Capitolo 1. Fuga

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Aprile, 1314 D.C.

Inverness-shire, Scozia



Correvo, correvo come il vento.

Non mi fermavo, non mi voltavo, non rallentavo. Volevo solo imboscarmi, dannazione! Nascondermi, sparire nella foresta – lì non sarebbero riusciti a trovarmi – e andarmene da quel maledetto posto, allontanarmi il più possibile da quel dannato castello!

Sentivo freddo. Il vento mi sferzava i capelli lunghi e sciolti che mi colpivano il volto come tante piccole fruste. Ero stanca e, come se non bastasse, la lunga gonna sotto il mantello mi rallentava.

Maledette gonne, pensai stringendo i denti.

L'erba bassa mi solleticava le caviglie mentre sbattevo ripetutamente le palpebre per la vista appannata. Il cuore mi batteva forte nel petto ma ce l'avevo quasi fatta! Ero quasi arrivata! Ormai ero ai margini della foresta. Mi accorsi che c'era un grosso tronco tra l'erba alta ma non avevo tempo di aggirarlo; così accelerai, il mio respiro accelerò e... saltai. Percepii la forza del vento contro il mio corpo e il suo frastuono nelle orecchie. Poi, i piedi toccarono il suolo.

Ah!

Barcollai ma non caddi. Continuai a correre.

Sì!

Forza, è quasi fatta! mi ripetevo per farmi coraggio ma iniziavo veramente ad essere stanca e il terreno si stava elevando. Volevo solo superare la salita e sparire dentro al bosco. Era tutto ciò che desideravo fare in quel momento, nient'altro, niente di più.

Forza Vivian, non fermarti! Manca pochissimo! pensai con sollievo. Ma all'improvviso, un rumore inaspettato e maledettamente familiare arrivò alle mie orecchie come uno schiaffo.

Realizzai immediatamente di avere poche possibilità.

Mi fermai di scatto, inspirando per cercare di calmarmi, e non appena sentii quel lieve rumore – quella specie di sibilo di aria sferzata dal vento – saltai con tutta la determinazione che avevo.

Uno spostamento d'aria mi sfiorò i piedi.

Sì! Mancata!

Ricominciai a correre a perdifiato oltrepassando a tutta velocità il primo albero ma sapevo che non era ancora finita.

Avevo superato la salita, il terreno era tornato piano e la vegetazione si stava intensificando, ma nel momento in cui iniziai a riacquistare maggiore speranza, lo stesso suono di poco prima mi colpì, di nuovo. Questa volta per davvero.

Una costrizione, forte, mi strinse gli arti inferiori e in men che non si dica ero bloccata. Feci appena in tempo a coprirmi il volto con le mani mentre rotolavo rovinosamente a terra.

«Merda!», ringhiai mentre scattavo a sedere e cercavo di liberarmi dall'arma che avevo costruito semplicemente usando una corda e delle rocce avvolte in due sacche di cuoio. Di nuovo le mie orecchie colsero il rumore dell'aria frustata dal vento che si avvicinava pericolosamente. Mi stesi a terra e un istante dopo ne intravidi un'altra passare a velocità impressionante a un soffio dal mio naso.

Ma è impazzito!? Vuole uccidermi per caso!?

La mia testa colpì qualcosa di duro ma non ci feci troppo caso.

Ti detesto, pensai mentre tentavo ancora di liberarmi.

«Ah!», esclamai.

Ce l'ho fatta!

Oltre il tempo - Parte prima - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora