Capitolo 22

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Il weekend lo avevo passato abbastanza bene e mancava esattamente una settimana alla fine della scuola e questo stava a significare solo una cosa: VACANZE ESTIVE ARRIVOO.

Non vedevo l'ora che iniziassero perché:
1 faceva caldo e andavi al mare.
2 non c'era la scuola e se non c'era automaticamente,non c'erano neanche quei scassa cavoli dei compiti.
3 è la mia stagione preferita.

Mentre la mia testa si faceva questo bell'elenco,il mio corpo si alzava perché come ogni maledetto lunedì dovevo alzarmi per andare in prigione.

Forza che sta finendo sta tortura!

Mi misi dei jeans e una maglietta di pizzo rosso molto leggera, dato che siamo ai primi di giugno e faceva un pò più caldo rispetto agli altri giorni.
Il rosso mi piaceva abbinarlo in estate, mi dava l'impressione di essere più accesa, più focosa ecco. Un fuoco ardente che resiste a quel venticello che gli soffiava sopra per cercare di spegnerlo. Io rappresentavo il fuoco e il venticello il dolore.

Presi il mio zaino, ci misi dei libri a cavolo, la merenda che mangiavo durante le lezioni di nascosto ai prof e uscii di casa. Come sospettavo fuori c'era caldo perciò non c'era bisogno di una giacchetta e c'era quel venticello estivo piacevole.

Entrai dal solito cancello e trovai le solite persone che fumavano vicino ad un muretto, altre che ridevano e chiacchieravano con i propri compagni/e e il solito gruppetto composto da Leon e i suoi amici che si drogavano e fumavano canne. Le solite cose insomma.

La campanella suonò e alcuni studenti si affrettavano a raggiungere le proprie classi, altri che fecero finta di non aver sentito la campana e altri ancora che confabulavano i loro piani per entrare in ritardo o saltare la scuola. Io non appartenevo a nessuna di queste categorie, semplicemente facevo le cose con calma, infatti mi diressi con calma e tranquillità al mio armadietto.

Attaccato ad esso c'era un giornaletto: Party Estivo Scolastico.

Lessi solo il titolo e mi diressi verso la mia classe.

Presi posto al mio solito ultimo banco e poco dopo arrivò Julie.

<< Anche tu con quel foglietto in mano? >> indicò il giornalino.

<< Già, te lo hai letto? >> le chiesi.

<< No, ma da quanto ho sentito per partecipare devi avere un partner >>

<< Oh >> mi limitai a dire.

A dire il vero non so a chi avrei potuto chiedere per far sì che partecipassi.
Mi piaceva partecipare alle feste, ma senza partner non avrei potuto fare niente. Però in un modo o in un altro avrei partecipato.

Avrei potuto chiedere a Mark, ma non era il caso che mi accompagnasse lui dopo quella scenata di gelosia per via di Leon e che si stavano quasi picchiando. Sono sicura che se non c'ero io facevano a botte, ma vabbè lasciamo perdere.
Leon sarà sicuramente impegnato con un'altra e anche se, non avrei mai chiesto a lui, troppo imbarazzante.

L'unica soluzione era... Alfred! Il mio migliore amico non mi avrebbe detto mai di no perciò più tardi chiederò proprio a lui.

Erano passate ben quasi tre ore e tra poco sarebbe iniziata la ricreazione.

Finalmente.

Non che non avessi mangiato, però era un modo per svagarmi e uscire da quella classe, non la sopportavo più la professoressa di geografia. Aveva una voce abbastanza squillante e fastidiosa, che anche un morto l'avrebbe sentita.

Suonò la campanella della ricreazione e la prof si affrettò a comunicare i compiti (peccato che non la stava ascoltando nessuno) o almeno. Solo i secchioni prendevano diario e penna e scrivevano i compiti, gli altri si alzavano e se ne andavano,come fecimo d'altronde io e la mia migliore amica.

Il ragazzo con la moto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora