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La trafila era sempre la stessa: Black entrava nei bagni, si faceva consegnare un pacchetto, mentre Zayn faceva la guardia.
Zayn non voleva saperne niente: si limitava a coprire le spalle all'amico, niente di più, rimanendo seduto al bancone e controllando. Non voleva avere niente a che fare con tutto ciò. Black lo sapeva; non gli aveva detto, quindi, che da qualche tempo aveva iniziato a farsi consegnare anche altro, oltre a della semplice marjuana.

Anche stavolta filo' tutto liscio; Ryan uscì soddisfatto dai bagni.
Zayn sospirò. In realtà la faccenda non gli pareva poi così grave; nemmeno lui si tirava indietro di fronte a qualche spinello occasionale, e se il suo amico voleva incasinarsi la vita nonostante fosse il figlio del capo della polizia, erano fatti suoi.

Rimasero nel locale senza dar fastidio a nessuno; stava quando pensando di andarsene, quando vide entrare l'ultima persona che avrebbe voluto che entrasse.
Liam.
Probabilmente gli altri allievi erano tornati dalle ferie; sembrava a tutti gli effetti una rimpatriata, perché li vide tutti quanti. Si sentì escluso. Liam non lo aveva chiamato; non desiderava che facesse parte di quel gruppo, nonostante fosse a sua volta un suo allievo.
La delusione dilago' nel suo petto.
Black notò il gruppetto, e poi il cipiglio nel viso dell'amico:
-Gira e rigira, quelli del nostro stampo non saranno mai alla loro altezza-
-Che cazzo dici?- Reagì, infastidito.
-Te lo dico perché ti voglio bene, Zayn. Puoi arrabattarti quanto vuoi, per scrollarti di dosso la merda: quella rimane attaccata addosso. Credi a me. Molto meglio farsene una ragione-
-Sai una cosa, Ryan, stasera mi hai stufato. Vi saluto- esclamò Zayn, alzandosi.
-Vai pure. Tanto poi mi chiamerai quando il tuo bravo paparino tornerà a trovarti...-
Zayn non ci vide più: si girò di scatto e carico' un diretto dritto sul viso dell'amico, facendolo cadere all'indietro dallo sgabello. Con soddisfazione pensò che le lezioni di boxe avevano dato i loro frutti. Attorno a loro si creò un piccolo vuoto, mentre il ragazzo a terra si teneva la mascella dolorante.
-Non preoccuparti, non ti chiamerò più. Ho imparato a difendermi- gli disse Zayn, cogliendo con la coda dell'occhio l'avvicinarsi di George. Alzò le mani, mentre Greene aiutava il ragazzo ad alzarsi da terra.
-Ehi. Che succede, qui?- Esclamò il buttafuori, guardando Zayn.
-Niente, amico. Divergenza di opinioni- rispose Black, nonostante tutto.
-Beh, vedete di chiarirvi lontano da qui. Non siete nuovi a queste cose: sono costretto ad allontanarvi da qui. Non vogliamo casini- ribatte' George. Nel frattempo, Zayn impreco' sottovoce nel notare Liam e gli altri avvicinarsi.
-Certo. Capiamo. Vieni, Zayn- fece Black, cingendogli le spalle con un braccio, come se non fosse successo niente.
Zayn si voltò, incrociando lo sguardo di Liam e degli altri ragazzi. Poi, uscì.

Quel che ricordava del resto della serata erano dei flash che illuminavano il buio totale: birra, vodka, e Ryan che lo consolava mentre gli si aggrappava contro nell'ennesimo incubo che aveva su suo padre.

Si svegliò in camera di Ryan, doveva essere mezzogiorno passato.
Si era svegliato mille volte in quella stanza, linda e perfettamente in ordine, nel corso degli anni. L'apparenza, cosa che Ryan disprezzava, era molto importante per suo padre. Quindi, la casa era sempre uno specchio, una domestica ad ore se ne occupava.
Si alzò e corse in bagno per rimettere parte dell'alcool che non era riuscito a smaltire, sentendosi uno straccio.
Una volta finito, si spoglio' e si fece una doccia.
Ryan era l'unico uomo che l'avesse mai visto completamente nudo, e col quale non provasse l'intenso malessere che ogni volta lo accompagnava anche solo al pensiero.
Si buttò sotto al getto freddo, battendo i denti e risvegliandosi completamente, mentre Ryan entrava in bagno.
-Tua madre ha chiamato. Mio padre le ha risposto che sei qui con noi-
-Grazie-
-Ti presto dei vestiti. Li lascio sul letto- disse Ryan, uscendo.
Zayn sospirò. La sua vita era un casino.

Si vesti' con gli abiti dell'amico, non potendo fare a meno di notare quanto gli fossero grandi, anche se meno della maglia che gli aveva prestato Liam.
Ryan lo osservò in silenzio.
-Scusa se ti ho preso a pugni- disse Zayn.
-Me lo meritavo. Scusami tu- rispose il ragazzo.
Non era la prima volta, e nemmeno sarebbe stata l'ultima, che venivano alle mani: loro erano così.
-Comunque, sei diventato gay al cento per cento- scherzo' Ryan, suscitando l'occhiata curiosa di Zayn.
-Non ricordi niente, eh? Abbiamo incontrato delle ragazze molto disponibili, dopo che ci siamo bevuti l'intera riserva del birrificio. Ti ricordi di Stacy? No? Beh, amico, una volta non avresti fatto tanto lo schizzinoso. Aveva due bocce da paura. Ma tu le hai palpato a malapena il culo, prima di dire che non era sodo come quello di Payne-
Zayn arrossi' vistosamente, mentre Ryan sganasciava sino alle lacrime.
-Ti giuro, l'hai uccisa. Avresti dovuto vedere la sua faccia-
-Mi dispiace...-
-Amico, se all'improvviso ti piace l'uccello, sono cazzi tuoi. Finché stai lontano dal mio- ribatte' Ryan, ancora ridendo. -Ora vieni a pranzo. Mio padre ci sta aspettando prima di entrare in servizio-
Zayn seguì l'amico, mortificato e con un cerchio alla testa, ma in qualche modo rassicurato.
Pranzarono al tavolo del capo della polizia, con cinquecento sterline di ecstasy nella tasca del giubbotto di Ryan.

6/04/2017 Non preoccupatevi per Black, perché ha un ruolo molto marginale in questa storia. Ciao

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