• Capitolo 5

216 19 2
                                    

                                               BILL

La sveglia del telefono continua a suonare imperterrita e i miei occhi non si decidono ad aprirsi.
- Ti vuoi alzare? - sento Tom bussare alla porta tra l'altro già aperta.
- Buongiorno anche a te - dico facendo un profondo sbadiglio e staccando finalmente la sveglia irritante.
Mio fratello era molto più mattiniero di me, appena l'orologio batteva le sette lui in tempo record era già sotto la doccia. Io ero la pecora nera dei due infatti.
- Ti ho lasciato la colazione sul tavolo, poi dimmi che non ti voglio bene - dice lui allontandosi dalla stanza.
- Grazie - urlo per sgranchire la voce.
Quando mi alzo e finalmente mi preparo per andare a lavoro mi arriva una chiamata da Mike:
- Ciao sto arrivando - dico infilandomi una scarpa.
- Bill non ce la fai proprio ad alzarti. Siamo solo a mercoledì e hai già sgarrato due volte. Sai che se arriva Maria ti caccia -
Sbuffo arrabbiato per la mia sbadataggine e non volevo ammettere che Mike aveva ragione.
- Adesso parto di casa - dico uscendo e chiudendo a chiave.
Tom era già uscito, avrebbe iniziato alle otto e mezza a lavorare ed erano le otto e un quarto, dimostrazione che lui è più arzillo di me cento volte.

Quando imbocco la tangenziale mi ricordo che anche Destiny abita dalle mie parti e che magari potrei chiederle se le fa piacere che qualche giorno ci vediamo.
Come ha detto lei ieri si trovava bene a parlare con me e la stessa cosa arrivava a me, la stessa sensazione. Di solito delle ragazze non me ne importava e non nego che Destiny per ora sia una semplice amica però mi fa un buon effetto e vorrei proseguire le conoscenze.

- Allora ce l'hai fatta - dice Mike lanciandomi il grembiule.
Lo afferro al volo e me lo metto senza rispondere. Aveva ragione, Maria era severa. Era una che ti capiva una volta ma che alla seconda ti lasciava a casa.
- Tieni le brioches, portale all'istituto - mi dice porgendomi uno scatolone marrone.
I ragazzi non avevano macchinette, avendo un bar vicino era comodo per il preside comprare da noi.

Esco dal bar lasciando sbattere la porta impossibilitato a fermarla e mi dirigo dall'altra parte della carreggiata per raggiungere il cancello del Walborg.

Quando entro nell'enorme scuola circondata da scalinate quadrate a mo di chiocciola vedo un bel po' di ragazzi agli armadietti e altri invece aspettano proprio le mie brioches.
Guardo tra la folla se incontro Destiny per caso ma non c'è, probabilmente non è ancora arrivata o magari  ha perso il pullman. Mentre lo penso me la ridacchio, magari trovo qualche messaggio dove mi chiede uno strappo come ieri.

Mi metto nell'atrio con lo scatolone e attendo che i ragazzi vengano a prendere la brioche.
Dopo vari minuti di compravendita vedo una mano sventolare in aria e non posso che sorridere. La biondina alla quale pensavo era lì, con una sua amica.

                                      DESTINY

- Eccolo è lui - dico a Cloe mentre saluto Bill sorridente.
- Che gnocco De - risponde la mia amica mora tirandomi una gomitata.
Non uso essere gelosa ma noto che Bill la guarda. Forse perchè non l'ha mai vista ma sotto sotto mi brucia.
Mi avvicino per comprare una brioche seguita da Cloe che subito è pronta a farmi battute: "la brioche che vuoi tu da lui non è quella da mangiare". Squallida ma che mi fa spanciare dal ridere, la mia amica.

- Chi si vede - dice Bill alzando un sopracciglio.
- Piacere, Cloe - la mia amica si fa subito avanti per porgergli la mano.
- Piacere Bill - dice lui sorridendole. Quel sorriso mi irrita un po' ma faccio finta di nulla. Non voglio diventare morbosa di una persona che a stento conosco.
- Allora cosa vuoi bionda? - dice lui maneggiando le varietà per farmele scegliere.
- Sono indecisa...prendo quella alla nutella e a fanculo la dieta - dico ridendo.
- come se fossi grassa - risponde lui dandomela.
- Quanto ti devo? - chiedo mentre cerco di tirare fuori il portamonete disperso nello zaino.
- Niente per una bella come te - dice lui teneramente.
Gli sorrido e mi si scalda lo stomaco. Non volevo tornare in classe, volevo continuare a stare lì per parlare un po' con lui che mi  stimolava un bel po', la mia vita era monotona e con questi colpi di scena mi sentivo chiaramente più motivata.
- dai Destiny facciamo ritardo - dice la mia amica tirandomi da un braccio. L'avrei voluta strangolare ma aveva ragione, la professoressa Shutter di Economia ci avrebbe messo la nota.

The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora