Capitolo 23

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"Ma chi si rivedee" esclamò il ragazzo.
"Mi segui per caso?" scherzai.
"Forse" fece un ghigno "ancora non mi hai detto come ti chiami"
"Serena tu?"
"Gabriel, piacere" e mi porse la mano che subito dopo strinsi.
"E io sono Marco il suo RAGAZZO, piacere di conoscerti" Marco finse un sorriso e mi feci scappare una risata capendo che fosse geloso e lui mi fulminò con gli occhi.
"Piacere mio" rispose Gabriel.
"Bene ora dobbiamo andare, a non rivederci" disse Marco e trascinò me ed Agata lontane da quel ragazzo.
Finsi un colpo di tosse e dissi "geloso" e lui mi guardò male.
"Non sono geloso" rispose.
"Nooo proprio per niente" sorrisi.
Mi mise un braccio dietro alle spalle e mi strinse a sé.
"Tu sei mia" disse e poi mi baciò. Sorrisi e ricambiai il bacio.
"Eww mi sta venendo il diabete" disse Agata fingendo di vomitare.
"Ma smettila che dopo dobbiaml sopportare te e Manuel che fate i piccioncini" risposi io e lei mi fece la linguaccia.
"A proposito di Manuel, andiamo va" disse e ci incomminammo verso casa Leonardi.
Dato che Marco aveva le chiavi entrammo senza far rumore e Agata si nascose dietro la porta e il mio ragazzo chiamò suo fratello e gli disse di scendere di sotto per parlargli.
"Dimmi" disse scendendo le scale.
"Cosa stavi facendo?"
"Marco dimmi cosa devi dire non ho voglia di parlare"
Mentre parlavano feci cenno ad Agata che, passando dietro Manuel con cautela, gli mise le mani davanti agli occhi. Quando lui si girò, gli si illuminarono gli occhi e strinse in un caloroso abbraccio la mia migliore amica.
"Hey amore così mi soffochi" disse ridendo lei.
"Ho avuto tanta paura" rispose lui lasciandola e dandole un bacio.
"Ma ora sono qui" lo rassicurò.
"Ookay noi vi lasciamo da soli" disse Marco e mi portò di sopra, in camera sua.

Passai tutta la serata con lui, mangiando insieme agli altri una pizza. Poi me ne tornai a casa e caddi in un sonno profondo.
La mattina seguente, la mia voglia di andare a scuola era pari a zero. Ma mi preparai e andai lo stesso dato che ero obbligata...
Agata non sarebbe venuta perché avrebbe dovuto stare per due settimane a casa a riposarsi.
Arrivata a scuola mi accomodai sugli scalini davanti all'ingresso aspettando che suonasse la campanella e intanto mi misi le cuffiette e accesi la musica.
Dopo qualche minuto, pezzo un mezzo secondo mi ritrovai delle labbra sulle mia in un bacio a stampo. Ci misi un po a realizzare chi fosse e, quando lo riconobbi sorrisi e tolsi le cuffiette.
"Buongiorno principessa" sorrise anche lui.
"Buongiorno a te amore"
"Oggi abbiamo 3 ore buca ed ho sentito che c'è un nuovo studente nella nostra sezione, non so chi sia"
"Speriamo almeno sia simpatico" risposi e mi guardò male.
"Più di tutto che sia figo, sennò che palle..." lo presi in giro.
Si voltò e iniziò ad allontanarsi.
"Dai amore stavo scherzandoo" urlai ridendo  iniziando a correre verso di lui e poi gli saltai addosso aggrappandomi come un koala.
"Menomale che sei leggera" disse ridendo.
"Non volevi fermarti" scherzai.
"Bel modo di farmi fermare" e scoppiò in una fragorosa risata.
Scesi dalla sua schiena e lo baciai.
"Andiamo in classe" lo presi per mano e lo portai nell'aula.
Marco si accomodò sulla sua sedia e mi fece cenno di sedermi sulle sue gambe, lo feci.
Parlammo del più e del meno scherzando e poi suonò la campanella e gli studenti entrarono seguiti dalla professoressa di latino, quindi mi alzai dalle gambe di Marco e mi misi a sedere sulla mia sedia.
Dopo 5 minuti che la lezione fu iniziata, bussarono la porta ed entrò il preside seguito da un ragazzo.
"Buongiorno professoressa, questo è un nuovo studente e farà parte di questa sezione" disse e guardai il nuovo arrivato.
Poi guardai con gli occhi sbarrati il mio compagno di banco che mi guardò a sua volta, poi ritornai su quel ragazzo e aveva un sorriso strafottente stampato in faccia.
"Bene ragazzo, per ora puoi sederti in quel banco vuoto, dopo faremo le presentazioni"
Il banco era di fianco al mio... Più sfiga di questa..
Il ragazzo mi passò di fianco e mi fece l'occhiolino sorridendo.
"Vorrei cancellargli con la gomma quel sorrisino del cazzo" mormorai a Marco e lui rise.
Guardai di fianco a me e lo beccai a guardarmi e gli feci la linguaccia, lui rise e tornò ad ascoltare la lezione.

Finita la lunghissima e noiosissima ora di latino, mi alzai ed uscii dall'aula. Appena superata la porta qualcuno mi fermò per il braccio.
"Che coincidenze nella vita eh" disse.
"Già, che coincidenza" risposi scocciata.
"Serena, giusto?"
"In persona, ora posso andarmene?"
"Come siamo nervose oggi"
"Veramente non mi conosci e non sai come sono gli altri giorni, quindi risparmiati queste osservazioni" risposi andandomene e sentii che stava ridendo.
"Ci si vede" urlò e in risposta gli feci vedere il mio bellissimo dito medio.

"Credo che diventerete grandi amici tu e Gabriel" dissi e mi guardò con un espressione tipo "Sei seria?"  e mi misi a ridere.
"Dico sul serio, odiavo anche te all'inizio, siete identici.. Augualmente strafottenti e gentili allo stesso tempo" feci spallucce e lui alzò un sopracciglio.
"Ma io sono più figo" affermò.
"Ah questo non si mette in dubbio" sorrisi e gli stampai un bacio veloce.
"Dove vai?" mi chiese.
"Vado da Agata, se vuoi tu e Manuel raggiungeteci più tardi"
"Dopo non possiamo perché abbiamo la partita..."
LA PARTITA.
PORCA LA TROIA PERCHÉ SONO COSÌ RINCOGLIONITA!?
"Oddio è vero!" esclamai "scusami mi sono totalmente dimenticata! Mi dispiace..."
"Tranquilla amore" mi diede un bacio e se ne andò.
Non posso mancare a quella partita.

Arrivata a casa di Agata suonai il campanello e venne ad aprirmi Cameron.
"Caam, Agata è in camera?"
"Yes, prego entra" lo sorpassai dandogli un veloce bacio sulla guancia e salii le scale dirigendomi nella camera della mia migliore amica.
"Svegliaa preparati dobbiamo uscire, muoviti che siamo in ritardo" urlai buttando Agata giù dal letto (con cautela a causa del braccio rotto).
"In ritardo per andare dove?" disse stiracchiandosi.
"Oggi c'è la partita dormiglionaa non ti ricordi?!" dissi gesticolando.
"Cazzo è vero..." si alzo veloce dal letto e si andò a lavare, io intanto le preparai i vestiti da mettersi così ci avrebbe messo meno tempo.

His smile my paradise ||Marco LeonardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora