Zayn controllò l'orologio, seccato. Odiava i ritardatari. Improvvisamente la porta del locale si aprì:
-È permesso?-
-Entra- fece lui, avvicinandosi. Un ragazzo mingherlino, poco più basso di lui e dall'aria adolescenziale gli sorrise e gli porse la mano:
-Salve, sono Tobias Robinson. Lei è il signor Malik, giusto?-
Zayn storse la bocca, stringendogli la mano:
-Sono Zayn, dammi del tu e sappi che sei in ritardo-
Il ragazzo spalancò gli occhi, arrossendo:
-Oh, mi scusi...volevo dire, scusami... l'autobus era in ritardo, mi spiace...-
Zayn alzò le mani, fermandolo.
-Ok. Sul tuo curriculum hai scritto di aver esperienza: dove hai lavorato?-
-Ehm, al caffè dei miei zii...-
-In un bar? Quindi sai stare al bancone?-
-Sì, so fare il caffè e servire al bancone- lo assicurò il ragazzino. Zayn lo scrutò: aveva il sospetto che il giovane avesse mentito sulla sua età, perché gli pareva impossibile che fosse maggiorenne.
-Hai con te un documento di identità?- Gli chiese. Il ragazzo aggrottò la fronte:
-Certo. Perchè?-
-Voglio verificare che tu non sia minorenne, o cose così-
-Beh, sappi che compio diciotto anni oggi- esclamò il ragazzo, mentre rovistava nel portafoglio e ne estraeva la carta di identità.
-Quindi hai mentito sul tuo curriculum- obiettò Zayn.
-Solo un pochino, ma ti assicuro che è l'unica cosa- rispose Tobias, guardandosi intorno.
-Studi? Lavori?-
-Studio, purtroppo, ma ne avrò ancora per poco. Mi diplomo a breve-
-Come mai cerchi lavoro adesso? Ora sei nel bel mezzo dello studio. Mi ricordo bene cosa vuol dire- disse Zayn, rivolgendo un pensiero malinconico al suo amico Louis, ed indirettamente anche a Liam, ancora a Los Angeles.
-Mi butteranno fuori col minimo, vogliono sbarazzarsi di me- commentò in tono sarcastico il ragazzo.
Zayn annuì, sovrappensiero. Tobias si sentì intimidito sotto quello sguardo scrutatore.
-Tobias, non offenderti, ma non credo che tu corrisponda a ciò che sto cercando. Io ho bisogno di una persona adulta, responsabile, affidabile, che sia automunita e che possa star fuori la notte senza problemi. Forse hai travisato l'annuncio...-
-Aspetta, frena. Mi stai silurando senza farmi fare la prova anche se è il giorno del mio compleanno?- Si offese lui, corrucciato.
-A quanto pare, sì- affermò Zayn, sperando che il ragazzino non se la prendesse a male.
-Non è giusto. Cosa mi manca? Abito da mia zia che sta a tre isolati da qui, soltanto che oggi mi son fermato a scuola e l'autobus era in ritardo, ma l'auto non mi serve, posso farla tranquillamente a piedi o in bici. I miei zii mi lasciano solo al bancone quando hanno bisogno, e se vuoi posso farmi dare delle referenze- Insistette Tobias, guardandosi con desiderio attorno. A Zayn dispiacque, così decise di concedergli una chance.
-Ok. Allora preparami un caffè- capitolò, sperando di accumulare maggiori prove del fatto che il ragazzo non fosse adatto al Black&White. Tobias si illuminò, sorridendo:
-Grazie! Faccio subito- e lasciando cadere su una sedia giacca e tracolla, si fiondò dietro al bancone, andando a lavarsi le mani. Un punto per lui. Cercò il necessario muovendosi con disinvoltura, e gli preparò un caffè decente. Zayn, seduto al bancone per una volta dalla parte del cliente, dovette ammettere che, età ed aspetto fanciullesco a parte, il ragazzo pareva sveglio.
-Ok. Sai preparare cocktail? Sai prendere gli ordini ai tavoli?-
-No, ma ho molta memoria ed imparo presto- lo assicurò Tobias, speranzoso.
-Senti un po'. Come mai vuoi lavorare qui? Come mai hai inviato il curriculum?- Volle sapere Zayn, e la risposta fu come un pugno in faccia.
-Perché il mio fratellastro si è sparato nel retro di questo locale, e tu eri il suo migliore amico-
Zayn si alzò di scatto.
-Sei il fratellastro di Ryan-
-Sì-
-Ma che... Cosa vuoi da me? Mi dispiace per tuo fratello, ma non vedo motivi validi perché tu lavori qui, Tobias- affermò, serio.
-Se anche non mi assumerai, non importa. Troverò qualcos'altro- disse il ragazzo, scrollando le spalle.
-Aspetta. Praticamente non ti conosco, Ryan non mi parlava della famiglia di sua madre, ma se c'è una cosa che ho capito, era che si sentiva escluso perché lei si era ricreata una vita perfetta e felice con dei figli perfetti e felici. Ora tu capiti qui così. Scusami, ma la cosa mi puzza-
-Ok. Fai finta che non te l'abbia detto. Io sono Tobias, e basta-
-Ma cosa ci fai a casa di tua zia? Perché non abiti con i tuoi?- Insistette Zayn.
-I miei non vivono più insieme. Mia madre se ne è andata, ed a mio padre non gliene frega niente di noi. Son venuto qui, dalla sorella di mio padre. Visto che odio la scuola voglio trovarmi un lavoretto. Mi pareva un buon compromesso, questo- confessò il ragazzo.
Zayn era combattuto. Da un lato, avrebbe voluto liberarsi di lui, perché cercava qualcuno che lo sostituisse mentre andava a Los Angeles, ma dall'altro c'era qualcosa che lo faceva tentennare. Non era il fatto che fosse il fratellastro di Ryan; era la sua espressione mentre gli diceva che a suo padre non gliene fregava niente di loro.
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Black&White
FanfictionSpin-off di "Ad astra". Per Zayn non ci son vacanze post-diploma: ha subito cominciato a lavorare in una autofficina per stare lontano da casa e, nello stesso tempo, contribuire alla precaria situazione economica della sua disastrosa famiglia. La s...