Capitolo 26

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I giorni passarono e Marco non mi rivolgeva la parola, quando cercavo di parlargli non mi considerava.
Qualche volta uscivo con Agata e Manuel ma mi sentivo la terza in comodo.
In questi giorni Agata ha sempre cercato di non farmici pensare e la ringrazio tanto. Però non ci è riuscita.
L'ho amato e lo amo ancora.
Ho solo bisogno di lui, lui solo può farmi uscire da questo periodo buio...

Uscii da scuola parlando con Sara del progetto che avremmo fatto insieme e ad un tratto alla mia vista mi pietrificai, il cuore mi si fermò per due secondi per poi finire di sgretolarsi come se non lo fosse già in questi giorni.
C'era Marco che baciava una ragazza del suo corso d'informatica... L'avevo vista qualche volta ma avevo capito che non gli fosse tanto simpatica, invece mi sbagliavo.
"Sere che succede?" mi chiese Sara, poi seguì il mio sguardo e appena capì, mi prese per il braccio e mi portò via.
"È un brutto coglione di merda Sere, non ti merita, in meno di due settimane ti ha già rimpiazzata... Che Stronzo" la lasciavo parlare e non commentavo, avevo tanta rabbia dentro.
Rabbia per il fatto che mi ha dimenticata subito e se ne frega di tutto quello che abbiamo passato insieme.
Rabbia perché non mi ha dato il tempo per spiegargli niente.
Rabbia perché ha creduto ad una fottutissima foto!!
Avevo deciso.
Avrei girato pagina e dimenticato Marco.

"Sara" dissi "andiamo a fare il progetto" continuai impassibile, dovevo far vedere che ero forte.
"Aspettiamo Agata così ci aiuta" Disse
"Va bene" mi incamminai verso l'entrata della scuola cercando di non guardare quei due.
Mentre entravo mi girai per dare un'occhiata ma andai a sbattere contro qualcuno, guardai in alto e riconobbi subito quel sorriso strafottente.
"Attenta quando cammini" disse ridendo.
"Scusa" risposi.
"Tranquilla, chi cerchi?"
"Agata"
"È dentro" rispose.
"Secondo te, allora, perché stavo entrando?"
"Poteva anche essere che ti fossi dimenticata qualcosa" mi fece l'occhiolino.
"E invece no" sorrisi fingendo.
"Ti va dopo di prenderci un gelato?" mi propose.
Non feci in tempo a rispondere che qualcuno lo fece al mio posto.
"Si, Gabriel, le ci vorrebbe proprio una bella uscita, fate alle 5? Così abbiamo il tempo di finire il progetto" disse Sara affiancandomi.
"Ma io.." iniziai ma la ragazza mi calpestò il piede "e va bene" conclusi dolorante.
"Bene, quindi alle 5 in gelateria"
"Ottimo" risposi.
Arrivò Agata e salutammo Gabriel e ce ne andammo.

Il pomeriggio passò in fretta e alle 4 finimmo il progetto, poi mi aiutarono a prepararmi per l'uscita con Gabriel.
"Spero riuscirai a dimenticare Marco, capisco che lo ami ancora tanto ma lui non ti merita" disse Agata.
"Lo so" risposi.
"Forse Gabri riuscirà a fartelo dimenticare, chi lo sa" sorrise Sara facendo l'occhiolino ad Agata.
Le guardai dubbiosa.
"Ragazze, dovete dirmi qualcosa?"
"No perché?" risposero insieme.
"Mi state nascondendo un qualcosa che riguarda Gabriel secondo me..."
"No niente, cosa dovremmo nasconderti" rispose Agata.
"Farò finta di crederci..." risposi iniziando a truccarmi.

Arrivarono le 5 e mi avviai verso la gelateria lasciando Agata e Sara nella mia stanza perché avrebbero dormito da me quella sera.
Arrivata in gelateria vidi subito Gabriel e lo raggiunsi.
"Hey" lo salutai.
"Hey" ricambiò il saluto e mi sorrise.
Sembrava quasi imbarazzato dalla mia presenza...
"Dai sediamoci" disse e feci come aveva detto.
Arrivò il cameriere, forse sui 18 anni, che ci chiese cosa volevamo.
"Una coppetta: bacio e vaniglia" dissi io.
"Lo stesso" rispose Gabri.
Una volta che se ne fu andato iniziammo a parlare del più e del meno, scherzando e ridendo.
Uscimmo dalla gelateria e decidemmo di andare a passeggiare un po al parco dato fosse presto.
Mi misi sull'altalena ed iniziai a dondolarmi mentre Gabriel si metteva sull'altra.
Arrivò un bambino sui 5/6 anni circa e si fermò davanti a noi e ci guardò.
"Vuoi andare sull'altalena?" chiesi non sapendo che altro dire.
"Sii" rispose battendo le mani felice.
Mi alzai e gli cedetti il posto.
"Vogliamo andare?"mi domandò Gabriel.
"No dai rimanete" disse il bambino.
Sorrisi e annuii.
"State insieme?" chiese ancora il piccoletto.
"No piccolo" risposi divertita da quel bimbo e gli accarezzai una guancia.
"Come mai?"
"Campione come ti chiami?" chiese Gabriel scompigliandogli i capelli.
"Max, voi?" Rispose.
"Io sono Gabriel e lei è Serena" sorrisi e mi suonò il telefono.
Era Sara e risposi.
"Quando torni a casaa?" sentii urlare.
"Siete ubriache?"
"Siii" risposero poi sentii delle risate e chiusero la chiamata.
"Sono ubriache, devo andare" dissi sbuffando e riprendendo il giubbino che avevo lasciato sulla panchina.
"Chi?" chiese Max.
"Delle mie amiche" risposi.
"Grazie per la bella uscita Gabri" gli sorrisi e poi diedi un bacio sulla guancia al bambino.
"Ci vediamo presto campione" mi sorrise e me ne andai.

His smile my paradise ||Marco LeonardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora