Capitolo 12

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Sono già passati due giorni da quando le mie sorelle sono tornate a casa, inutile dire che mi mancano come l'aria, ma non posso lamentarmi perché non sono sola, con me ci sono i ragazzi che mi sono sempre vicini.

Ora mi trovo in classe per l'ennesima giornata di scuola. La professoressa di italiano finalmente dopo varie settimane ha deciso di portarci il compito in classe fatto tempo fa.

"Ragazzi scusate se non li ho portati prima ma sono stata molto impegnata. Devo dire che sono stata molto colpita da alcuni, ma soprattutto uno mi è piaciuto più di tutti e vorrei leggerlo a voi. Ovviamente mantenendo l'anonimato."

"Ma è ovvio che le è piaciuto il mio! D'altronde io sono FA-VO-LO-SA in tutto" - una voce simile a quella di un'oca strozzata si insinua nelle mie orecchie. Chi poteva essere? Ovvio che è stata Vanessa Finizio.

Vanessa è la classica ragazza conosciuta da tutta la scuola per la sua reputazione, ovviamente non quella della brava ragazza studiosa!
Dicono che sia passata nel letto della metà dei maschi di quest'università. Ci prova costantemente anche con i ragazzi del mio gruppo, e a quanto so in passato prima del mio arrivo sia riuscita a passare anche nel letto di Mattia, Valerio e Giulio, ma non ne ha mai abbastanza nonostante i continui rifiuti dei ragazzi.

"Signorina Finizio non credo che la sua "passione" di libertà e continue relazioni "aperte" sia quello che ho chiesto di esporre nel compito"- Vanessa diventa paonazza e abbassa lo sguardo imbarazzata.

"Come stavo dicendo il compito che sto per leggervi mi ha colpito molto e ci tenevo a rendervi partecipi" - dopo una breve ricerca prende il foglio e inizia a leggere.

"Nella mia vita mi sono innamorata una sola volta. È stata l'esperienza più bella della mia vita!
Quando ho capito di essere innamorata, di amare una persona, dentro di me ho sentito delle cose che non avevo mai provato in vita mia. In quella storia ci ho messo tutta me stessa, non nego che sono mancate le difficoltà perché ce ne sono state e pure molte, cose che ovviamente non sto qui a raccontare, ma nonostante tutto rifarei tutto dall'inizio alla fine senza cambiare niente. Questa storia mi ha aiutato a crescere, a maturare e a credere che tutti nella vita meritano un attimo di felicità, perché è vero, secondo me la felicità è solo un attimo di pausa tra un dolore e un altro. Si è vero questa frase ormai è sentita e risentita, ma in base alle mie esperienze di vita posso confermare che è così! Le cose belle prima o poi finiscono, vuoi o non vuoi il dolore torna, forse più forte di prima o meno, ma torna!
Però non posso negare che grazie a quella persona ho capito che anche io so amare.
Nella vita mi è stato fatto sempre tanto male che avevo sempre detto a me stessa che non ero in grado di amare, che era un sentimento troppo bello per una persona scura come me. Ma grazie a questa persona mi sono ricreduta su molte cose. Ad esempio amare qualcuno più di te stesso al di fuori di tua madre, oppure mi ha insegnato ad apprezzare ancora di più i piccoli gesti perché sono quelli che mandano avanti una relazione con amore.
Non mi sono mai ritenuta "la sua persona", nel senso io credo sempre che nel mondo ognuno di noi ha un'anima gemella, ecco io preferisco dire "la mia persona", non mi sono mai sentita all'altezza, ma con quella persona io ho imparato ad apprezzarmi e mi ha fatto capire che una persona se la si ama davvero la si ama tutta, e i difetti sono compresi nel pacchetto.
Ho imparato anche che i litigi servono. Servono a capire quanto tieni a quella persona che tanto dici di amare, serve a capire quanto tempo ci metti prima di mettere da parte l'orgoglio e tornare sui propri passi e chiedere scusa. Ma ho imparato anche che la vita è stronza - chiedo scusa per il cattivo linguaggio - perché a me ha tolto l'unico spiraglio di felicità che avevo.
Come ho già detto prima, tutti se ne vanno volente o nolente, ma sono anche convinta che non bisogna comunque arrendersi e dobbiamo lottare per ritrovare la felicità. Io è da tutta la vita che cerco il mio angolo felice, ancora non l'ho trovato ma non mi arrendo, so che ci sono persone nella mia vita o che ci sono state, che non vogliono che io mi arrenda. Ed è proprio questo che farò continuerò a lottare per trovare il mio angolo di felicità e quando lo troverò sarò sicura che difficilmente lo lascerò andare!
Nella vita bisogna essere forti da soli, ma allo stesso tempo non bisogna vergognarsi di chiedere una mano, perché se sei circondato da persone giuste, la felicità sarà ancora più facile da trovare nonostante i mille ostacoli."

Dalla prima parola ho subito capito che era il mio tema, sto provando con tutta me stessa a non piangere per i ricordi. Credo che Giorgio si sia accorto che quel tema è mio, lo capisco da come mi guarda.
Voglio solo scappare da qui ma non posso farlo senò tutti capirebbero che quelle righe le ho scritte io e non voglio, non mi va che capiscano qualcosa di me e di conseguenza mostrarmi debole a chi di me non interessa niente!

Alla fine della lezione prendo in fretta le mie cose per correre fuori, ma a quanto vedo i miei piani non sembrano funzionare dato che la professoressa mi ferma.

"Claudia volevo complimentarmi con te, mi ha colpito molto quello che hai scritto e se posso permettermi di dirti, spero che tu trova il tuo "angolo felice" presto perché si vede che sei una persona vera che non pensa solo ad apparire come quasi tutti i giovani della tua età"

"La ringrazio, non mi aspettavo che il mio compito potesse colpirla così tanto"

"E invece si, e se posso darti un consiglio, come hai scritto tu, non arrenderti mai. La vita è sempre in salita ma vedrai che con le persone giuste sarà meno faticosa sclarla" - mi saluta con un gesto della mano e se ne va.

Esco dalla classe e vado in cortile sotto a quell'albero dove più di una volta ha visto le mie debolezze da quando sono qui.
Mi siedo e penso alle parole della prof, è vero la vita è una continua salita e senza qualcuno con cui scalarla diventa difficile affrontarla da soli.

"Avevo il sospetto che quel compito era tuo, ma ho avuto la conferma quando la prof ti ha fermata" - Non mi ero accorta di Giorgio che si era seduto affianco a me. Non rispondo non avendo voglia di parlarne sapendo già di crollare.

"Hai voglia di dirmi a cosa ti riferivi nel compito?"

"Non me la sento.. è difficile parlarne per me, fa ancora male nonostante sia passato molto tempo" - Non volendo mi scappa una lacrima.

"Va bene ma ora non piangere, non mi piace vederti cosi" - mi abbraccia forte a se e sono sempre più convinta che sono fortunata ad aver fatto amicizia con persone come lui.

Rimaniamo abbracciati fin quando non finisce l'ora, era l'ultima e non ci siamo resi conto che era suonata la campanella.
Raggiungiamo gli altri all'uscita e ci mettiamo d'accordo per passare la serata insieme dopo il lavoro.

Ricominciare da zero.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora