Arrivai davanti alla lussuosa auto di Styles e quando lui scese, rimasi letteralmente pietrificata. Era una visione... in smoking, perfettamente pettinato e con le scarpe talmente lucide da sembrare specchi. Mi osservò a lungo, trattenne il fiato per alcuni istanti e poi mi invitò a salire in auto, senza dire nulla.
L'imbarazzo che provavo era inspiegabile, ringraziai mentalmente Ester per il trucco, che speravo nascondesse il colorito che aveva assunto il mio viso.
A rompere il silenzio fu lui.
< Ti sarai chiesta come ho fatto a conoscere il tuo indirizzo...> io mugugnai un semplice <mh...> per evitare che l'emozione nella voce, tradisse l'apparente tranquillità che sembravo provare.
< Sai, mentre lo dicevi ad Adam, mi trovavo dietro l'angolo della hall... così come stamattina, quando per rimandare quello stupido appuntamento con lui, gli hai detto che sei stata costretta ad uscire con me! > la sua voce non poteva nascondere il fastidio che provava...credo si divertisse a mettermi a disagio.
< Veramente...beh...io...sì, d'accordo ho detto questo. Mi dispiaceva annullare l'appuntamento con lui ed, in fondo, è vero che mi hai costretta...non hai accettato il mio rifiuto! > lo misi alle strette. Non si meritava la mia gentilezza, lui faceva di tutto per tenermi sulle spine, per ridicolizzarmi ed io volevo fargliela pagare.
Fermò di colpo la macchina, quasi inchiodando si voltò a guardarmi. Ora sì che ero spaventata! Si avvicinò a me, quasi a far sfiorare il suo viso con il mio.
< Liz non prendermi in giro...non giocare con me...> il suo fiato caldo sulle mie labbra mi procurò i brividi, così come sentire lui chiamarmi con quell'abbreviativo così familiare. Poi continuò.
< Tu desideri tutto questo quanto me...solo che non vuoi ammetterlo. > non ero più in grado di respirare, la sua voce colma di desiderio era arrivata come uno schiaffo in pieno viso. Non ero in grado di parlare, figuriamoci di dare delle spiegazioni convincenti...che poi, come avrei potuto essere convincente, quando era palese che avesse ragione?!
Così sospirai e dissi in un sussurro < Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi Liz? > e sperai che lui si allontanasse da me e rimettesse semplicemente in moto la macchina.
Mi rivolse un ultimo sguardo compiaciuto e poi, come se avesse letto nella mia mente, ripartì in direzione della struttura in cui si sarebbe tenuta la conferenza stampa. Non ci fu più nessuna parola, né da parte mia, né da parte sua.
Arrivati sul posto scesi dall'auto, mi aiutò, sorreggendomi con il suo braccio, a salire l'imponente scalinata ed una volta dentro l'edificio si avvicinò al guardaroba. Quando mi tolsi la stola che copriva spalle e schiena, Harry mi rivolse uno sguardo misto di ammirazione e fastidio. Il tessuto nero gli aveva impedito di notare la linea del vestito ma soprattutto aveva celato la profonda scollatura che lasciava scoperta praticamente tutta la schiena. Non ne sembrava affatto entusiasta, così mi avvicinai a lui e parlando piano per non farci sentire dalle altre persone gli chiesi
< C'è qualcosa che non va? > lui in risposta mugugnò semplicemente <Lasciamo perdere...> il tono era irritato. Mi prese per mano e davanti a quella sensazione pensai che ne era valsa decisamente la pena. Il calore della sua mano, la morbidezza del suo contatto e il suo profumo che mi inebriava, mi sentii davvero molto strana ad essere tenuta in un modo così intimo, davanti ad altre persone.
Si avvicinò a noi un signore, che scoprì poi essere un famoso direttore di una testata nazionale...ne avevo sentito parlare ma non l'avevo mai visto. Era un uomo elegante, sulla sessantina e ci osservava con un sincero sorriso.
< Harry, vedo che stasera sei in buona compagnia. E' la tua ragazza? > stavo per rispondere un pò piccata... d'altra parte perché parlare di me in terza persona, dal momento in cui io ero lì? Quando Harry mi precedette
< Lei è Elisabeth Evans e noi...sì, stiamo insieme! >
Come scusa?! Ero furiosa, cercai con tutti i miei sforzi di sorridere a quel signore ma il mio sembrava più un digrignare i denti, sintomo che la mia incazzatura, da lì a poco, sarebbe esplosa non lasciando prigionieri.
In poco tempo, mi ritrovai a trascinare Harry per un braccio sulla maestosa terrazza con piscina che, data la stagione, era deserta e quindi un buon posto per poter parlare indisturbati.
< Come cazzo ti sei permesso?!> so che non era esattamente elegante quest'espressione e che non si confaceva minimamente né al mio vestito, né all'ambiente in cui ci trovavamo...ma fu impossibile per me trattenermi.
< Liz calmati ok? Cosa avrei dovuto dire?!> disse lui.
< Non so...che fossi una tua collaboratrice, una tua dipendente, insomma qualsiasi cosa...tranne che io fossi la tua ragazza! > sbottai.
Lo guardai dritto negli occhi, era furioso, non ne aveva ragioni dato che qui l'unica che avrebbe avuto il diritto di essere nervosa ero io, dopo quello che aveva fatto.
< Senti stasera mi hai fatto perdere le staffe. Non mi sono riuscito a controllare ok? Quando siamo arrivati e ti sei sfilata la stola, gli occhi di tutti erano su di te e la cosa mi ha infastidito parecchio. Cosa pensavi di fare con questo vestito?! Farmi impazzire al punto di dover litigare ad un evento di questo calibro? > ora la sua voce sembrava ancora più bassa e roca, aveva detto tutto tra i denti, come se cercasse di trattenersi dall'urlarmi in faccia tutta la sua frustrazione.
< Scusa?! Non capisco se il vestito non ti piace o...> mi interruppe.
< Cos'è che non capisci?! Mi piace, mi fa impazzire, tu mi fai impazzire! > e detto questo, mentre io cercavo di connettere, mi ritrovai contro la parete accanto all'enorme portafinestra, con le sue labbra sulle mie. I suoi movimenti, gli occhi serrati...il bacio non fu per niente casto e delicato, vi era tutta la sua passione e la sua eccitazione in quel contatto. I suoi denti affondarono nel mio labbro inferiore e io non potei trattenermi dall'emettere un gemito. Un bacio famelico e bisognoso a cui non potei fare a meno che ricambiare. Si allontanò di poco...il suo respiro caldo si infrangeva contro le mie labbra, aveva gli occhi lucidi e io credetti di poter prendere fuoco.
< Io...io...> non riuscii a dire neanche una parola e fu così che, approfittando del mio stordimento, mi ricondusse all'interno della sala.
Nota dell'autrice: come promesso ecco l'aggiornamento, a breve troverete il prossimo, nel frattempo sarei lieta di sapere cosa ne pensate :)

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NORTHERN LIGHTS H.S
Fiksi PenggemarElisabeth L'odio che provavo si mischiava all'attrazione...lui, i suoi occhi, il suo sguardo, il suo essere arrogante e sexy allo stesso tempo. Sarei riuscita a resistere? Harry Noi eravamo come l'aurora boreale, lei era il sole ed io la terr...