Uscii dalla porticina sul retro per non farmi notare.
Decisi che se Brigid mi avesse detto qualcosa le avrei risposto che ero passata di lì per non disturbare lei e gli ospiti. Pensai anche di lasciarle un messaggio scritto ma non era una buona idea: per quanto avesse potuto intendersi di erbe e piante medicinali, dubitavo sapesse leggere e scrivere. Non erano molti quelli che sapevano farlo. E comunque in quel modo mi sarei smascherata, dato che lettura e scrittura erano prerogativa di nobili, ricchi, commercianti... non del volgo.
Mi avviai, guardinga, verso il viale a destra della casa che non avevo mai imboccato. Era immerso in infinite tonalità di verde, delimitato da alberi e cespugli di ogni tipo. Molto bello.
Non sapevo dove portasse ma ero certa che non mi sarei persa; questa volta era praticamente impossibile: bastava seguire le impronte lasciate dal bestiame.
Mentre lo percorrevo, con Silveria che mi trotterellava al fianco, ebbi tempo di riflettere su un po' di tutto. In particolare una domanda mi ronzava in mente, tra tutte quelle a cui avrei potuto pensare: per me era stato un sollievo sapere che John aveva dimenticato la bisaccia a casa. Ma l'aveva davvero dimenticata? O Brigid aveva agito di sua iniziativa? Se fosse stato lui a farlo di proposito, sapendo che la madre sarebbe stata impegnata e che quindi avrebbe mandato me?
Sperai, avvicinandomi quasi all'euforia, ignorando l'impertinente vocina nella mia testa.
Vivian, stai fantasticando.
Riflettei su ciò che stavo facendo e, infine, sospirai.
Così non va.
A un certo punto, nel bel mezzo dei miei pensieri caotici, Silveria fiutò in aria e iniziò a correre. I miei tentativi di richiamarla servirono a ben poco, anzi a niente.
«Silveria! Guarda che se ti prendo...».
La inseguii per un breve tratto e rallentai quando finalmente mi accorsi che dopo una stretta curva a destra, il viale, coperto dalle folte chiome degli alberi, veniva inondato di luce: una bellissima luce dorata che conferiva ai rami e alle foglie colori davvero suggestivi. Ne rimasi talmente ammaliata da non terminare la frase.
Probabilmente c'era uno spiazzo aperto, quindi il posto doveva essere quello.
Quando svoltai, rimasi a bocca aperta: mi ritrovai davanti a una leggera salita, una collinetta sulla quale si ergevano una quercia e un noce enormi che si stagliavano maestosi contro il cielo coperto. Dietro di essi, grosse nuvole grigie, con vaporose sfumature rosee e violacee, sembravano talmente vicine da poter quasi essere toccate.
L'erba verde e bassa – gli animali si erano dati da fare – era puntellata da qualche cespuglio e chiazza di brugo qua e là. Argo e Silveria stavano giocando a mordicchiarsi in quel loro modo buffo, sbuffando di tanto in tanto.
Argo... se c'era lui doveva esserci anche il padrone nei paraggi... Diedi una rapida occhiata attorno ma non ne vidi traccia.
Notai però qualcosa nascosto dal grosso tronco della quercia. Non riuscivo a distinguerlo, così mi incamminai verso la sommità della collina. A metà strada, mi accorsi che era un'amaca.
Rimasi sorpresa. Ne avevo sempre desiderata una ma non avevo mai avuto l'occasione di provarla. Non stava bene per una ragazza. Questo era il pensiero di molti.
Argo, vedendomi, mi corse incontro festoso e tornò a giocare con Silveria solo dopo una buona razione di coccole.
Mentre proseguivo li osservavo divertita e, una volta raggiunto il punto più alto, guardai a valle. Il terreno degradava dolcemente in un'ampia discesa che terminava in uno spiazzo veramente grande, costellato qua e là da imponenti alberi ombrosi, tutto ovviamente delimitato dal bosco: una specie di recinto naturale per il gregge che pascolava, compresa Camille, Caroline e Sam. Loro erano quelli che si notavano meglio.
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Oltre il tempo - Parte prima - Volume 1
RomanceGenere: romantico - storico Descrizione breve: Romanzo storico d'avventura ma soprattutto d'Amore, per il pubblico young adult e non, per chiunque voglia "staccare" dalla realtà e intraprendere un viaggio... Sinossi: 1314 A.D. Nel bel mezzo della pr...