Era una temporalesca sera di fine agosto, e Liam Payne si stava allenando in palestra.
In realtà, allenarsi era una parola grossa.
Stava tirando qualche pugno svogliato al sacco, giusto per far tacere la sua coscienza, sempre pronta a punzecchiarlo con vigore. La sua coscienza aveva la voce di sua nonna, una donna d'altri tempi, tutta d'un pezzo, che aveva sempre prediletto tra tutti i suoi nipoti quel ragazzotto robusto, tranquillo, silenzioso, a tutta la scatenata truppa di nipoti e pronipoti della sua prolifica famiglia.Il cielo pareva aver aperto le cataratte e la pioggia sferzava violentemente il marciapiede; il suono, proveniente dalla porta di ingresso aperta, si sentiva sino in fondo alla piccola palestra, dove si trovavano i tre ring e l'attrezzatura da boxe.
Liam occhieggio' verso l'esterno; gli conveniva aspettare un pochino, se non voleva prendersi una gran lavata. Spero' che non si mettesse a grandinare; la sua seconda passione, dopo la boxe, erano le auto, e la meravigliosa Range Rover Époque che guidava per Harry, tenuta a puntino, era parcheggiata lì vicino sotto al diluvio universale.Sospirò, fermando il dondolio del sacco. Era totalmente deconcentrato. Rischiava di farsi male; decise di lasciar perdere, sfilandosi i guantoni.
Trasali' quando un'ombra si proietto' sul pavimento, facendolo voltare di scatto: lo scroscio aveva coperto il rumore del ragazzo che entrava.
-Ciao, Payne-
-Malik. Stai lasciando una scia di acqua. Ti ha mai detto nessuno che ti devi cambiare prima di entrare in palestra?- Brontolo' Liam, osservando le impronte sul parquet.
-Scusa. Non ho il cambio con me; il temporale mi ha colto di sorpresa e mi sono rifugiato qui, visto che qua fuori c'è la tua macchina-
-Quindi non sei qui per allenarti- constato' Liam, staccando lo sguardo dal pavimento bagnato e guardandolo finalmente in viso.
-Ehm, in realtà, no- ammise Zayn, passandosi le mani tra i capelli bagnati.
La maglietta nera che indossava era fradicia ed attaccata al suo torace; Zayn la sollevò dalla pelle con una smorfia di fastidio.
Liam sospirò, mentre la voce di sua nonna nella mente lo spronava ad essere sempre gentile col prossimo.
-Vieni. Ti do' una maglietta. Però togliti le scarpe-
Lo guardo' saltellare su un piede solo, ammirando la sua figura tonica. Non era muscoloso quanto lui, né aveva la sua ampiezza del torace, però aveva un fisico ben strutturato, anche se più esile del suo.
Zayn afferrò le scarpe con una mano e sollevò lo sguardo; Liam gli voltò le spalle e lo precedette in spogliatoio, sentendosi irritato.
Senza parlare andò ad aprire il suo armadietto; frugo' dentro, estraendone una maglia che gettò senza tanti complimenti al ragazzo, il quale la prese al volo.
Zayn si levo' la t-shirt bagnata, e Liam distolse lo sguardo. Aveva già visto il torace e degli addominali del moro; richiuse l' armadietto mentre l'altro si infilava la sua maglia a maniche lunghe.
Gli cadeva di spalle ed era esageratamente larga, ma Zayn tirò su le maniche sugli avambracci e recuperò la propria dal pavimento senza prestare attenzione all'espressione ironica di Liam.
-Caspita. Sei un piccoletto-
-Fottiti-
-Maleducato: è così che ti hanno insegnato a ringraziare, i tuoi?-
-Grazie- rispose in tono strafottente Zayn, passandosi le mani sulle braccia nel tentativo di scaldarsi.
-Sei proprio un ragazzino viziato-
-Puoi dirmi tutto, ma non che io sia viziato- commentò Zayn, lanciandogli un'occhiataccia.
-Ma sei un ragazzino. Hai dieci anni meno di me-
-Nove-
-Dieci, tra pochi giorni- rivelò Liam.
-Ma dai? Quando compi gli anni?-
-Il 29 agosto-
-So già cosa regalarti- fece Zayn con un sorrisetto.
Liam lo guardò di traverso, aspettandosi una battuta salace:
-Anch'io saprei cosa regalarti, se fosse il tuo compleanno. Un manuale di buone maniere-
-Ed a te una bambola gonfiabile; sei di una acidità pazzesca, dovresti sfogare le tue pulsioni represse-
Liam scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
-È inutile tentare di avere una conversazione matura con te-
Zayn gli fece una smorfia, infastidito quanto lui.
-È cessata la pioggia? Devo tornare a casa di corsa-
-Problemi?-
La voce di Liam era cambiata di tono: non più sarcastica, ma cauta. Il giovane si preoccupava per lui, ed a Zayn la cosa mandava in pappa il cervello. Non riusciva a non trovarlo tremendamente tenero e carino, in quei momenti.
-No, tutto a posto- rispose, e l'altro annuì.
-La mia vicina ha un impegno ed io devo tenere i gemelli; solo che quel coglione di Benson mi ha tenuto oltre l'orario, e mi sono trovato sotto al diluvio-
Liam annuì. Il giorno dopo il diploma Zayn aveva iniziato a lavorare presso l'officina meccanica di Richard Benson; aveva bisogno di soldi, e di tenersi occupato fuori casa.
-Non è molto gentile parlare così del proprio datore di lavoro-
-Sei tu, che hai il culo di lavorare per uno come Harry, a non renderti conto di quanto possano essere coglioni certi individui- lo commisero' Zayn.
Liam alzò un sopracciglio, ma non aggiunse altro.
-Se mi aspetti cinque minuti, ti do' un passaggio- Gli propose.
-Lo faresti? Grazie- accettò Zayn, lieto di non doversi prendere una lavata.
-Faccio una doccia al volo- disse Liam, prelevando degli indumenti dal suo armadietto e levandosi la maglia sudata.
Zayn sgrano' gli occhi davanti ai muscoli dorsali ed alle spalle sviluppate del giovane. Cazzo. Liam era l'uomo più bello che avesse mai visto, e la sua totale inconsapevolezza di ciò lo rendeva soltanto ancora più sexy.
Giro' le spalle ed uscì ad aspettarlo in atrio, accendendosi una sigaretta davanti alla porta, cercando di scacciare immagini poco caste che gli si proponevano nella testa e che lo turbavano.
Liam era off-limits, era stato molto chiaro. Doveva smettere di pensarci.
Liam era il primo uomo che avesse mai trovato eccitante, e la cosa lo turbava non poco.03/04/2017 Eccoci qua: come promesso, ecco a voi questa storia spin-off Ziam.
Come immaginera' chi ha letto "Ad astra", ci sarà un po' di angst, ma ricordate: scrivo solo storie a lieto fine. 😘
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Black&White
FanfictionSpin-off di "Ad astra". Per Zayn non ci son vacanze post-diploma: ha subito cominciato a lavorare in una autofficina per stare lontano da casa e, nello stesso tempo, contribuire alla precaria situazione economica della sua disastrosa famiglia. La s...