Era troppo bello per essere vero.
Era troppo bello per essere vero. Era troppo bello per essere vero, continuavo a ripetermi mentre, terrorizzata, guardavo John imboccare l'uscita e venirmi incontro spedito, con la minacciosa zappa ondeggiante lungo il fianco.
Che fosse giunto a questo? Che lo avessi fatto arrabbiare a tal punto? No, non potevo crederci, non ci credevo: stava scherzando, voleva solo spaventarmi. O almeno così speravo. Ma mentre la distanza tra noi diminuiva, la certezza si faceva sempre più sottile e l'incertezza sempre più grande.
Ogni mio più piccolo muscolo era teso e pronto alla fuga: di affrontarlo a mani nude non se ne parlava. A parte il fatto che non avrei avuto neanche una possibilità contro di lui, non avevo la minima intenzione di fargli del male; non dopo che mi aveva salvato la vita. Ma non mi sarei di certo lasciata ammazzare!
Indietreggiai di lato, frapponendo maggiore distanza.
Non mi venne incontro come credevo: proseguì invece diritto, senza degnarmi di uno sguardo.
Lo osservai avviarsi verso casa. Giunto a destinazione, appoggiò la zappa al muro insieme agli altri attrezzi da lavoro – ecco dov'era la vanga: la prossima volta che mi sarei voluta sotterrare avrei saputo dove trovarla – dopodiché prese un secchio poggiato lì vicino e lo empì nell'abbeveratoio d'acqua gelida. Per la seconda volta mi venne incontro.
Il sollievo fu tale che mi lasciai andare in un lungo sospiro e iniziai a ridere portandomi una mano al petto: il cuore mi batteva a mille.
Grazie al Cielo.
Voleva solo bagnarmi! Ancora una volta, fortunatamente, mi ero sbagliata. Che spavento mi aveva fatto prendere! In quel momento mi resi conto di quanto poco lo conoscessi.
«Ridi, ridi!», mi ammonì, continuando ad avvicinarsi con il secchio colmo.
Tornai a indietreggiare, ma ero lieta che non volesse uccidermi.
Non ancora, almeno.
«No... John... John non farlo...».
Non mi giunse risposta e non accennò minimamente a rallentare.
«È stato un incidente, te l'ho detto. Non l'ho fatto apposta!».
Niente da fare: sembrava non ascoltarmi.
«E andiamo...».
Arretrai ulteriormente mentre si faceva sempre più vicino.
«Vuoi che mi prenda un malanno? Sai quanto può essere pericoloso bagnarsi anche di poco?». Mi stavo arrampicando sugli specchi. «Hai intenzione di portare a termine ciò che non è riuscita a fare la cascata? Con tutta quell'acqua mi affogherai! Hai intenzione di annegarmi?».
Per tutta risposta, sogghignò.
«John... AH!», urlai quando iniziò a correre con velocità sorprendente. Mi voltai e iniziai ad aggirare lo steccato ma dopo poco realizzai che mi stava venendo incontro dall'altra parte.
Caspita se era veloce! E con il secchio dell'acqua in spalla poi!
Avrei potuto dirigermi verso il bosco ma non ero sicura di dove fosse l'uscita in mezzo a tutti quei rovi. E poi anche se l'avessi trovata mi ci sarebbe voluto un po' per passarci attraverso. Mi avrebbe raggiunto sicuramente!
Dentro casa!
Lì mi avrebbe lasciato in pace. O almeno lo speravo!
Improvvisamente mi ricordai che Brigid mi aveva mostrato un'entrata posteriore, proprio vicino all'abbeveratoio: era una piccola porticina costituita dallo stesso tipo di roccia che formava i muri della casa. Geniale. Non l'avevo mai notata, tanto era mimetizzata con la parete, ma ora sapevo dov'era.
STAI LEGGENDO
Oltre il tempo - Parte prima - Volume 1
RomanceGenere: romantico - storico Descrizione breve: Romanzo storico d'avventura ma soprattutto d'Amore, per il pubblico young adult e non, per chiunque voglia "staccare" dalla realtà e intraprendere un viaggio... Sinossi: 1314 A.D. Nel bel mezzo della pr...