Capitolo 10

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Oggi è lunedì. Odio questo giorno della settimana,perchè si ricomincia con la solita routine: mi alzo dal letto, vado in bagno a lavarmi e truccarmi, mi vesto, metto le scarpe, sistemo i miei lunghi capelli mossi facendoli cadere di lato e sono pronta per andare a scuola.
……
Entro a scuola diretta verso la mia classe con Julie. Ci sediamo ai soliti posti e comincia la lezione di fisica.

<<Signorina Stevens ma insomma la smetta di ridere?! Sta disturbando la lezione! >> mi rimprovera il professore.

<<Mi scusi prof >> dico continuando a ridere.

Il professore mi lancia un'altra occhiataccia per poi riprendere la lezione.
……

<<Signorina Stevens sta disturbando la lezione! >> ripete Julie imitando la voce del professore.

Scoppio a ridere non facendo attenzione a dove cammino e infatti sbatto contro un petto muscoloso. Alzo gli occhi per scoprire chi fosse e incontro un paio di occhi marroni.

<<Sta attenta a dove cammini>> dice Leon guardandomi negli occhi.

<<Mh si.. Scusa >> farfuglio qualcosa e lo sorpasso subito.

Mi sento prendere per un braccio sbattendo di nuovo contro il suo petto.

<<Oh ma insomma che c'è ora? >> sbotto irritata.

<<Niente>> risponde freddo lasciando la presa sul mio braccio e andarsene.

Lo guardo stranita dal suo comportamento e alzo le spalle andandomene.
Cammino verso il cancello della scuola, quando ad un tratto vedo una persona che non mi aspettavo di vedere.

<<Alfred!! >> urlo.

Lui si gira di scatto, notandomi ma non gli do il tempo di ribattere che mi butto sulle sue braccia.

<< Piccola Charl>> mi stringe forte a sè mentre mi accarezza i capelli.

<<Mi sei mancato tantissimo>> dico stringendolo ancora più forte.

<<Anche tu mi sei mancata, ma sai.. così mi soffochi però>> dice con voce soffocante.

<<Allora lo faccio a prescindere>> ridacchio staccandomi dall'abbraccio.

<<Hey.. E poi come farai senza di me?>> mi chiede alzando un sopracciglio.

<<Sopravviverò>> alzo le spalle.

<<Non ti ricordavo così bastarda>> rispose.

Gli do un pugno amichevole sulla spalla e lo sento ridere.

<<Allora?  Che ci fai qui? >> gli chiedo.
<<Mi sono trasferito qui>> disse con tono calmo.

<<Che cosa? Davvero?? >> spalancai gli occhi.

Lui annuisce e mi butto di nuovo sulle sue braccia.

<<Sono davvero contentaa!>> quasi urlai.

Lo presi per mano e lo trascinai correndo.

<<Ti porto a casa mia>>

<<Chaarl calmatiii>> ridacchia correndo anche lui.

<Mh.. Si magari dopo>> corsi ancora di più.

Lui alzò gli occhi e si fece trascinare da me fino a casa.

Arrivati davanti al cancello di casa mia, mi fermai col fiatone e presi le chiavi.

Alfred si buttò sul divano ancora col fiato corto.

Il ragazzo con la moto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora