IL CONVENTO

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Un brillante sole da il buongiorno a questa giornata di festa, mio padre il Conte di Vessini, prenderà di nuovo moglie. Dalla morte di mia madre sono passati ormai 12 anni e adesso è giunto il momento di risposarsi. La prescelta fu una Contessina di Firenze, dal nome Klizia, poco più grande di me. Sarà strano chiamarla Madre.

La giornata scorse via veloce, gli ospiti parlarono di guerra, conclusero affari e negoziarono matrimoni, come è consuetudine fare in occasioni come questa. È raro che tutti i notabili della regione si trovino radunati nello stesso luogo e quando accade, nessuno torna al proprio palazzo a mani vuote.

La cerimonia fu officiata dall'Abate della vicina abbazia francescana, che portò in dono un meraviglioso arazzo, tessuto dalle buone sorelle del convento. Un oggetto di mirabile fattura e assai pregiato. Andò ad arricchire la nostra già importante collezione di opere preziose. Ritraeva un pastorello che porta al pascolo le sue capre ed un carro con del fieno, guidato da un vecchio.

Il tempo passava e la mia vita scorreva serena, nonostante l'ombra della perdita di mia madre mi rattristasse e la presenza della mia matrigna mi relegasse in secondo piano agli occhi di mio padre.

"Posso abbracciare la mia amata figlia o debbo attender oltre?"

"Padre sono così felice di avervi qui, ho delle notizie meravigliose da comunicarvi".

Klizia saltellava felice per il vestibolo della nostra casa, tutta la sua famiglia era giunta in visita, grandi annunci erano previsti per quella sera.

E così fu.

Durante la cena mi padre comunicò ai presenti l'imminente arrivo di un figlio.

La mia matrigna era incinta ed io avrei presto avuto un fratellino o una sorellina.

Inutile dire che ciò mi rese molto felice allora, neanche potevo immaginare cosa sarebbe accaduto. Se solo lo avessi capito, forse mi sarei potuta salvare.

I mesi corsero via veloci e finalmente il figlio di mio padre venne al mondo, era un bellissimo e sano bambino, fu chiamato Antonio Luigi.

Io amavo follemente il mio piccolo fratello, lo accudivo e lo coccolavo il più possibile, sua madre invece tendeva ad affidarlo a me o alle servette di palazzo.

Una mattina mio padre mi mandò a chiamare, era strano non mi convocava mai.

"Buongiorno figlia mia, ho delle notizie che ti riguardano".

"Buongiorno a voi padre, sono felice di vedervi, sono lieta di ascoltare ciò che dirmi".

Ero veramente felice di quel colloquio, la felicità degli inconsapevoli.

"Ciò che sto per dirti cambierà tutta, la tua vita",

Un marito pensai. Mi danno in sposa, avrò una casa mia e dei figli. Sarò la signora di un palazzo, pensai.

"Come sai, la legge prevede che il patrimonio di famiglia passi in eredità al figlio maschio, che potrà perpetuare il nome ed il prestigio della casata."

"Certo Padre, lo so bene. Antonio Luigi sarà il signore del Contado. Ed è giusto che sia così", dissi convinta.

"Sentire queste parole mi riempie il cuore di gioia, mi fanno capire che, la lealtà verso tuo fratello ed il suo titolo ti aiuterà nel tuo cammino.

Questi sono tempi bui figlia mia, il mantenimento del patrimonio intatto è fondamentale per poter affrontare futuri pericoli.

Per questo ti comunico che non ti darò in sposa, in quanto la tua dote sarebbe molto alta."

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