12.

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Zayn tornò dentro con una strana espressione; Louis lo raggiunse.
-Liam ha appena finito di vomitare. Io devo tornare a lavoro; ci pensi tu a riportarlo a casa?- Lo sorprese Zayn.
-Sì, certo. Ma cosa...?-
-Non mi chiedere niente, Louis. Sono troppo confuso. Devo riordinare le idee- tagliò corto Zayn, sorprendendo non poco l'amico, che ribatte':
-Perché non mi hai detto che non torni più a casa tua, Zayn? Perché ho dovuto saperlo da Eddie?-
Zayn scrollo' le spalle:
-Perché sono fatti miei-
-Ma, Cristo santo, non potevi venire da Harry?-
-Devo tornare a lavoro, Louis-
-La villa ha qualcosa come trenta stanze vuote, e tu sei andato a chiedere aiuto ad un estraneo-
-Eddie non è un estraneo, è il mio datore di lavoro-
-Ed io sono tuo amico, Zayn. Amico. Lo capisci? Accusi Liam di non essere un buon amico, ma anche tu non scherzi- affermò.
-Senti, Louis, non mi rompere le palle- reagì infastidito, divincolandosi e tornando alla sua postazione dietro al bancone.

Qualche ora dopo, finito il turno, Zayn si presentò alla villa.
Harry, insonne come sempre, gli aprì. Louis dormiva; Niall era partito per Londra, dovendo recarsi in città per un impegno al mattino seguente.
-Come sta?-
-Dorme. Zayn, vorrei chiederti un favore, se posso- lo sorprese il pianista.
-Dimmi-
-Prova a dargli una possibilità. È una persona caparbia, ma ha l'animo buono. Deve solo fare pace con se' stesso- affermò sinceramente Harry. -Io ne so qualcosa. Non è facile accettare di essere imperfetti. O semplicemente, di essere diversi da quello che si pensava di essere-

Zayn si diresse silenziosamente in camera di Liam; pensava di trovarlo addormentato, ed invece il letto era vuoto e dal bagno proveniva lo scroscio della doccia. Fece per andarsene, ma un suono lo paralizzo'. Liam stava piangendo? Si fermò al centro della stanza, immobile.
Sì, erano singhiozzi. Gli si strinse il cuore; contro ogni buon senso, busso' alla porta del bagno. Improvvisamente l'acqua cessò di scrosciare.
-Louis?-
-Sono Zayn. Posso entrare?-
-No. Aspettami-
Fruscio di stoffe. Liam uscì dal bagno coperto soltanto da un asciugamano sui lombi; Zayn distolse lo sguardo, sentendosi ferito.
-Come mai sei qui?-
-Volevo vedere se il coglione di un mio amico stesse meglio- esclamò il ragazzo, guardandosi le mani.
-Sto di merda, Zayn- affermò seriamente Liam, inducendolo a voltarsi verso di lui. Si guardarono per qualche momento. Zayn ruppe il silenzio:
-Perché ti sei ubriacato?-
-Perché sono incazzato con me stesso. Perché non trovavo il coraggio di parlarti-
-Ah, bello- commentò Zayn, sospirando. -Ora ti senti meglio? Hai la coscienza a posto?-
L'espressione addolorata di Liam lo colpì, ma non aggiunse altro.
-Non è facile, per me- si scuso' Liam.
-Certo, perché per me è stato facilissimo-
-Non ho detto questo. Solo... questa cosa mi spiazza- tentò di spiegarsi Liam, sedendosi accanto a lui sul letto.
-Mi dispiace-
-Non dispiacerti. È colpa mia-
-Mi dispiace vederti star male. Ma sono stato male anch'io, e non so se ho pazienza ancora, Liam- lo avvertì Zayn, sincero.
Liam annuì, guardandosi le mani.
-Ora o mai più- esordì Liam, facendolo voltare di scatto a guardarlo.
-Cosa vuol dire?-
-Tu mi piaci, Zayn, e ormai non posso più negarlo, pensavo di essere attratto esclusivamente dalle donne, ma tu non lo sei e mi hai messo in crisi ed ora non so più chi sono, so solo che sto di merda e vorrei cancellare tutto e non averti mai conosciuto e  soprattutto vorrei non averti mai respinto quel giorno al parco e...-
-Zitto, Payne. Ho capito- lo tacito' Zayn voltando il capo, arginando quel fiume di parole.
Liam annuì.
-Quindi?-
-Quindi?- Ripete' Liam, non capendo.
-Cosa vuoi fare? Vuoi che sparisca dalla tua vita?-
Liam lo guardò malissimo.
-No!-
-No. Ok- sospirò Zayn, improvvisamente esausto.
-Perché non mi guardi? Hai cambiato idea su di me?- Sproloquio' Liam, agitato.
-Non ti guardo perché sei coperto solo da un cazzo di asciugamano, Payne- mormorò a denti stretti Zayn.
Liam lo attirò a se', abbracciandolo, e Zayn sentì un fortissimo calore salirgli dal petto, assieme ad una profonda voglia di piangere.
-Scusami, Zayn, sono un coglione-
-Lo so- ribatte', ricacciando indietro il nodo di commozione che voleva fermarglisi in gola.
-Non ho mai voluto farti del male-
-Lo so-
-Ora vorrei baciarti; posso?-
Zayn si voltò, offrendogli il viso, e stavolta il bacio fu un sollievo ed una liberazione per entrambi.

Quel contatto durò minuti, o forse ore; il tempo cessò di esistere. Si addormentarono avvinghiati l'uno all'altro, sentendo una sensazione di leggerezza nel cuore. Si svegliarono poche ore dopo,  poco prima dell'alba.
-Che mal spartiti che siamo- commentò Liam, accarezzandogli la tempia con la mano, mentre il ragazzo era ancora in dormiveglia.
-Mmm... zitto, Payne-
-Io non ho sonno, ed ho bisogno di un antidolorifico perché ho mal di testa- continuò Liam.
-Vedi a bere cosa vuol dire- borbotto' Zayn, voltandogli la schiena e coprendosi il viso col cuscino.
-La prossima volta mi preparerai tu un cocktail analcolico-
-Ma parli sempre così tanto appena sveglio?!- Protesto' Zayn.
-Sono mattiniero. Ti lascio dormire; vado in palestra- decise Liam.
Zayn alzò gli occhi al cielo. Meno di otto ore prima era ubriaco fradicio, ed ora stava andando in palestra. Solo Liam poteva fare una cosa del genere.
E sulle labbra gli spuntò un sorriso.

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