• Capitolo 28

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La ragazza che era appena entrata nel locale, stava venendo a passo svelto nella mia direzione, il che mi faceva intendere che era me che stava cercando.

I suoi capelli erano più scalati, il suo modo di vestire era cambiato, più disinvolto e moderno. Era di lei che si trattava, di Sasha.

<< Tom! >> Urla, e senza lasciarmi spazio per rispondere, si avvinghia al mio collo regalandomi un abbraccio spontaneo.

Il suo profumo era uguale a prima.

<< Sasha! Che.. Piacere vederti.. Cosa.. Fai qui? >> Dico staccandomi da lei timido.

Mi faceva piacere sapere che fosse viva, che finalmente fosse libera di uscire. Vederla in un bar era un avvenimento raro per me, anzi, forse unico.

<< Sono venuta per te >> Sfoggia un sorrisone bianco come la ceramica, ed io rimango perplesso, ma ricambio il gesto.

<< Come... hai fatto a trovarmi? >>

<< È stata dura ma ce l'ho fatta. Sono andata a casa tua e tua mamma mi ha detto che eri qui con Bill, così ho fatto numerosi giri finchè non ho visto la vostra macchina.. >>

<< Ma come hai fatto da Loitsche a venire qui? >>

<< Non abito più lì, vivo a Magdeburgo ora, ho preso il treno di sfuggita e mi sono precipitata, forse avrei dovuto farlo prima.. >>

<< Mi.. Fa davvero molto piacere che tu sia qui.. Ti vedo in forma >> Non riuscivo a mettere più di due frasi insieme da quando era arrivata al tavolo in cui ero seduto.

<< La mia vita ora è realmente tale >> Dice abbassando lo sguardo.

<< Ho.. Saputo di Maikol.. Mi dispiace >>

<< A me no >> Dice lei decisa.

<<  Beh.. Io.. Non >>

<<  Prima o poi avrebbe dovuto finire in qualche modo. Sono sempre stata vittima di un pazzo che mi picchiava e mi violentava quando voleva, non era neanche il mio vero fratello, siamo stati entrambi adottati, Tom >> Le sue parole vengono pronunciate in un tono piatto, come se la morte di quel ragazzo fosse lontana anni luce da lei.

Non sapevo che suo fratello la violentasse, e mi si spezzava il cuore a doverlo sentire e sopportare. Non volevo entrare nel dettaglio, mi importava solo che stesse bene, felice con se stessa e che finalmente poteva uscire di casa.
Era vero, loro erano figli di due famiglie diverse, ma che sin da subito avevano condiviso una vita, ad ogni modo una "fratellanza".

<< Sono venuta qui per assicurarmi che tu stia bene.. >>  La dolce mora, il mio primo amore adolescenziale mi accarezza una mano, senza indugiare. A quel tocco rimango immobile, cercando di non ritirarmi per non causarle disagio.

<< Sì io.. Sto bene >> Sorrido sistemandomi la fascia. Tutto ciò che era successo in quei pochi minuti mi aveva fatto perdere il poco senno che avevo, impedendomi di capirci qualcosa.

<< Ehm.. Ciao >> Bill, il gemello della quale mi stavo dimenticando di aver lasciato in bagno, spunta dietro di noi, facendo un' intromissione preceduta da una piccola tosse.

<< Ciao Bill, ti ricordi di me? >>

<< Sì tu sei Sasha.. Vau >>

<< Sì >> Sasha sorride a mio fratello che si gira per prendere una sedia ed aggiungerla al nostro tavolino.

<< Vuoi.. Qualcosa da bere? >> Chiedo spontaneamente.

<< No grazie, non mi va nulla >> Sasha mi sorrideva in continuazione, e dovevo ammettere che rivederla mi aveva fatto venire le farfalle nello stomaco, forse per un ricordo nostalgico, che avevo, di quando vivevo ancora a Magdeburgo.

The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora