ritorno di Mario al Borussia. Se lui tornasse, Marco avrebbe i fratelli Götze tutti per sé. O sbaglio?» sorride, ha capito di cosa parlavo, della solitudine di mio fratello.

E forse ha trovato anche la soluzione alle mie paure.

Levo la collana, quella con la M, la collana che porto sempre e la metto al suo collo, la nascondo sotto il tessuto della camicia e lo bacio. «Se stasera dovesse succedere qualcosa, se dovessi tornare a Dortmund per mio fratello, io sarò sempre con te.» sussurro sulle sue labbra, poggiando la mano sul suo cuore.

Robert sorride, approfondisce il bacio e mi abbraccia. «Sei la mia stella piccola mia.» sussurra anche lui, sul mio collo, nascondendo il viso tra l'incavo del mio collo.

E con te, mi sento sempre una stella. Qualunque cosa accada io sarò qui, con te.

Proteggiti da Me || Robert LewandowskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora