• Capitolo 23

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                                          DESTINY

Ero a scuola, assonnata. Non avevo voglia di andarci quella mattina, ma non avevo trovato una scusa plausibile per assentarmi. Prendo il cellulare per leggere l'orario e penso involontariamente a Tom, che non mi aveva scritto per niente, speravo che almeno si facesse sentire, che non si desse per morto ai miei occhi, dopo il favore che gli avevo fatto.

<< Destiny possiamo parlare? >> Cloe sbuca appoggiandosi con entrambe le mani sul mio banco, quando suona la campanella della ricreazione.

<< Non ho niente da dirti >> Sospiro scocciata, quella non era la giusta giornata per iniziare conversazioni.

<< Te lo chiedo per favore! >> Sbotta lei.

Mi stava già facendo alterare i nervi ad alzare il tono in quel modo, ma con un altro sospiro, placo la rabbia e mi alzo, seguendola fuori nel corridoio.

<< Ti chiedo scusa, sono stata una stronza >> Esordisce lei, vicino agli armadietti, puntando il pavimento per la troppa vergogna.

<< Sai che ti dico? Non mi interessa >> Rispondo acida.

<< Forse ti può interessare che sono stata io a tendere una trappola a Bill! Lui non era minimamente interessato a stare con me quella sera anzi, se ne stava andando, poi l'ho fatto ubriacare di proposito e ne ho approfittato, lui non c'entra niente, è vero che non si ricordava nulla, è uscito da casa mia barcollando >>

<< Me lo ricordo benissimo, l'ho accompagnato io a casa pur rischiando la pelle e anche che ci fermasse la polizia! >> Rispondo quasi urlando, per coprire i sensi di colpa che stavano prendendo vita dentro di me.
Il racconto di Cloe mi sembrava veritiero, lei mi sembrava la tipa adatta a combinare certi guai, Bill invece non mi sembrava affatto uno che cercava gabole con le ragazze. Lo schiaffo che gli avevo tirato a mano aperta sul viso tornava vivo nella mia testa, facendomi quasi venire un senso di dispiacere.

<< Tutto bene? >> Chiede Cloe provando a toccarmi.

<< Allontanati >> Rispondo schivando la sua mano.

<< Quindi... Mi odi? >> Domanda lei, con gli occhi lucidi.

<< Non voglio avere a che fare con una finta amica, preferisco star da sola. Considera la questione chiusa, se vuoi sentirti con Bill beh, fallo pure, ma la nostra amicizia è finita qua, ciao. >> Dico secca girando i tacchi per tornare in classe e lasciarla lì.

<< Io e Bill non ci sentiamo, lui è te che vuole... >>

La sua voce mi fa fermare. "Lui è te che vuole". Quella frase mi era arrivata dritta allo stomaco come una freccia. Guardo i miei piedi paralleli, fermi mentre tenevo i pugni chiusi. Non mi giro e non le rispondo, necessitavo solo un po' d'acqua per rinfrescare la faccia.

                                              TOM

<< Brutto pezzo di merda credi che mi sia scordato di cosa hai fatto a mia sorella?! >> Maikol mi sferra un altro pugno nello stomaco, ero ormai piegato in due tenendomi le ginocchia con le mani.

<< Maikol basta, credo che abbia capito la lezione! >> Gimmy, l'amico a cui tanto tenevo era lì insieme agli altri due ragazzi ad osservare la scena inerme, mentre Maikol sfogava la sua rabbia arretrata contro di me. Ruscivo a guardare di sottecchi la sua faccia da verme, che probabilmente soffriva nonostante mi avesse tradito.

<< Ti.. Ti prego.. Basta >> Dico forse a voce troppo bassa da non riuscire a farmi sentire.

<< Pezzo di merda! >> Mi sferra un calcio sulla mascella, facendo volare il piercing che tenevo al labbro inferiore, per lasciar spazio ad una pozza di sangue. Volevo chiudere gli occhi e non assistere alla scena in cui mi avrebbero ammazzato. Ormai il dolore era diventato talmente forte che sentivo formicolare la faccia e gli arti.

The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora