Zayn rimase in silenzio, guardando a terra.
-Scusami. Non so cosa mi è preso...-
-Non scusarti. Lo sai che non mi è dispiaciuto- ammise Zayn, arrossendo.
Liam era in tilt: quel ragazzo lo spiazzava. Andava contro tutto quello a cui era abituato a pensare, era irritante, strafottente, intenso, ironico, profondo, bellissimo. E maschio.
-Per me va bene- asseri' Zayn.
-Che cosa?- Si strani' Liam; non l'aveva nemmeno sentito parlare.
Per tutta risposta Zayn gli si avvicino' appoggiando di nuovo le labbra sulle sue, sentendosi precipitare in un burrone e contemporaneamente volare, in un contatto talmente lieve da non sentire niente e da sentire tutto nello stesso tempo.
Socchiuse le labbra, sfiorandolo con la lingua e facendo tremare Liam da capo a piedi. I baci che aveva dato e ricevuto, finora, non erano che sbiadite imitazioni insapore. Quel bacio gli faceva tremare la terra sotto ai piedi.
Liam, invece, parve risvegliarsi. Sbarro' gli occhi e di istinto lo spinse via. Scioccato, Zayn lo guardò indietreggiare.
-È un errore. Non dovevi farlo. Non farlo più- balbetto', voltandogli le spalle e scappando via.
Zayn degluti', pietrificato. Cacciò indietro le lacrime che istantaneamente si erano raccolte nei suoi occhi. Il suo cuore si era congelato; aveva appena scoperto come sarebbe potuto essere, e già gli veniva tolto.-------------------------------
-Una settimana dopo-
Liam era intrattabile. Soffriva d'insonnia per la prima volta in vita sua ed aveva preso a passare tutto il suo tempo in palestra, per sfogare la tensione.
I primi giorni aveva passato ore a colpire il sacco fino a farsi sanguinare le nocche, senza apparentemente sentire dolore, fino a che George lo aveva fermato posandogli una mano sulla spalla. Lo aveva fulminato con lo sguardo, scrollandosela di dosso, ed abbassando le spalle non appena aveva scorto le impronte sanguinolente sul sacco, e le occhiate preoccupate che gli rivolgevano i suoi allievi. Allora si era fasciato le mani, ed aveva continuato, stancandosi fino allo stremo.
Si sentiva incompreso. Nessuno dei suoi amici aveva capito quello che stava passando; il suo profondo smarrimento, il suo bisogno di allontanarsi un po' per capire quello che stava succedendo. Louis era furibondo con lui, e gli aveva tolto il saluto. Harry era strano; stava vivendo uno dei suoi momenti di full immersion nella musica, ed era più perso del solito. Niall era distante, e coi suoi allievi non aveva voluto affrontare l'argomento, ritenendolo troppo personale.
Il pianista gli aveva chiesto di accompagnarlo a Londra, mentre Louis sarebbe rimasto a casa per stare vicino a Zayn.
Maledettissimo ragazzo.
Avrebbe voluto che scomparisse dalla faccia della terra; il senso di colpa nei suoi confronti era divorante, non riusciva nemmeno a pensarci senza ribollire di rabbia e vergogna. A lui non piacevano i maschi, lui era convinto di questa cosa; si era fatto fuorviare dall'atmosfera, dalla solitudine, dalla storia di Zayn. Sapeva di dover chiarire, ma stava rimandando a quando la rabbia sarebbe sbollita. Il fatto di non vederlo aveva rafforzato la sua convinzione; era sollevato dal fatto che il ragazzo avesse lasciato la villa e non si fosse più fatto vedere, né a casa Styles, né in palestra.
Con questo stato d'animo, accolse con sollievo l'idea di partire con Harry.Zayn, dal canto suo, non sentiva niente, assolutamente niente.
Gli sembrava come se gli avessero iniettato una dose massiccia di lidocaina direttamente nel petto, anestetizzandogli ogni sensazione, perché la percezione che aveva era la stessa di quando andava dal dentista.
Si sentiva completamente svuotato, ed infinitamente stanco.
Aveva sempre avuto dentro di sé una scintilla, una forza vitale che aveva sempre fatto capolino, anche nei momenti peggiori, e che gli aveva permesso di sopravvivere allo schifo che era stata la sua infanzia, di crescere e sopravvivere all'adolescenza, con tutto quello che essa aveva comportato, e di riuscire a tenere la testa a galla nella merda che era stata la sua vita finora.
Perché il suo non era stato nuotare; il suo era stato riuscire a tenere la testa emersa, null'altro. Ed era già tanto.
Ed all'improvviso, Zayn si sentiva svuotato. Quella forza lui non ce l'aveva più. Aveva intravisto, conoscendo Liam, un barlume di quello che sarebbe potuta essere la sua esistenza. Era stato uno sprazzo, soltanto una sbirciatina; Liam aveva chiuso con forza quella porta, sprangandolo fuori, facendolo precipitare in un buio posto ovattato dentro alla sua testa dove non percepiva più niente. E la sensazione di annullamento era spaventosa.Liam doveva accompagnare Harry a Londra per un evento, e Louis sarebbe rimasto a casa per tenerlo d'occhio, perché era preoccupato; ma nonostante questo, Zayn si sentiva solo. In quel buco di paese dove non c'era alcuna prospettiva di miglioramento, sarebbe rimasto per sempre un emarginato, uno che arrivava dai bassifondi, e quella etichetta non gliela avrebbe mai levata nessuno.
Si incammino' stancamente all'autofficina; improvvisamente, l'idea di essere giovane e di avere tutta la vita davanti gli parve una condanna. Una beffa. La sua vita era una monotona distesa di giorni, tutti uguali, scanditi dal lavoro e dai problemi finanziari della sua disastrosa famiglia, che si srotolavano come un lunghissimo tappeto incolore davanti a lui.
Ammirava Louis e la sua forza d'animo nell'aver vissuto per anni con il fratellino a carico e senza abbassarsi ad omologarsi per essere accettato, senza lottare contro il vuoto che si creava attorno; la solitudine era intollerabile per Zayn, perché aveva il sapore del buio della sua stanzetta, il terrore di sentire i passi nell'oscurità, la consapevolezza di non poter sfuggire agli eventi.
Quello faceva male. Ricordare il passato gli faceva male; aveva trascorso anni a non pensarci mai, credendo di averlo semplicemente superato come si salta una pozzanghera sulla strada, e poi era arrivato Liam, che l'aveva spinto indietro con forza dentro all'acqua melmosa, e nella sua testa si era aperto un vaso di Pandora dalle dimensioni enormi, perché, per la prima volta in vita sua, aveva non solo considerato la possibilità di non rifuggire l'intimità con un altro uomo, ma addirittura ne aveva accarezzato l'idea.Cocci sul pavimento. Ecco cos'erano quelle illusioni.
Ed era esclusivamente colpa sua. Liam era stato chiaro sin dall'inizio: lui non era gay. Lo aveva spiazzato quando lo aveva baciato, ma evidentemente quel contatto non aveva significato nulla per lui: era stata, forse, una specie di prova del nove. Aveva capito che non provava le stesse cose. Era stato un test.
Tuttavia, quel contatto per Zayn era stato fatale. Con quel bacio inaspettato, aveva colto un po' della dolcezza che era il sentirsi accettato, il sentirsi un pochino desiderato. Il sapere che l'altro fosse etero non era bastato a Zayn per fermare il trasporto che sentiva nei suoi confronti: era qualcosa più di un'affinità, di un trovarsi bene con lui e quindi desiderare di passare il tempo insieme.
Quel bacio lo aveva ucciso.All'autofficina, Benson lo salutò:
-Malik. Oggi mi arrangio con lavori; tu inizia a sistemare questo posto, che è un porcile-
Zayn acconsentì con un cenno; si diede da fare svogliatamente.
-Guarda che non ti pago per ciondolare così; datti una mossa- lo sprono' il proprietario, e Zayn lasciò correre, mandandolo mentalmente a quel paese e prendendo a spazzare il fondo dell'officina.
Era immerso nei suoi pensieri; non prestava attenzione a ciò che gli stava succedendo intorno. Perciò, quando Benson urlò, sollevò lo sguardo sorpreso, sentendo subito dopo un colpo spingerlo a terra schiacciandolo, mentre il ponte sollevatore auto si richiudeva su sé stesso.
-Ragazzo! Ragazzo! Ti sei fatto male?- ansimo' il capofficina, mentre si avvicinavano anche gli altri due apprendisti ed il proprietario dell'auto, pallido come un cencio.
Zayn si alzò faticosamente a sedere:
-Non mi sono fatto niente-
La macchina, invece, aveva il paraurti rotto.
-Come cazzo è successo? Cos'avete combinato?! Dov'è la sicurezza?!- Si inalbero' il capofficina, una volta constatato che Zayn fosse incolume.
-Mi dispiace...- tentò di scusarsi uno degli altri apprendisti, ma Benson non gli diede modo di continuare, licenziandolo in tronco.
Zayn fece da spettatore al siparietto avvilente del ragazzo che tentava di far cambiare idea al meccanico, e l'altro che non ne aveva nessuna intenzione, non provando assolutamente nulla.
Si rialzo', incurante di tutto, e riprese il suo lavoro, come se niente lo riguardasse.Louis capitò in officina alle otto, come sempre, proprio all'orario in cui staccava.
-Andiamo a mangiarci un hamburger?- Gli propose l'amico, guardandolo con aspettativa.
Zayn alzò le spalle:
-Come vuoi. Per me è uguale-13/04/2017 Prima che insultiate Liam (o me 😀) voglio precisare che non è facile accettarsi, a volte... e Liam è molto umano, sotto questo punto di vista.
Questo capitolo è stato un parto, quasi senza dialoghi, pesantissimo. Ma fa da ponte al resto della storia❤
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Black&White
FanfictionSpin-off di "Ad astra". Per Zayn non ci son vacanze post-diploma: ha subito cominciato a lavorare in una autofficina per stare lontano da casa e, nello stesso tempo, contribuire alla precaria situazione economica della sua disastrosa famiglia. La s...