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Volevo poter dire che non avevo mai pensato troppo al giorno in cui sarei morta, proprio come diceva Bella Swann in Twilight; perché era una cosa abbastanza drammatica da dire. Ma la verità era che pensavo alla morte tutto il tempo. Non in un modo triste, ma più come una curiosità. Mi chiedevo come e quando avrei esalato il mio ultimo respiro e se fosse vicino o no. Immaginate se tutti sapessimo il giorno esatto e l'ora in cui saremmo morti. Avremmo vissuto in modo diverso?

Qualche giorno dopo la sera al molo, pensai di star per morire. Non ero mai stata un tipo di persona esagerata, ma quella mattina la vita mi passò davanti agli occhi come se fosse la fine.

Mi ero svegliata con un rumore strano. Sembrava che qualcuno si stesse gettando di peso contro la mia porta d'ingresso. Un rumore che mi dice che qualcuno stava cercando di irrompere nel mio appartamento.

Rimasi stesa a letto per pochi minuti, pensando che stavo sognando e che sarebbe tutto finito quando mi sarei svegliata del tutto. Non c'era bisogno di farsi prendere dal panico e le lenzuola tra cui ero attorcigliata erano troppo comode per sacrificare questa sensazione quando non c'era niente di sbagliato.

Ma poi nella mia mente apparvero pensieri di Carlos. Era in giro per Los Angeles, probabilmente a cercarmi. E se mi aveva trovato?

Mi misi a sedere nel giro di pochi secondi, il cuore mi batteva così forte che mi girò la testa.

Respira, Charlotte. Non c'è niente di cui preoccuparsi.

Uscire dal letto era una cosa difficile e ci misi più tempo del normale a mettermi una felpa, solo perché ero così fottutamente stressata. Non ero mai stata una persona religiosa, ma avrei mentito se avessi detto che non stavo pregando mentre camminavo in corridoio.

Potevo vedere la porta d'ingresso. Il rumore era finito e adesso notai che la maniglia della porta chiusa a chiave si stava muovendo, come se qualcuno stesse cercando di aprirla. Il panico scorreva dentro di me e sentì il sangue lasciare il mio viso. Non stavo sognando o immaginando niente di tutto questo. Qualcuno stava cercando di irrompere nel mio appartamento.

A casa sarebbe stato mio padre ad andare a controllare tutto mentre io e mia madre avremmo aspettato insieme. Ero stata stupida a venire in questo posto enorme da sola; avevo preso una decisione troppo veloce e non avevo pensato bene a certe cose. Questa era una di quelle cose: cosa avrei fatto se fossi stata in pericolo?

Aprì lentamente un cassetto della cucina, prendendo un coltello. Era piccolo e seghettato, e probabilmente sarebbe stato inutile se Carlos o uno dei suoi uomini erano qui per me. Ma mi fece sentire un po' meglio mentre lo tenevo teso in avanti.

La maniglia smise di muoversi all'improvviso e sentì dei passi pesanti fuori dalla mia porta. Sapevano forse che avevo un'arma e avevano deciso di non voler combattere contro di me?

Le mie labbra si sollevarono, iniziando a sorridere al pensiero. Di sicuro se fosse stato qualcuno mandato da Carlos, o Carlos stesso, avrebbe saputo che ero una persona minuta e che probabilmente non avrei fatto male ad una mosca in tutta la mia vita. Forse erano andati via per cercare qualcosa con cui buttare giù la porta? Oh Dio, forse questa era la mia unica opportunità per scappare via?

Dei forti colpi contro la mia porta mi fecero saltare in aria. Sollevai di nuovo il coltello, pronta a fare a pezzetti chiunque fosse entrato in casa mia. Sentì dentro di me una nuova scarica di adrenalina e quasi non sentì la voce che mi stava chiamando.

"Mals? Sei a casa?"

Michael. Clifford. Michael fottuto Clifford.

Era uno scherzo. Non potevo credere alle mie orecchie. Era qualche tipo di scherzo stupido?

all mine | ft. michael clifford (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora