Oh no...
«Ti ho già visto», dissi a un grosso tronco sradicato e pieno di licheni che mi bloccava il cammino.
Ora inizio anche a parlare con il legno.
Da lì c'eravamo già passate. Alzai lo sguardo, cercando di orientarmi, ma attorno c'erano solo alberi.
Maledizione. Ci voleva anche questa.
«Silveria, dove vai!?», gridai quando la intravidi sparire dietro un cespuglio. «Silveria! Torna qui!». Stava veramente iniziando a diventare disobbediente. Sbuffando, la seguii.
Ma che le prendeva? Non si era mai comportata così. A un certo punto, mentre combattevo con piante basse e rametti per farmi strada, nell'oscurità della foresta vidi della luce.
La chiamai di nuovo e ancora una volta non la sentii, però udii qualcos'altro. Cos'era quel rumore? Acqua?
Mi feci largo tra la vegetazione, avvicinandomi sempre più a quella luce. Quando infine spostai l'ultimo ramo, rimasi meravigliata, letteralmente a bocca aperta.
Ero entrata in una radura: più grande della prima, dal terreno dolcemente inclinato verso la mia sinistra, coperta da un soffice strato di verde brughiera e attraversata da un incantevole ruscello che spariva nel bosco in un letto di piccole rocce stondate e acqua bassa luccicante.
Ma non ero attratta da tutto ciò al momento, né dai rigogliosi cespugli di mirtilli che la delimitavano, né dal grande masso che intravedevo sotto l'imponente salice verde al centro del prato. La mia attenzione era interamente concentrata sul fantastico paesaggio selvaggio e mozzafiato che si stendeva infinito davanti ai miei occhi estasiati: colline imponenti, sterminate e ricoperte da milioni e milioni di alberi, si susseguivano di fronte a me, incontaminate e maestose.
Caspita...
Neanche a Leicester c'era questa meraviglia.
Splendenti raggi di sole regalavano magnifici giochi di luce tra le nuvole bianche che ammorbidivano il cielo sopra le colline, mentre l'azzurro intenso dell'infinito accarezzava sconfinato i monti delle Highlands.
Mio Dio, che spettacolo. Sembra quasi che cielo e terra si tocchino...
Ero ancora incantata ad osservare ciò che avevo davanti ma, a un tratto, un movimento sulla destra attirò la mia attenzione.
Quando mi voltai, il sangue mi si gelò nelle vene per l'ennesima volta e fui pervasa da un freddo intenso.
Nella parte opposta rispetto a dove mi trovavo, un'inquietante figura incappucciata era china su Silveria, la mia Silveria, intenta ad armeggiare con qualcosa sotto un mantello scuro.
Ero già angosciata ma, nel momento in cui vidi una mano guantata infilarsi dentro una sacchetta di cuoio, impietrii del tutto.
Fu una sensazione strana e forte ma in quell'istante non sentii il dolce profumo dell'erba umida, né il vento leggero accarezzarmi la pelle del viso. Solo una parola mi ronzava in testa: cacciatore.
L'ansia che avvertivo non era niente in confronto a ciò che provai nel momento in cui vidi la mia amica annusare qualcosa dalle mani dello sconosciuto per poi addentare una grossa esca. A quel punto mi sentii esplodere.
«NO!».
Tutto accadde in fretta.
Disperata, iniziai a correre, saltai il ruscello e in un baleno mi lanciai contro la figura alta e grottesca ancora intenta ad osservare Silveria. «Lasciala stare!». Lo strattonai con tutta la forza che avevo ma lui non sembrava neanche far caso ai miei scossoni. «Cosa le hai dato da mangiare? Maledetto!», gli urlai contro infuriata.
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Oltre il tempo - Parte prima - Volume 1
RomanceGenere: romantico - storico Descrizione breve: Romanzo storico d'avventura ma soprattutto d'Amore, per il pubblico young adult e non, per chiunque voglia "staccare" dalla realtà e intraprendere un viaggio... Sinossi: 1314 A.D. Nel bel mezzo della pr...