Capitolo 17

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*Leon*
Mi feci una doccia fredda per scacciare via tutti i miei pensieri che mi assalivano e quei pensieri avevano un solo nome.
Mi vestii e saltai in sella alla mia amata moto e partii a tutta velocità e mi fermai al bar.

<<Un cappuccino,grazie>> dissi al barista di fronte a me.

Mi porse il cappuccino e mi sedetti in un tavolino. Lo bevvi e posai i soldi al bancone e me ne andai.

Andai dritto verso la scuola, scesi dalla moto e ben presto fui circondato dai miei amici.

Tutti mi rispettano. Tutti mi temono. Tutti i pivelli che si sentono più forti, mi hanno sfidato e sono scappati piangendo dalla mammina ed ora? Sono al mio fianco perché hanno capito chi sono realmente.

Non per niente ho un ruolo abbastanza dominante in tutta la scuola.

Tratto le persone come se fossero bambole da usare per giocare e appena ti stanchi le butti via, o rimangono sulla mensola ad aspettare che qualcuno ci giochi.

E lei sarà la mia prossima bambola. La novellina del secondo anno, Charlotte Stevens.

<<Avete sigarette? >> chiesi al mio gruppetto di amici. Era composto dai soliti:io, Chris, Max, Jonny ed Anthony.

Jonny mi diede una sigaretta, l'accesi e mi guardai intorno.

<< Leon guarda chi c'è?  Jessica>> esclamò Max.

<<Si carina,ma nulla di speciale>> feci spallucce.

<<Non vedi che sedere che ha? E che davanzali…>>

<<Me la farò dopo che avrò finito con Charl>>

<<E chi sarebbe? >>

<<Quella>> indicai una ragazza accompagnata dalla sua migliore amica,presumo.

<<Ah si..quella... Rinunciaci, non te la darà mai>> rispose Jonny.

<<Non conosci il vero Leon. Io mi prendo ciò che voglio a tutti i costi e lei sarà la mia prossima preda>>

Buttai la sigaretta finita,a terra,ed entrammo in classe.

Mi sedetti sulla scomodissima sedia di legno e poggiai i piedi sul banco.

Io non capisco perché le sedie sono di legno. Non potevano mettere quelle sedie di pelle comodissime?

<<Foster dove si sente? Al bar per caso? >> domandò ironica la prof di scienze.

<<Mi sento a casa mia>> risposi con altrettanta ironia.

<<Peccato che qui non è casa sua, ma siamo in una scuola>> insistette la prof.

<<Io faccio quel che mi pare ovunque mi trovi,di conseguenza pure se mi trovo a scuola>>

<<Come ci sei arrivato al terzo anno? Per raccomandazione? >>

<<E lei invece? Come ci è finita qui? Dica. Sono tutto orecchie>>

<<Come sei spiritoso oggi Foster, è da tanto che non ti metto note, potremmo rimediare>>

<<Faccia quello che vuole tanto una nota in più o in meno non me ne frega>>

<<Moderi i termini >>

<<Insomma ma lei insegna scienze o italiano? >>

Mi mandò un'occhiataccia per poi spiegare la sua solita lezioncina del cavolo a cui non me ne frega niente.

Il ragazzo con la moto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora