Capitolo 7

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Sono passate quasi quattro settimane da quella mia confessione a cuore aperto... dal mio primo traguardo raggiunto, nel calvario che è questa riabilitazione.

Paradosso dell'assurdo, questi giorni sono stati più estenuanti dei primi.

Sì perché... ogni santissimo giorno vengo qui, in questa dannatissima palestra, a fare terapia... e mi sento sempre di più inadeguata, fuori posto, il mio corpo scalpita per fuggire via. In fondo, credo che sia tutta colpa mia, mi sono lasciata andare, mi sono esposta troppo, probabilmente dicendo o facendo qualcosa di sbagliato.

Il risultato che ho ottenuto è che io e Lexa ci scambiamo, si e no, un paio di frasi durante tutte le ore che passiamo insieme a fare riabilitazione. E la cosa è a dir poco frustrante.

Cazzo... è lei che mi ha suggerito di aprirmi... e che se c'era qualcosa che mi turbava potevo benissimo parlarne con lei... poi, con i miei tempi, le dò ascolto dicendole tutto quello che mi passa per il cervello, in modo così profondo che non credevo possibile, e l'unica cosa che mi sa dire in risposta è: 'È ora di fare il Kinetec..'?

Ok, magari le mie parole l'hanno colpita, riportandole alla mente brutti ricordi, ma io che c'entro? Che cosa ho fatto? Che cosa ho detto da farla chiudere così a riccio? Sembra di vedere me qualche mese fa.

La sua indifferenza mi fa terribilmente male. Razionalmente non so neanche io perché mi senta così, fatto sta che non sopporto questa sua completa apatia nei miei confronti.

Ogni giorno spero di imbattermi nel suoi bellissimi occhi, nel suo bellissimo sorriso, o in un parola gentile di incoraggiamento, diversa dai continui ordini che mi impartisce sempre.

Mi sono resa conto che il mio sguardo è sempre fisso su Lexa, quando lei non se ne accorge. Mi perdo quasi fossi una stalker avida di dettagli. La mia mente è completamente persa ad osservare la bellezza dei suoi lineamenti, ogni suo minimo dettaglio è impresso nel mio cervello. Per assurdo, riuscirei tranquillamente a fare un suo ritratto, veritiero, senza averla sotto gli occhi. Il mio cuore si scatena quando intravedo sulle sue labbra un timido sorriso. Quelle volte che mi tocca, la mia pelle si increpa facendomi venire i brividi e la pelle d'oca.

Ho cercando di scacciar via tutti questi pensieri dalla mia testa, ma non ci riesco. Non capisco bene cosa provo. Tutte le emozioni che sento continuano ad essere contrastanti e ho paura di buttarmi a capofitto in quella che potrebbe essere solo una mia fantasia.

Però se fosse solo questo: una fantasia... perché da quando ho confessato i miei timori il suo comportamento è cambiato completamente? Prima era allegra, spavalda, sicura di se, e sempre con la battuta pronta... e, potrei anche essermi sbagliata, ma alcune volte flirtava con me. Invece ora, sembra sempre triste, distratta, distaccata, soprattutto quando deve interagire con me. Quando Raven e Octavia mi accompagnano e si fermano a fare due chiacchiere la vedo ridere e scherzare, e questo mi fa veramente incazzare. Che cosa le ho fatto? Sembra avercela con me e io non riesco a capire il perché.

Mi sta facendo impazzire il fatto che non mi degni di uno sguardo, che non mi consideri minimamente, la cosa mi innervosisce e gli effetti si percepiscono anche fuori da quella dannata palestra.

Oggi è venerdì, l'ultimo giorno della settimana prima del weekend di assoluto riposo. Non ho per niente voglia di andare a fare terapia, ma soprattutto non ho voglia di scontrarmi con l'indifferenza della mia bellissima fisioterapista... sto quasi per chiamare il centro clinico per dire che non mi sento bene, quando suonano al campanello.

Mi alzo per andare ad aprire e inconsciamente non cerco la stampella. Faccio i primi passi un po' tremolanti, ma riesco ad arrivare alla porta senza aiuto. Quando la apro mi ritrovo Octavia e Raven sorridenti, che non si accorgono minimamente che sono in piedi, davanti a loro, senza il mio immancabile bastone.

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