The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZ

• Capitolo 35

                                     DESTINY

<< Tom io.. >>

<< Taci cazzo! >> Il suo sguardo roteava tra me e Bill, mentre i suoi pugni chiusi lungo i fianchi davano l'impressione che ci avrebbe menati entrambi dopo non molti secondi.

<< Tom ti posso spiegare.. >> Interviene Bill alzandosi dal letto con aria mortificata.

<< Ma guardali! Il mio bel fratellino nel letto insieme alla ragazza che mi ha preso per il culo fino ad ora! >> Urla cattivo mentre la signora delle pulizie si affretta ad uscire in preda all'imbarazzo.

<< Tom lasciami spiegare! >> Urlo scoppiando in lacrime cercando di afferragli il polso.

Quando lo ritrae, la mia mano va a vuoto ed è lì che il mio cuore si lacera come se fosse stato appena accoltellato.

<< Lasciami non mi toccare! >> Quando ritento a toccarlo e sta volta lo afferro dalla lunga maglia, si volta bruscamente e mi spinge facendomi andare a sbattere la schiena contro il muro.

Bill in preda alla preoccupazione per me, si piazza davanti per proteggermi e cerca di tenere Tom che nel frattempo aveva già aperto la porta.

<< Non.. Non andartene >> Ansimo appoggiata al muro, quando sento la porta sbattere violentemente.

<< Destiny ci parlerò io, lascialo sbollire.. Ne ha bisogno >>

<< Devo andarmene! >> Non riesco a far caso alla voce diplomatica di Bill, mi stavo già infilando le scarpe da ginnastica senza neanche essermi ancora lavata la faccia e i denti, ma ero pronta ad uscire dall'hotel per inseguirlo e parlargli. Aveva frainteso tutto, io e Bill non avevamo fatto niente, non era mia intenzione addormentarmi nel suo letto.

Eravamo rimasti fino a tarda notte a parlare di Jessica e del suo nuovo lavoro, dei problemi che aveva avuto con Gordon e Simone e di quanto era dispiaciuto di aver rotto con suo fratello.

<< Dove vai? >> Chiede il moro a braccia conserte, con i capelli spettinati e gli occhi struccati.

<< A cercarlo >> Rispondo chiudendomi la porta alle spalle.

                                        TOM

Quando arrivo davanti a casa sono in una pozza di lacrime, lacrime che non volevo cadessero mai sul mio volto. Non potevo piangere, io ero un uomo che aveva sempre preso la vita di petto. Perchè stavo dando il diritto ad una semplice ragazza di prendere il mio cuore in mano e bruciarlo? Perchè dovevo soffrire così se la nostra relazione era soltanto all'inizio di un tortuoso sentiero?

Perchè mi aveva tradito con Bill? Se mio fratello voleva farmela pagare perchè io glie l'avevo portata via lo stava facendo bene, perchè quella mattina il mio umore era sotto i piedi, calpestato dal sorriso di una ragazza biondo platino.

Quando entro, trovo mia madre che ignara del mio malessere mi aspetta sorridente:

<< Tom ti ho trovato un lavoro! >>

<< Dove? Che tipo di lavoro? >> Domando svogliato, avrei solo voluto buttarmi nel letto e non uscire mai più.