Era lì: in mezzo al cortile, intento a smussare il terreno dell'orto con una zappa. Forse nemmeno lui poteva star fermo senza far niente, proprio come Brigid.
Improvvisamente mi accorsi che stavo sorridendo; come sempre quando lui era nelle vicinanze. Non si era accorto di me: era di lato, rivolto verso sinistra. Continuai ad osservarlo assorta per qualche momento mentre continuava a lavorare.
I suoi movimenti erano controllati e regolari: anche il più piccolo aggraziato, sebbene come lavoro in sé di aggraziato non avesse poi molto.
Potevo vedere i suoi muscoli anche da quella distanza che si tendevano e si contraevano per lo sforzo, sotto la non troppo spessa tunica di stoffa grigio chiaro. Si era tolto perfino la dalmatica. Le maniche erano ripiegate all'altezza del gomito, lasciando esposti gli avambracci poderosi.
Mi accorsi anche, con un sussulto, che la camicia era sbottonata fino al petto... lasciando intravedere la muscolatura compatta e levigata come quella delle braccia. Dovetti concentrarmi per riuscire a deglutire. Era bellissimo. Ora che lo vedevo per la prima volta senza indumenti ingombranti, non potei non soffermarmi a immaginare il suo corpo scolpito, allenato da anni e anni di duro lavoro senza dubbio. Poi, ancora una volta percepii qualcosa di strano nella sua espressione: non era allegro come quando mi parlava solitamente ma più come quando, in alcuni momenti, all'improvviso diventava... pensieroso, concentrato, triste.
Perché?
Continuò a lavorare, poi raddrizzò la schiena e rimase fermo per qualche istante – probabilmente a valutare il lavoro fatto – dopodiché si asciugò la fronte con il dorso della mano. Sembrava accaldato ma, dopo un sospiro, ricominciò a lavorare.
Le nuvole si erano diradate e l'intero spiazzo era ora a tutto sole. Non m'importava che non avessi bevuto una goccia e avessi sete: m'incamminai verso di lui quasi senza pensarci, passando sotto gli ombreggianti alberi da frutto.
Quando mi vide si fermò, riabbottonandosi la tunica fino alla gola – cosa che mi dispiacque non poco ad essere sinceri, e che mi suscitò nuove domande – ma a parte questo... Con un altro mi sarei limitata a porgere il bicchiere, accennare un lieve inchino e fare dietrofront ma ormai sapevo che con lui potevo parlare liberamente. Mi aveva anche permesso di mangiare insieme alla stessa tavola. Ero tranquilla, a mio agio nonostante lo conoscessi da... quanto? Mezza giornata? Incredibile.
Avrei scommesso che avrebbe iniziato a parlare per primo. Era una persona loquace. Assomigliava molto alla madre.
Mentre mi avvicinavo, si appoggiò al manico della zappa piantata a terra con il palmo delle mani, il mento e rimase così, fermo come una statua. Solo il torace si muoveva lento e regolare.
I suoi occhi: azzurri e fissi su di me. L'espressione: perennemente indecifrabile.
Il battito del mio cuore aumentava per forza e velocità ad ogni singolo passo. Non fu facile ostentare indifferenza.
Mi fermai a poca distanza da lui, dall'altra parte dello steccato.
«Ciao», mi disse semplicemente con la sua usuale voce calma, vellutata e straordinariamente sensuale, piegando l'angolo delle labbra in uno dei suoi appena accennati ma stupendi sorrisi.
«Ciao», risposi stando al gioco, mostrando un sorriso a mia volta. Gli porsi la coppa d'acqua.
«Per me?», chiese indicandosi con l'indice e inarcando le sopracciglia.
Annuii.
«Grazie».
Si avvicinò per prenderla e, quando le nostre dita si sfiorarono, fui percorsa per un istante dallo stesso brivido leggero che avevo avvertito quando ci eravamo toccati in precedenza sul carro.
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Oltre il tempo - Parte prima - Volume 1
RomanceGenere: romantico - storico Descrizione breve: Romanzo storico d'avventura ma soprattutto d'Amore, per il pubblico young adult e non, per chiunque voglia "staccare" dalla realtà e intraprendere un viaggio... Sinossi: 1314 A.D. Nel bel mezzo della pr...