7.

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Casa di Zayn era come la ricordava, solo un po' meno sciupata. Avevano ridipinto i muri, rinfrescandoli, ed avevano cambiato il divano.
Era seduto nel salotto di casa Malik, assieme a Nadir, mentre la madre di Zayn gli preparava un caffè.
-Sono molto felice di vedere un suo amico, qui. È sempre da solo, da quando Ryan se ne è andato- gli disse, facendogli torcere lo stomaco. -Sei un suo amico della palestra, giusto?-
-Sì, sono il suo allenatore- rispose Liam.
-Mi fa tanto piacere che sia su una buona strada. Questo non è un bel quartiere... avrebbe potuto seguire altre strade, ma lui ha scelto di essere onesto- disse ancora la donna.

Zayn rientrò da lavoro alle otto, e la sua sorpresa fu grande nel trovare, al posto della vicina a fare da baby-sitter, Liam.
-Cosa ci fai tu qui?-
-Tua madre è andata via da poco, le ho detto che avrei badato io ai gemelli nel frattempo- spiegò Liam, che era intento a giocare con gli Avengers assieme a Nadir.
Zayn non disse nulla; tornò poco dopo, fresco di doccia, mentre Liam preparava le omelette, uno dei pochi piatti che gli riuscissero decentemente.
-Jade non le mangerà- lo avvertì.
Liam alzò le spalle:
-Pazienza. Mangerà qualcos'altro-
-Cosa ci fai qui, Liam?-
-Son venuto a parlare con te, ma non adesso. Su, mangiamo. Siediti-

Un'ora dopo, una volta messi a letto Nadir e Jade, la quale aveva mangiato latte e cereali, Liam e Zayn si ritrovarono sul divano del salotto, da soli.
-Son venuto a chiederti perché ti comporti così- esordì Liam.
-Mi dispiace, perché hai frainteso il mio intento. Era davvero soltanto un allenamento, quello con Bill-
Liam alzo' un sopracciglio.
-Davvero. Volevo soltanto spingermi al limite. Lui picchia forte, non sta lì a pensare di non farmi male come fai tu o gli altri, Liam. Lui mi tratta come un suo pari-
-Ma lui non è un tuo pari- preciso' Liam.
-Si comporta come se lo fosse, senza paura di farmi male-
-E tu è questo che vuoi?-
-Sì-
-Ma perché? Perché vuoi combattere con qualcuno più forte di te? Posso trovarti avversari della tua categoria; posso allenarti per gli incontri. Ma tu non me l'hai mai chiesto-
Zayn si guardò le mani. Rimase in silenzio per qualche momento, poi, mormorò:
-Perché è una sorta di rivalsa. Sai... su mio padre-

Liam lo guardò tristemente.
-Sapevo che fosse per qualcosa del genere. Per questo te l'ho sempre impedito-
-Cosa c'è di sbagliato nel voler affrontare le proprie paure?-
-Tu non vuoi affrontare le tue paure. Tu vuoi dimostrare a te stesso che non hai bisogno di nessuno. Ma tutti abbiamo bisogno di qualcuno, Zayn-
-E tu di chi hai bisogno, Payne? Tu hai bisogno di qualcuno?-
-Perché parliamo di me?-
-Perché non possiamo parlare di te?-
-Perché io non perdo le staffe sul ring. Io so mantenere un certo equilibrio. È questo che ti manca-
-Certo, sul ring sei un campione, ma non appena qualcuno ti si avvicina, tu scappi. Non mi sembra molto equibrato questo-
-Cosa vuoi dire?- Reagì Liam.
-Voglio dire che sono stufo, Liam. Sono stufo di questo tira e molla. Hai detto che vuoi essermi solo amico, bene; ma come amico fai schifo, perché non ci sei quando ho bisogno di te; ci sei solo quando vuoi tu-
-Ma cosa vuoi da me?!-
-Forse qualcosa che non sei in grado di darmi- commentò stancamente Zayn, chiudendo gli occhi.
-Senti, hai ragione. Come amico faccio schifo. Ma solo con te: con Harry, o Louis, non sono cosi'. Io... tu mi rendi nervoso. Mi destabilizzi-
-Non so cosa farci-
-Sei troppo complicato per me, Zayn. Io ho bisogno di semplicità. Forse è questo il problema-
-O, forse, non vuoi ammettere che la mia presenza ti turba...-
-Ancora?! Ne abbiamo già parlato e credevo la faccenda fosse orami chiarita...-
-Non è tutto  bianco o nero, Liam-
-Finiamo qui il discorso. Non si può parlare con te- replicò Liam, alzandosi.
-Come ti pare-
-Non è come pensi tu-
-È una tua opinione-
Liam alzò gli occhi al cielo.
-Ciao, Malik-
-Posso tornare in palestra? Ho pagato-
Liam scosse la testa, andandosene.
Non voleva ammetterlo, ma le parole di Zayn lo avevano turbato.

Qualche sera dopo, una delle due sorelle maggiori di Zayn si fece sentire dopo anni.
Le due ragazze avevano completamente tagliato i ponti con la famiglia da molti anni; la sorpresa, perciò, fu enorme, soprattutto quando la donna annunciò che sarebbe tornata a vivere in città con la sua famiglia, per poter star vicino a lui ed ai gemelli.
Era ormai passato un anno dal diploma di Zayn, e la vita, all'improvviso, parve semplificarsi per la famiglia Malik. I gemelli presero a frequentare la casa della sorella, con sollievo della madre ed anche dello stesso Zayn, che all'improvviso sentì la pressione sulle proprie spalle allentarsi un po'.
Fu con questo spirito che accettò di trascorrere qualche giorno alla villa, su richiesta di Louis, per trascorrere la settimana di ferie che gli era stata assegnata d'ufficio.

Era una calda notte di marzo. Il clima pareva impazzito; i giornalisti pronosticavano un'anticipo di estate torrida come quella dell'anno precendente . Liam era affacciato al portafinestra della camera, che fumava.
La vita era strana.
Fino a qualche tempo prima gli pareva di essere meno infelice; aveva perso la serenità. Il lavoro, la palestra, ora non gli bastavano più; era sulla soglia dei trent'anni e questa sottile insoddisfazione serpeggiava nella sua mente.
Aveva provato ad uscire coi suoi amici, a frequentare luoghi per conoscere altre persone, altre ragazze; dopo Sophie, nessuna lo aveva attirato abbastanza da desiderare di andare oltre una superficiale conoscenza.
Tutte lo lasciavano insoddisfatto; certo, non gli era mancata qualche storiella di letto, ma lui non era il tipo, e sinceramente quelle esperienze erano talmente scialbe e tristi che non era nemmeno più andato alla ricerca di compagnia.
Sospirò, frustrato.
Stava per rientrare, quando un grido soffocato gli fece accapponare la pelle. Si voltò di scatto a scrutare l'oscurità; dopo qualche momento di silenzio, sentì di nuovo dei gemiti, ma realizzò arrivassero dall'interno, non dall'esterno.
Uscì nel corridoio, consapevole che poteva essere soltanto una persona: Zayn.
Il ragazzo stava soggiornando alla villa, su pressante invito di Louis, il quale era in una pausa del tour di Harry e voleva passare del tempo con lui.
Entro' nella camera del ragazzo col cuore in gola, raggiungendo il letto, rischiarato dalla luce lunare che entrava dalla finestra aperta. Il ragazzo era avviluppato nel lenzuolo, che gli lasciava scoperto il torace ed una gamba, ed era in un bagno di sudore. Si lamentava. Liam capì che fosse in preda agli incubi; gli sfiorò la fronte con una carezza, tentando di svegliarlo.
Zayn sbarro' gli occhi su di lui, alzandosi di scatto ed allontanandosi.
-Ehi, sono solo io. Calmati- lo blandi'. Zayn degluti', il terrore nello sguardo.
-Zayn. Va tutto bene. È solo un incubo- gli sussurro', e sussulto' nel trovarselo tra le braccia, aggrappato come se ne dipendesse la sua stessa vita.
-Ssst. Va tutto bene- lo cullo', calmandolo come se fosse un bambino. L'odore della sua pelle sudata, mescolato a quello del sapone, gli riempì le narici, facendolo sentire vivo.
-È tutto a posto- lo rincuoro' ancora.
Zayn si riscosse, asciugandosi gli occhi. Gli fece tenerezza.
-Va meglio?-
-Perché sei qui?-
-Ti ho sentito lamentare nel sonno, ero fuori in terrazzo- mormorò, senza riuscire a staccare lo sguardo dalle labbra perfettamente disegnate di Zayn, che si stagliavano, nella penombra, contro la sua pelle ambrata. Vederlo così indifeso lo aveva disarmato.
-Dio. È così fottutamente... reale- sospirò il ragazzo, tremando.
-Vuoi parlarne?-
-No. Resta qui... per favore-
E Liam, seguendo il suo istinto, contro ogni buonsenso, si sdraio' di fianco a lui.

Sempre 10/04/2017: oggi doppio aggiornamento😘

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