• Capitolo 16

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                                           BILL

Ero affamato di lei, non vedevo l'ora di provare la sensazione delle nostre lingue che si sfioravano, le farfalle si innescavano nel mio basso ventre e il respiro iniziava ad accelerare il ritmo per l'impegno che ci stavamo mettendo.
Sfioro il suo lato b sodo e non piccolo, la stringo forte a me, era l'unico appiglio, l'unica persona legata a me in quella città, sentivo che da quella posizione non poteva scappare, la sentivo mia.

Una chiamata interrompe il momento e Destiny si alza con i ciuffi dei capelli fuoriusciti dalla coda e le guance avvampate.

Prendo fiato e mi alzo anch'io dal letto, stavo sudando.

- Pronto? Mamma?.... Si.... Arrivo! - Avevo capito che doveva andarsene.

Chiude la chiamata: - Bill... Io.. Devo andare...- dice lei con tono un po' strano.

- Che ti succede? - chiedo perplesso, avevo paura che si fosse pentita del bacio, a me piaceva, non potevo fare a meno di volerla. Quel bacio era un supplemento al resto.

- N..niente.. Devo andare sono di fretta, ci sentiamo, ti chiamo io dopo, prometto! - afferra la borsa velocemente, senza dar conto alla mia espressione sconvolta di fronte a lei, chiude la porta e mi lascia lì da solo. Come un deficiente.

Mi lascio andare sulla sedia del tavolo e guardo fuori dalla finestra in cerca di risposte, non capivo perchè dopo quella chiamata se n'era immediatamente andata via. Quasi fuggendo da me. Era arrivata da meno di un ora e già era sparita nel nulla.

Qualcosa non mi tornava. L'ansia iniziava ad arricchirsi di me.

                                       DESTINY

Scappo via dall'hotel, come una codarda, una buona a nulla. I miei genitori erano in procinto di tornare a casa ed io con la scusa ero fuggita dalla situazione con Bill. Ho ancora il fiatone e la vista annebbiata. Mentre mi dirigo alla fermata, le voci della gente echeggiano nella mia testa quasi stordendomi, ero in uno stato confusionale non indifferente.

Mentre attendo il bus seduta, sbatto i piedi ripetutamente per terra, dal nervoso. Non volevo affrontare la realtà. Non sapevo perchè lo avevo fatto, non c'era una spiegazione, il mio corpo chiamava il suo e mi ero buttata senza pensarci. Quando lo avevo baciato, sentivo la voglia di andare oltre, il suo fisico magro era così sexy sopra di me. Ero debole, non potevo lasciarmi trasportare da entrambi, non potevo prendere due piccioni con una fava, soprattutto.
Pensavo e ripensavo a Tom cosa avrebbe pensato se solo avesse scoperto che io e Bill avevamo limonato in Hotel, e che ero stata io a baciarlo. Insomma con Tom non era successo nulla ma c'era un filo di connessione bello potente, avrebbe pensato che sono un indecisa o una falsa. Qualche dubbio sul fatto che mi piacesse ce lo aveva avuto sin dalla prima volta che lo avevo incontrato, se gli avessi detto del bacio di poco fa mi avrebbe scambiata per un'immatura o ancor peggio una poco di buono che tenta di scoparsi entrambi i gemelli. Non ero nessuno per scegliere chi dei due mi attraeva di più, non mi meritavo questo onore. Entrambi mi davano emozioni, in modi differenti ma pur sempre soddisfacenti e questo mi faceva sentire a disagio con me stessa. Mi ero tirata indietro dopo aver baciato Bill, eppure era con lui che mi stavo conoscendo più intimamente non con suo fratello. Era la prima volta che vivevo una situazione simile nella mia vita, ed era la prima volta che mi importava così tanto delle conseguenze di determinate azioni malpensate.

Ero nella merda, avrei dovuto dare spiegazioni a Bill prima o poi, e con Tom avrei dovuto limitare i contatti se volevo frequentarmi con lui, ma non potevo farlo, io adoravo entrambi, erano caratterizzati dalle stesse anime.

Prendo finalmente il bus e arrivo a casa. La Jeep dei miei è parcheggiata nel cortile così, suono e mi aprono.

- Ciao tesoro! - dice mia madre correndomi incontro e stampandomi un bacio al rossetto in fronte. Ricambio e alzo gli occhi al cielo.

The Same Souls {Le stesse anime} TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora