• Capitolo 31

158 11 44
                                    

                               DESTINY

<< Dov'è mio figlio? >> Urla Simone correndo verso il grosso bancone all'entrata del commissariato. Un poliziotto di colore alza il sopracciglio e si sporge per rispondere alla signora in questione:

<< Signorina si calmi, cosa succede? >>

<< Signorina un bel corno! Sono la madre di Thomas Kaulitz, il ragazzo che avete arrestato poco fa! >> La mamma dei gemelli era fuori di sè, non l'avevo mai vista così in preda alla rabbia, di solito era tenera e dolce.

Il poliziotto sobbalza e fa due passi indietro per tornare poi al bancone, a digitare sulla tastiera del computer qualcosa:

<< Signora io capisco l'agitazione ma deve capire che ci sono tanti ragazzi qui, non mi ricordo i nomi e i cognomi di tutti.. >>

Simone sospira, e poi appoggia un gomito al bancone mentre con l'altra mano si massaggia le tempie:

<< Ha ragione, mi scusi per essere stata così maleducata, non è da me.. >>

<< Il signor Thomas Kaulitz è in cella, non può ricevere nessuno fuori dagli orari di colloquio, abbiamo regole rigide da rispettare signora mi dispiace >> Il poliziotto si sposta con la sedia girevole dallo schermo del pc fino ad incrociare lo sguardo attonito di Simone.

<< Senta, le darò qualsiasi cifra riterrà sia giusta, ma ho bisogno di vedere mio figlio! >> La donna era passata da un tono arrabbiato ad un tono di disperazione.

L'uomo in divisa la squadra, probabilmente aveva notato la bellezza del suo naso in su come quello dei figli e i suoi occhi grandi e a mandorla.

<< Cinque minuti contati >> Simone sospira ed anche io finalmente, ma quando muovo i miei passi per seguirla il poliziotto mi ferma:

<< Signorina mi spiace, solo la mamma, dovete aspettare tutti fuori, ci sono scritti gli orari dei colloqui su un tabellone bianco. >>

Non gli rispondo e giro i tacchi, piantando in asso Gordon e trascinando Bill da un braccio che nel frattempo non parlava da quando eravamo arrivati in stazione.

<< Dannazione! >> Sputo nervosa, dopo aver letto che il colloquio l'indomani era solamente al mattino ed io, dovevo andare a scuola.

<< Destiny qualcuno ti sta chiamando >>

Bill indica il mio telefono che pur essendo silenzioso aveva il display illuminato. Lo alzo e scopro che era mia mamma a cercarmi, probabilmente nera per il fatto che ero uscita senza avvertire nessuno.

Decido di non risponderle, non avevo voglia di urlare di fronte ad un commissariato.

Dopo una decina di minuti di ozio e paranoia, ecco che spunta qualcuno a darci novità:

<< Ragazzi Tom sta bene.. Hanno bisogno di fare ulteriori accertamenti e appurare che sia innocente.. >>

<< Sia ringraziato il cielo! >> Esclamo mentre mi avvicino a Simone.

<< Non troppo entusiasmo.. Tom ha detto che se non troveranno prove valide che testimonieranno la sua innocenza, lo sbatteranno in carcere a Berlino dopo un processo.. >>

Cosa? No. No. No.

<< Non sarà così. >> Penso ad alta voce.

<< Sono troppo stanco, forse è meglio che torniamo a casa.. >> La voce cupa di Gordon echeggia in mezzo a noi, fuori luogo, mentre Simone si affretta a lanciargli un'occhiataccia. Non credevo alle mie orecchie di come quell'uomo fosse menefreghista e sfacciato.

The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora