Pov's Ornella
Oggi la mamma di Gaia mi aveva chiamata, voleva che venissi da lei per aiutarla con delle cose di Gaia. Era dal giorno del funerale che non ci eravamo più sentite, quell'episodio aveva ammutolito il nostro rapporto. Fino a qualche tempo fa era come una seconda madre per me, ma il dolore della perdita aveva creato un muro di ghiaccio tra di noi. Per carità, non avevamo niente una contro l'altra, ma senza Gaia non avevamo motivo di parlare e il nostro rapporto non era più collegato da niente, o meglio da nessuno.
Mi vestì comoda con un paio di leggings neri, una maglietta a maniche lunghe nera, un paio di stivali anch'essi neri alti. Siccome fuori, anche essendo in Sicilia, faceva freddo, misi un giubbotto rosso e un cappello nero con la scritta "Vogue". Colpa di Ben per i cappelli, mi aveva contagiata.Presi la borsa dall'attaccapanni e salutai Ben, dandoci appuntamento a stasera. Scesi le scale e salì in macchina, mettendo in moto. Erano le 9.30, se non ci fosse stato traffico sarei arrivata puntuale. Ok, so che vi state chiedendo: cosa? Quale macchina? Con quale patente? Ebbene si, due mesi fa ho preso la patente per cercare di essere più indipendente e spostarmi per le strade più facilmente. Ovviamente anche Ben ce l'ha, l'ho convinto io a prendersela tre anni fa. Ha superato le sue inutili paure e adesso devo dire che non mi fa vomitare il cuore quando sono in macchina con lui. Se la cava, non c'è che dire, ma io sono un mito, ho preso subito la patente, amo guidare.
Bussai alla porta con la mano un po' tremante. Ero arrivata in perfetto orario, e adesso l'ansia di sentire quel nodo alla gola troppo familiare si fece strada dentro di me. Appena la porta si aprì, subito sentì quel profumo così familiare che per sedici anni avevo avuto sempre con me. Spostai lo sguardo da terra alla mamma di Gaia, e sorrisi un po' esitante. Mi salutò e mi fece entrare, poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbracciò. Ricambiai subito, mi era mancato l'abbraccio della mia seconda mamma. Una volta sciolto l'abbraccio, mi portò con se fino a davanti la stanza di Gaia. A quel punto mi congelai. Ce l'avrei fatta? Sarei entrata in quella stanza piena di ricordi? Piena di oggetti che mi ricordavano Gaia?. Anna (sua madre) parve leggermi dentro, e disse
- Tesoro, se non ti senti ti capisco.- disse facendomi calmare lentamente. Mi era mancato quando mi chiamava "tesoro". Mi feci di coraggio e negai, ce l'avrei fatta. Afferrai la maniglia della porta e l'abbassai. Entrai, e in un attimo i ricordi presero possesso della mia mente. Lentamente mi feci strada dentro la stanza, e pian piano studiai attentamente ogni singolo oggetto di quella stanza. Con la mano toccavo malinconicamente le mure di quella stanza, più che altro per darmi forza. Il mio sguardo cadde sul letto, quell'aggeggio che serve per dormire. Si, certo, ma non per noi due. Ancora ricordo quanto abbiamo riso, pianto e sclerato su quel letto. Quella volta in cui disperata sono corsa da lei e mi ha accolta tra le sue braccia e mi aveva fatta dormire con lei, quando avevo litigato con Benji. Sentì gli occhi appannarsi e la gola bruciare. No, non potevo piangere. Ringraziai Anna di avermi accompagnata e le dissi che adesso potevo sbrigarmela io. Un po' esitante mi lasciò sola, li, in quel tunnel di ricordi.Era da due ore che stavo sistemando gli oggetti di Gaia, o come li chiamava lei "cazzate che mettono disordine". Arrivai nell'ultimo cassetto dell'armadio e lo aprì, e cominciai a uscire le magliette. Infondo al cassetto scorsi un quaderno, più precisamente un diario. Lo presi tra le mani e mi sedetti sul letto, aprendolo. Iniziai a sfogliarlo lentamente, leggendo la data e qualche parola per ogni pagina. Era un diario segreto, mi stranizza il fatto che Gaia non me ne aveva parlato mai. Aveva iniziato a scriverlo dal Novembre 2021, qualche mese prima che...morisse. Aveva problemi con Federico, pensava la tradisse e non l'amasse più. Perché non me lo ha mai detto? Di solito qualsiasi cosa le accadeva me la raccontava in un batter d'occhio. Arrivai all'ultima pagina molto scossa, tutto quello che aveva scritto precedentemente era molto triste. Il suo stato d'animo era così grigio, perché non me ne ero mai accorta?. L'ultima pagina era datata il giorno prima che partissimo in vacanza, evidentemente non lo aveva portato con se il diario, oppure non sarebbe qui. Quello che lessi mi spiazzò a causa delle sue parole, che non riguardavano per niente Federico:
25/01/2022
Caro diario, in queste ultime notti faccio sempre lo stesso incubo: muoio investita da una macchina. È bruttissimo perché è così reale... vedo che mi portano in ospedale e che Ornella e Benji stanno al mio fianco e soffrono. Nell'incubo sono paralizzata, a volte vorrei urlare a Ornella che la sento ma non ci riesco. Sembra tutto vero, e appena mi sveglio mi sento angosciata in un modo assurdo. Non so perché ma ho come la sensazione che debba succedere davvero, chiamatemi stupida ma il mio sesto senso dice così, ed ho paura, tanta paura. Per adesso cerco di godermi gli ultimi momenti con la mia migliore amica, domani partiamo, andiamo in vacanza. Me lo sento, qualcosa non va...Le lacrime ormai erano da minuti che scendevano sulle mie guance. Lei se lo sentiva, e non aveva espresso le sue paure con me. Perché non si confidava più con me? Cos'altro l'affliggeva? Possibile che questo incubo le aveva rovinato la vita quotidiana? Non so più che pensare, so solo che mi manca, mi manca fottutamente tanto, e vorrei che fosse qui con me. Vorrei averla vista sclerare quando le avrei annunciato il mio matrimonio, di sicuro avrebbe detto: finalmente i miei due pinguini si sposano. Ci chiamava così. La vorrei avere qui con me per scegliere insieme la location dove festeggeremo la sera e berremmo come folli; vorrei morire grassa con lei provando tutti i gusti dei confetti per sceglierne solo uno; vorrei aver pianto quando, una volta trovato sotto il suo sguardo severo da fashion blogger, l'abito perfetto; vorrei stringerla in un forte abbraccio quando, percorrendo l'altare, lei mi avrebbe tenuto il velo e mi avrebbe rassicurata con un sorriso dolce e amorevole; ma la cosa che più rimpiangerò, sarà non averla al mio fianco quando nascerà il suo nipotino. Si, sono incinta di tre mesi, e vorrei fosse stata lei a saperlo per prima. A quella notizia avrei voluto piangere dalla gioia sulla sua spalla, e infine, insieme dirlo ai miei cari. Benji non lo sa, l'ho scoperto tre giorni fa, ma stasera, glielo dirò. Asciugai le lacrime, infilai il diario nella mia borsa, e salutando Anna me ne andai, pronta dopo quel resoconto personale, ad una vita senza di lei.
Cosa dire? Sto piangendo, giuro. Non ho mai scritto un capitolo con così tanto sentimento. Non ho altro da dire o da aggiungere, le parole parlano da se.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!
Sti cazzi 🖤
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Tutto Per Un Errore ||completa||
Fanfiction"Lo amavo, lo amavo tanto: amavo i suoi occhi verdi, i suoi capelli che non erano mai a posto, il suo modo di fare, il suo sorriso. Lo amavo, lo amavo tanto. E ad oggi non sono sicura di aver mai smesso di farlo." Il più grande sogno di una ragazza...