Capitolo 14

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Da quel giorno a casa di Lexa sono già passate due settimane. Lo stimolo della sfida che lei mi ha lanciato quel giorno mi ha rinvigorito. Ogni giorno lavoro sodo, in modo concentrato e senza concedermi il lusso di distrazioni. Infatti, per raggiungere meglio l'obiettivo, io e Lexa abbiamo stabilito dei limiti: niente diversivi... tra cui ahimè, anche baci, abbracci, cene, e così via.

Devo ammettere che mi manca da morire poterla sfiorare, baciare ed abbracciare, ma sto pensando più in grande, al mio target finale: di me finalmente guarita, che posso ballare e pattinare con la splendida donna che per mesi è rimasta al mio fianco... ma soprattutto sto già fantasticando, anche se probabilmente non dovrei, sul nostro appuntamento e sulla nostra gita nel Minnesota.

Ogni giorno sembro migliorare un po'. Sono soddisfatta di come sto reagendo. Il dolore al ginocchio è quasi del tutto scomparso, sto recuperando la muscolatura e la mobilità. La mia camminata è praticamente normale, ora riesco a fare anche il tapis roulant e lo step, anche se non riesco ancora a correre.

Lo ammetto il suicidio mi dà ancora problemi, mi massacra tutte le volte, ma ora lo riesco a gestire un pochino meglio. Nonostante ciò, ogni sera, quando tocco il letto, crollo letteralmente dalla stanchezza.

In tutto questo, c'è un'altra cosa importante che sto facendo: il conto alla rovescia. Mancano ancora ventun giorni, e per quella data, secondo i piani di Lexa, la mia riabilitazione sarà completa. Questo significa che non sentirò più dolore, la mia mobilità sarà completa al cento per cento, dovrei finalmente camminare normalmente e forse anche riuscire a correre. O almeno questo è quello in cui crede la mia fisioterapista. Ha una fiducia sconsiderata in me più di quella che ho io in me stessa. E questo è un altro motivo per cui non posso ma, soprattutto, non voglio deluderla.

Come tutti i giorni sono già arrivata in clinica. Oggi sono nelle mani di Gustus... Lexa ha chiesto un permesso per motivi famigliari. Me l'ha detto ieri, e anche se, la mia curiosità è ormai nota, ho preferito non indagare oltre, mi sembrava già provata di suo... ad essere onesta sono un po' preoccupata per lei, non vederla mi rende nervosa, ciò nonostante ho un obbiettivo da raggiungere e voglio farlo al meglio. E poi le ho promesso di fare la brava e di non far impazzire Gustus.

Devo ammettere che oggi, quando ho varcato la soglia della palestra, un po' mi sono spaventata... trovarsi un energumeno di quelle dimensioni davanti, dall'aspetto decisamente pittoresco non è stato un buon inizio di terapia... ma per mia sorpresa mi sono dovuta ricredere. La definizione che gli si addice è: pasta d'uomo, simpatico e alla mano, ma severo ed intransigente. Nonostante fossi concentrata su quello che avrei dovuto fare, sono riuscita anche a ridere e a rilassarmi. Il tempo è volato, anche se con Lexa è tutta un'altra cosa, non mi è dispiaciuto fare riabilitazione con Gustus, o mister G come l'ho battezzato io.

Arrivata a casa come al solito sono sprofondata nel letto e sono crollata. Il giorno dopo Lexa non si è presentata, neanche quello dopo e neanche quello dopo ancora. Il giorno di permesso è diventato un'intera settimana. Ogni giorno che passa mi preoccupo sempre di più. Chiedo in continuamente informazioni ad Anya e a Gustus, ma loro continuano a ripetermi sempre la stessa cosa che Lexa è dovuta partire urgentemente per il Minnesota e che sarebbe tornata alla fine della prossima settimana. Dio solo sa quante volte ho provato a chiamarla, a mandarle un messaggio, ma niente di niente. Non mi ha mai risposto, ne tanto meno richiamato.

Tutti i giorni che varco la soglia della palestra mi aspetto di trovare il suo sorriso ad attendermi, ma trovo solo un'altra delusione. Lei non c'è, sembra avermi abbandonato, so che non è così, se è dovuta rientrare a casa saranno insorti dei problemi, forse gravi... posso capire che il suo umore non possa essere dei migliori... ma perché non mi risponde al telefono? Perché non mi ha scritto neanche una volta? Forse quello che stava nascendo tra di noi non era importante per lei?

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