Raramente mi capita di prendermi del tempo per me stessa, per tale motivo oggi ho deciso di farlo. Mi regalerò una bella passeggiata sul lungomare. Mi vesto comoda, prendo un vecchio pareo un tantino sdrucito e vado.
Spostandomi in autobus, ho la possibilità di cominciare a camminare dove mi più aggrada, senza dovermi preoccupare del parcheggio e decido di scendere alla fermata della Rotonda di Ardenza.
La giornata è grigia, siamo in pieno inverno, l'aria è fredda. La leggera brezza marina si insinua tra i lembi del cappotto all'altezza del collo, passa attraverso la pashmina malamente annodata, fino a raggiungere la pelle. L'aria pungente mi infastidisce, tra pochi minuti mi si surgeleranno le orecchie stile Dumbo, gentilmente fornitemi gratis, dalla mia mamma, al momento della mia nascita.
In effetti ho delle notevoli ali di lato al viso, del tipo che tutte le volte in cui muovo la testa, poto le piante in giardino. Anche in quello dei vicini.
Non è meraviglioso?
Finirò per calare il cappello fino alla montatura degli occhiali, in modo da coprire il più possibile le mie fantastiche orecchiette, senza cime di rapa.
Venire qui non è stata la migliore delle idee, ma nel caso fossi rimasta a casa, avrei privato i miei concittadini della vista di un omino modello Michelin, mascherato da Dumbo, che cammina tipo Bagognghi sulla passeggiata a mare.
Mi avvio verso sud, in direzione di Antignano, intorno a me poche persone, alcuni temerari che fanno jogging, footing, walking, tutting...
Sono bellissimi, con le loro tutine aderenti dai colori sgargianti, in tessuto super tecnico, aereodinamiche e catarifrangenti. I corridori del lungomare sono provvisti di ogni aggeggio tecnologico disponibile sul mercato, dal contapassi elettronico al cardiofrequenzimetro, dall'occhiale con la videocamera alla borraccia dotata di puntatore laser.
Si muovono ritmicamente, un passo dopo l'altro, le gambe in sincrono con le braccia, ad arti alternati. Improvvisamente si fermano, cominciano una serie di improbabili esercizi aerobici, usano la spalletta delle spiaggette come sbarra: fanno flessioni, affondi, allungamenti. Roteano le braccia in modo sicuramente scientifico, ma l'unico risultato che raggiungono è quello di assomigliare ad una versione isterica di Magnus Bane nel momento di lanciare gli incantesimi.
Può capitare di essere in una felice posizione che consente di vederne alcuni allineati, tutti intenti a fare ginnastica, uno spettacolo di danza non tradizionale che mette veramente inquietudine.
Non tutti sono danzanti, alcuni hanno una camminata veloce, altri corrono freneticamente avendo la convinzione di essere alle olimpiadi. A tale ultima categoria appartiene lui, il più fantasmagorico corridore da lungomare che esista.
Lui, l'unico,l'inimitabile, l'impareggiabile Zompo.
Zompo è un'istituzione, ha un'età compresa fra i quaranta e i cinquanta anni lo si trova regolarmente a correre sui viali a mare.
Che dico a correre, a zompare!
Zompare significa saltellare, muoversi a balzi. Il nostro Zompo corre saltellando. Ogni falcata un leggiadro volo, si solleva da terra con l'eleganza di una ballerina, si libra in aria con la leggerezza di una farfalla, per poi scendere rovinosamente a terra come un pachiderma obeso.
Nell'esatto istante in cui il piede tocca il suolo, tutto trema. Porgendo l'orecchio con attenzione, si ode anche un piccolo e sordo tonfo.
Veramente pregevole!
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One shot buttate a casaccio!
General FictionIn questo "libro", che poi un libro non è, riunisco le prove che che ho sostenuto partecipando qua e là a dei contest, qui sono rimaneggiate ed approfondite, spesso nei concorsi si ha un numero massimo di parole, perciò prima di pubblicarle qui, do...