Capitolo 25

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"Marco?" lo chiamai tra gli studenti che camminavano fra i corridoi. Si girò e mi guardò
"Si?"
"Che hai?" chiesi avvicinandomi.
"Niente perché?"
"No Marco, non dirmi niente perché non ci credo. È una settimana che mi eviti e che sei strano, ora voglio spiegazioni"
Prese il telefono e me lo mise davanti agli occhi.
"Ho tutte le ragioni per farlo" disse.
Presi il telefono e guardai meglio.
Era una foto con due ragazzi che si baciavano.
"Che significa?" chiesi confusa.
"Che abbiamo chiuso" si riprese il telefono e si voltò.
Non mi sentivo più le gambe.
Non capivo il perché.
Chi erano quei due ragazzi?
"No Marco ti prego io non ho fatto niente" lo presi per il braccio per farlo voltare ma si allontanò di più.
"Serena c'è la foto che lo dimostra"
"Ma non sono io quella in foto!" insistei.
"Senti Serena abbiamo chiuso, fine della storia" e se ne andò.
"COGLIONE" urlai iniziando a piangere.
Tutti ci stavano guardando ma poco mi interessava.
Uscii di corsa da scuola e me ne andai. Mancavano ancora 2 ore per finire l'orario giornaliero ma avevo bisogno di stare da sola.
Corsi per un tratto, poi rallentai appena arrivata a un lago non lontano da casa mia.
Presi le cuffie e accesi la musica.
Misi 'BRNBQ' di Sfera Ebbasta e mi sedetti lungo una sponda del lago mentre le mie lacrime e i miei singhiozzi continuavano incessanti.
Sfera Ebbasta era il cantante che mi serviva quando ero un mix di delusione, tristezza e rabbia. Era proprio così che mi sentivo, delusa perché questo fatto mi ha fatto capire che Marco non si fida di me, triste perché avevo appena perso la persona che amavo di più e piena di rabbia perché quella foto sarà stato uno stupido dispetto del cazzo per far litigare me e Marco.
Mi sdraiai a contemplare il sole fino a quando il telefono non squillò.
Vidi il nome ed ignorai la chiamata.
Richiamò un altra volta e la ignorai di nuovo. Alla terza chiamata decisi di rispondere.
"Pronto?"
"Serena ma dove cazzo sei finita" disse la persona dall'altra parte.
"Manuel volevo stare da sola" risposi.
"Agata ti sta cercando come una pazza"
"Dille di stare tranquilla, sto bene"
"Ma stavi piangendo?"
"Non te l'ha detto Marco?"
"Cosa mi dovrebbe dire?"
Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo.
"Mi ha lasciata" e chiusi la chiamata.
Faceva male dirlo. Troppo male.
Spensi il telefono e lo misi in tasca.
Mi incamminai per tornare a casa.
Mi faceva male la testa e volevo buttarmi da un ponte per come mi sentivo uno schifo.
Arrivata davanti casa fissai per un po la casa di Marco, poi entrai.
Mi buttai a peso morto sul divano e feci un respiro profondo.
"Dove sei stata?" sentii dire e sobbalzai dallo spavento.
"Mi hai fatto prendere un colpo Tia" risposi mettendomi composta.
"Dove sei stata?" ripeté.
"Volevo stare da sola"
"Per quale motivo?"
"Marco mi ha lasciata per una cazzata che non è vera"
Sospirò e si sedette accanto a me.
"Vuoi parlarne?"
"Non ora"
"Ok fatto sta che sei in punizione per 3 giorni, non puoi uscire di casa e usare il telefono"
"Escluso oggi ti prego devo uscire per svagarmi con Agata"
"E va bene, ma solo per oggi"
"Grazie" lo baciai su una guancia e salii in camera mia.
Accesi il telefono e mi ritrovai 5 chiamate da Mattia, 7 da Manuel, 10 da Agata e 1 da... Marco.
Che cazzo mi chiama a fare dato che potrebbe arrivarci che sia colpa sua se sono scappata?! Non credo sia così cretino.
Richiamai Agata.
"Hey" dissi.
"SERENA DOVE CAZZO SEI?"
"A casa"
"Ok arrivo stai lì" disse e riattaccò.
Mi diedi una sistemata veloce asciugandomi il mascara colato a causa del pianto.
Uscii di casa e mi sedetti su una panchina lì di fronte per aspettare la mia migliore amica.
Sentii un portone sbattere e alzai il viso.
Vidi Manuel correre verso di me.
"Grazie a dio stai bene"
"Già"
"Allora che è successo?"
"Chiedilo a lui" risposi e mi alzai.
"Sere lo so che è un coglione ma lui ti ama"
"SE MI AMAVA NON BASTAVA UNA FOTO PER LASCIARMI" urlai e gli occhi mi si riempirono di nuovo di lacrime.
"Sere stai calma"
"NO IO NON STO CALMA PERCHÉ QUANDO DUE SI AMANO LA BASE DI TUTTO È LA FIDUCIA, E LUI NON SI FIDA DI ME" urlai di nuovo.
"Va bene ho capito cambiamo discorso, stai aspettando Agata?"
"Si"
"Posso aspettarla insieme a te?"
"Si"
"Mattia ti ha messa in punizione?"
"Si"
"Potresti rispondere in un altro modo che non sia 'si'?"
"Si" sorrisi
"Sei noiosa"
"No sono Serena"
"Squallida" rise.
Vidi una macchina in lontananza e mi alzai.
Agata scese di corsa dalla macchina e mi venne in contro saltandomi addosso.
"Mi hai fatto prendere un colpo stronza" disse tra le mie braccia.
"Scusa" dissi abbracciandola più forte.
"Ora devi raccontarmi tutto, andiamo. Ciao amore noi ci sentiamo stasera" disse rivolta a Manuel e stampandogli un bacio, lui annuì e tornò a casa.
"È una lunga storia" iniziai.
"Abbiamo tutto il pomeriggio" mi fece l'occhiolino e iniziammo a camminare.
Le raccontai tutta la storia, da quando mi accorsi che Marco era strano a quel momento.
"Che coglione" fu la sua risposta.

His smile my paradise ||Marco LeonardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora